Basta! Adesso non se ne può più veramente. Adesso non si può più andare in acqua pensando all’ultimo temporale e cercando di scovare i minuscoli cartelli con il divieto di balneazione. Adesso non si può più scendere in spiaggia rischiando conati di vomito per l’odore nauseabondo lasciato dagli scarichi. Basta! Ma per gridarlo forte serve rifare completamente l’impianto fognario. Tradotto, servono 100 milioni di euro. Spicciolo più, spicciolo meno. Che sono un gran bel po’ di soldi. Ecco allora l’idea del sindaco Andrea Gnassi: “La tassa di soggiorno è un tema che deve porsi tutta la città. Apriamo un dibattito serio”. Ma non solo, perché il Gnassi pensiero si sposta anche su un’altra tassa, quella di scopo. “Una tassa che possa sostenere gli investimenti necessari per rilanciare la qualità e la competitività del territorio. Un contributo per cui fissare precisi paletti, individuare gli obiettivi e condividerli con la città, la classe dirigente, a destra come a sinistra”. Un appello raccolto dalle forze politiche che si sono rese conto che davvero Rimini è arrivata al punto del non ritorno. Perché sentire urlare turisti in spiaggia “in questo schifo d’acqua non ci entriamo e voi non ci vedrete più” non fa piacere. Soprattutto se si pensa di essere la capitale del turismo. Quindi “per risolvere il problema fogne- sottolinea l’assessore al Bilancio, Gianluca Brasini – dovremo accendere mutui per oltre 20 anni”. Intanto, dalla vicina Riccione, arriva una proposta choc da parte del PDL:“il Comune faccia causa a Rimini”. Per problemi legati all’immagine e per “un vero e proprio attentato alla salute pubblica” ha sottolineato Cosimo Iaia, consigliere del PDL.
Francesco Barone