Chiuso l’anno scolastico, hanno aperto le valigie. Ma non per un viaggio on the road alla Muccino: “estate non significa vacanza o tempo vuoto; vuoto forse dai soliti impegni ma non certo vuoto di entusiasmo, di vita interiore, di generosità, fantasia e altruismo” assicura Jessica Zavatta, 18 anni. Con lei sono decollati sull’aereo in direzione Brasile Alice, Anna, Beatrice, Chiara, Diletta, Francesca, Martina, Veronica, Andrea e Davide, “diretti” da don Giampaolo Rocchi. I dodici sono volati in Brasile per diciotto giorni. Obiettivo: portare a coetanei e a bambini più piccoli un po’ di quella esperienza vissuta a scuola, in parrocchia, dentro Azione Cattolica. Per non partire come un’Armata Brancaleone, il check-in lo hanno fatto in Vescovado: ad attenderli c’era il Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, che ha consegnato loro benedizioni e una “tau”, segno distintivo francescano.
Il filo rosso che lega la diocesi di Rimini, i volontari studenti e il Brasile ha il volto di una suora quarantenne, dinamica e profonda, e la “divisa” di color marrone e il velo bianco in testa delle suore Francescane Missionarie di Cristo, la comunità di religiose riminesi più conosciute come suore di S. Onofrio. Suor Milena Fabbri, riminese doc (anche la gemella Ornella fa parte dello stesso ordine religioso) è la master sister di una comunità di cinque sorelle: suor Cecilia, suor Maria, suor Rosimara e suor Viviane. Operano nella città di Apucarana, a 8 ore di pullman da San Paolo, a poca distanza dalle cascate del film Mission. Qui il gruppo dei riminesi ha prestato servizio presso il Cepes, centro educativo ricreativo per ragazze in difficoltà e con problemi: dai lavori manuali a quelli più educativi in sostegno agli operatori e alle religiose. Si sono immersi nella realtà dei Sem Terra, degli orfanatrofi e dei centri di prima accoglienza, organizzando anche mercatini per autofinanziare l’opera meritoria delle Missionarie Francescane di Cristo. “Esperienza sconvolgente – è il commento di don ’Giampa’, insegnante di religione – Mette in discussione il tuo stile di vita, poi ti fa toccare con mano realtà drammatiche. Come il bambino strappato dagli assistenti sociali dalle braccia della madre, vittima di problemi di droga: tutto questo avveniva sotto i nostri occhi e nella giornata in cui il tema da noi sviluppato era la giustizia”. Le suore al termine dell’esperienza hanno consegnato ai ragazzi in una celebrazione l’anello nero dell’alleanza di Cocun, a simboleggiare l’impegno di fedeltà ai poveri. Per tutta risposta, i ragazzi hanno donato alle sorelle il Tau (simbolo francescano) consegnato dal vescovo Francesco.
Per gli “studenti volontari” non si tratta della prima azione fuori le mura cittadine. È da otto anni infatti che i ragazzi partono ad ogni estate per un campo di condivisione con le missioni cattoliche riminesi: due stagioni in Albania, due in Tanzania, due in Etiopia e un anno in Zimbabwe, prima di scoprire la realtà del Brasile. Il “campo” non è un’esperienza estemporanea, ma giunge a conclusione di un anno di attività e formazione.
“Tante scoperte, un’esperienza straordinaria: – è il commento di Alice Montanari – quello che ho ricevuto è ben superiore a quel poco che assieme ai miei amici ho portato laggiù”. Anche per questo lei e gli amici del gruppo stanno già pensando come e quando ritornare con progetti e amicizia.
Paolo Guiducci