Don Cristian, fresco fresco di ritorno da Madrid e dall’esperienza della GMG con 153 riminesi. Qual è il tuo primo pensiero?
“Un ringraziamento e una gioia profonda.
Il ringraziamento a Dio, per l’occasione e per il servizio richiestomi da Lui attraverso il vescovo di organizzare, per fortuna non da solo, questa GMG 2011. La gioia invece mi viene gettata addosso dai giovani stessi che hanno partecipato. Una gioia non semplicemente per una bella esperienza in senso generale, ma per aver sperimentato un forte momento di fede e di comunione. Insieme agli altri preti – eravamo dodici e questo è stato, apro una parentesi, una grazia meravigliosa ed un messaggio di cura e di attenzione ai giovani non da poco – dicevo che insieme agli altri preti, abbiamo potuto constatare che il nostro gruppo riminese era costituito da persone fortemente preparate e motivate ad andare all’essenziale dell’esperienza ecclesiale e di fede che la GMG vuol essere”.
Quindi i disagi, il caldo, gli imprevisti non hanno pesato sull’esperienza dei ragazzi?
“Certamente non si può dire che non si sentano tali elementi. Ma l’essere preparati è appunto il saper cogliere l’essenziale anche in mezzo a tutto ciò che caratterizza una GMG o ogni grande evento in cui l’imprevisto o la mancanza di una certa “comodità” sono normalmente parte integrante. Andare all’essenziale è non perdere di vista il perché si affrontava il caldo e la “ressa” dei momenti assembleari, non lasciarsi sfuggire il perché avevamo preferito il lungo viaggio, l’alloggio essenziale e la fatica di coordinare tempi e spostamenti con altre centinaia di migliaia di giovani, ad altre esperienze o ad altri modi – per molti di noi – di godere delle ferie. Andare alla radice della GMG è il farsi guidare dal desiderio di incontrare il Signore, di incontrare la Chiesa con tutti i giovani del mondo, di testimoniare la fede gioiosa e radicale nel Signore, roccia su cui costruire i nostri sogni di felicità e di piena realizzazione della propria vita. Questo era ed è il motivo per cui Papa Benedetto ha convocato i giovani a Madrid”.
Quindi con tali esperienze fatte e vissute lanciamo a tutti un grande invito a Rio de Janeiro 2013 per la prossima GMG?
“Senz’altro ma non solo, l’invito è quello di avere “nostalgia del futuro” se posso dire così, come più volte ho avuto l’occasione di fare. Una nostalgia che ci chiede di entrare nelle pieghe dell’ordinarietà della nostra vita sapendo che in essa si cela e ci attende la magnificenza di un Dio che abita i nostri minuti, i nostri attimi per farli diventare tutti esperienza di vita piena e felice condivisa con Lui amante della vita e amante dell’umanità. Quindi direi a tutti i giovani: “stanate e afferrate” quel Dio che vi attende nelle pieghe di tutte le vostre giornate, quel Dio incontrato e gustato a Madrid infatti è fedele e quindi non ci lascia mai soli e, sebbene più delicatamente e discretamente, non farà mancare a nessuno di voi la sua presenza e il suo amore che sa colorare di speranza e di gioia la vostra vita“.
(di Redazione ecclesiale)