Didattica più ricerca, ovvero una grande facoltà moderna. Detto altrimenti, un Dipartimento. Cambiano i nomi ma non la sostanza: al suono della campanella del prossimo anno accademico, Rimini presenterà un dipartimento: Scienze per la qualità della vita. L’unione fa la forza anche in università, per cui il Polo riminese in questo dipartimento mette assieme quattro facoltà: farmacia, lettere e filosofia (moda), medicina e scienze motorie. Totale: dieci corsi di laurea.
Il 16 settembre si alza il sipario sui Dipartimenti. E Rimini vuole arrivare all’appuntamento mostrando i muscoli.“Il documento per la creazione del dipartimento conta già 48 firme – spiega il presidente del Polo riminese, il prof. Giorgio Cantelli Forti – mentre ne basterebbero 35. Ma intendiamo arrivare a quota 58: con quel numero il dipartimento sarà ulteriomente rafforzato”.
Chi vorrebbe brindare è il preside di Lettere e Filosofia, il prof. Giovanni Matteucci. “È un dipartimento che ci pone all’avanguardia. – è la sua analisi – Intercetta esigenze didattiche che diventano laboratori e cerca interazione con il territorio”. Già ora Rimini vanta convenzioni con 150 aziende del territorio: con la ricerca che diventa strutturata, il futuro può essere ancora più rosa.
La seconda partita del campionato della didattica, più incerta (per ora) della prima, si gioca invce nel settore del turismo. “Un settore – avverte Luciano Chicchi, presidente di Uni.Rimini – che necessita di scienza, di studio, di analisi, per non essere preda dell’improvvisazione. Un dipartimento di Economia del Turismo potrebbe diventare un modello per il Mediterraneo”. Quale città migliore di Rimini, forte di un fenomeno turistico riconosciuto in tutto il mondo, potrebbe ospitare un tale laboratorio di idee? Tutti al lavoro, dunque, per ampliare l’offerta didattica del Polo riminese. Che registra altri successi. Il traguardo della facoltà di Economia, ad esempio. Ha tagliato il traguardo all’undicsimo posto in Italia, alzando le braccia ben prima di Bologna (21esima) e Forlì (15). Lo ha stabilito una ricerca del Censis, non BarSport. In pochi anni Rimini è passata dalla 21esima posizione del 2007, alla 18esima del 2009 all’attuale 11esima. Un bel risultato per una facoltà che ha due corsi di laurea triennale e tre di laurea magistrale, e conta 2.200 studenti. nel 2010, su un totale di 965 laureati nel Polo riminese, ben 354 (oltre il 36,5%) è uscito con l’alloro sul capo da Economia. “L’aspetto di internazionalizzazione è risultato importante ai fini del punteggio Censis” spiega il direttore di Uni.Rimini Lorenzo Succi. Il corso “Economics and market Policy” ad esempio è tenuto completamente in inglese e fa ottenere un doppio titolo: per l’Università di Bologna e per l’Università di Economia di Mosca.
Secondo successo: il corso di laurea magistrale in scienze motorie è organizzato proprio da Rimini, e avrà un’unità operativa su Bologna. Il mondo, a volte, si capovolge e anche i valori in campo finiscono per modificarsi.
Non è (ancora) così invece nella stanza dei bottoni. Tradotto: la rappresentanza nel Consiglio d’Amministrazione per le realtà romagnole. Chicchi traccia un profilo e dà i numeri. “Se la Romagna costituisce il 25% degli iscritti dell’Ateneo di Bologna, si merita anche un posto nel CdA”. Con la ratifica del nuovo Statuto, il Senato accademico lascia il posto al Consiglio d’Amministrazione: cinque consiglieri soli al “comando” dell’Ateneo. Il rettore Ivano Dionigi, dopo l’iniziale periodo di contrarietà, ora sostiene Rimini. “Ha compreso le potenzialità di RImini e del multicampus” assicura Cantelli Forti. Basterà ad assicurare più futuro universitario a Rimini?
Paolo Guiducci