Dal 3 a l 6 agosto si è svolto a Rimini il XXIII Convegno Nazionale della Comunità del Diaconato in Italia. I convegnisti partecipanti sono stati 200 comprese circa 50 spose. Il tema scelto era: “Diaconi educati al servizio del vangelo per il bene della società”. La riflessione proposta dai vari relatori aveva come riferimento la nota della CEI “Per un paese solidale. Chiesa italiana e mezzogiorno” e gli orientamenti pastorali per il prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”.
Il convegno ha visto la partecipazione di mons. Francesco Lambiasi – Vescovo di Rimini e Presidente della Commissione episcopale per il Clero e la Vita consacrata, di mons. Angelo Casile – Direttore dell’Ufficio Nazionale dei problemi sociali e del lavoro della Cei, di mons. Giancarlo Brigantini – arcivescovo di Campobasso e Presidente episcopale per i problemi sociali sociali e il lavoro, la giustizia e la pace – e di mons. Elio Tinti – Vescovo di Carpi e delegato per il diaconato per l’Emilia Romagna.
Tra i relatori don Antonio Brigliadori – delegato per il diaconato della Diocesi di Rimini; don Giuseppe Bellia – direttore della Rivista “Il diaconato in Italia”-; la prof.ssa Giuliana Martirani, docente della facoltà di Scienze politiche dell’università di Napoli; il prof. Luciano Meddi, docente di Catechesi Missionaria alla Pontificia Università Urbaniana; don Franco Appi, Responsabile Formazione Impegno Sociale e Politico della diocesi di Forlì.
Il vescovo mons. Lambiasi, nella celebrazione eucaristica di apertura del convegno si è soffermato sulla necessità di sentirsi amati per amare; di sentirsi serviti per servire e di sentirsi custoditi per custodire gli altri. È di fondamentale importanza saper cogliere l’immenso amore del Padre per ciascun uomo e donna; un Padre che si è fatto uomo e che ci ha mostrato nel figlio il vero volto di quella umanità che i diaconi e la Chiesa tutta sono chiamati a servire.
Don Giuseppe Bellia, nella sua relazione introduttiva ai lavori del convegno, titolata “Si mise a insegnare loro molte cose”, ha richiamato il fatto che la prima diaconia, sia quella della Parola. Un primato che va interpretato concretamente dando cuore alle relazioni. Ridare senso e cuore alle relazioni così come ha fatto e ha chiesto che si facesse lo stesso Gesù:” “ Date voi stessi loro da mangiare”. Quindi i diaconi come strumenti che permettono alla Parola di dare concretezza all’amore, al servizio e alla custodia dei fratelli, in particolare di coloro che non ce la fanno più da soli.
La prof.ssa Giuliana Martirani – nella sua relazione ha sottolineato che il nostro paese ha smarrito la sua identità di paese solidale. I diaconi sono chiamati a riscoprire e a far riscoprire la solidarietà coniugandola con la carità e la giustizia. Diaconi frequentatori con gioia e continuità della scuola dei poveri e degli ultimi per imparare a prendersi cura degli esclusi per dare loro una opportunità di vivere la propria vita con dignità. La relatrice ha con forza richiamato la necessità di ricostruire relazioni significative per difendere la dignità delle persone e delle famiglie, dando voce ad una Chiesa schierata a difesa dei poveri e degli ultimi.