L’invito dei Vescovi nel documento della CEI “Educare alla vita buona del Vangelo” a porre fra le scelte prioritarie e gli obiettivi più urgenti l’iniziazione cristiana alla luce dei cambiamenti culturali, stimola nuove scelte di progettazione e una riflessione a 360° sul valore dei sacramenti per la vita cristiana. Interpella soprattutto gli adulti non solo per individuare percorsi più efficaci a livello educativo, ma anche rispetto al significato che ogni sacramento ha nella propria vita di fede.
Se per il primo aspetto tutta la comunità sarà chiamata a individuare strategie adatte ai bambini di oggi e alle loro famiglie, a cui l’associazione darà il suo contributo di conoscenza ed esperienza attiva con i ragazzi, il secondo aspetto richiama la responsabilità di ognuno nel porsi domande sulla propria vita di fede.
In particolare nella nostra Diocesi si porrà a tema nel prossimo anno ecclesiale il sacramento del Battesimo.
Cosa vuol dire per un adulto ripensare il proprio Battesimo? Quali riflessioni per un adulto di AC?
Il nostro Battesimo può aiutarci a prendere coscienza della nostra identità. È facile il pericolo di adattarsi a questo mondo. A volte le persone non sanno più perché sono cristiani né cosa li diversifica da chi cerca la salvezza al supermercato degli itinerari spirituali. Il Battesimo ci dice che non siamo solo figli dei nostri genitori, ma anche figli di Dio, non abbiamo ereditato solo i caratteri dei genitori, ma in noi scorre anche una vita divina.
Le implicazioni di questo ci portao a cercare di vivere in pienezza il nostro innestarci in Cristo, senza scoraggiamenti, ricercando la nostra identità più profonda: la nostra conformazione a Cristo.
Vuol dire anche individuare dei momenti in cui ripensare il rapporto intimo con Gesù. Solo una vocazione pensata, che sa dare ragione delle scelte compiute può divenire significativa in un mondo che è ormai cambiato.
Il senso di felicità e pienezza è dato da una vita vissuta nella sintesi fra fede e vita. L’uomo di oggi non si discosta dall’uomo di altri tempi nel suo bisogno di amore infinito, di sentirsi amato e di amare. Questa pienezza, la si trova solo in Dio che è l’Infinito Amore.
La situazione che ci sembra di scorgere ora è che non solo la persona è divisa in se stessa nei suoi aspetti relazionali, nella sua esperienza di interiorità e di ecclesialità ma anche sente uno stacco insanabile nelle varie stagioni della vita.
È necessaria una proposta che colleghi tutti questi aspetti, che abbia quindi l’indicazione di un cammino diacronico, cioè per tutte le età, ed un cammino sincronico che permetta ad ogni persona una riflessione continua sul suo “stato di salute” rispetto alla fede, proposte che l’AC ha sempre avuto come caratteristiche peculiari, ma che oggi si presentano come più necessarie e urgenti.
In questa visione integrale della persona è necessario contemplare due aspetti della formazione, quello spirituale e quello legato alla vita.
Nel primo si tratta di realizzare appieno il nostro Battesimo. La via è sempre la stessa “Io sono la via, la verità e la vita”.“Gesù Cristo è la via che conduce ciascuno alla piena realizzazione di sé secondo il disegno di Dio. È la verità, che rivela l’uomo a se stesso e ne guida il cammino di crescita nella libertà. E’ la vita, perché in lui ogni uomo trova il senso ultimo del suo esistere e del suo operare: la piena comunione di amore con Dio nell’eternità.” (Educare alla vita buona del Vangelo, p.19)
La vita del cristiano sempre più conforme a Gesù, nel cammino verso la santità. Chi può dire di essere arrivato? A quale età? In realtà sappiamo bene che il cammino dura tutta la vita, che il confronto con la Parola deve essere continuo, che c’è sempre un di più verso cui tendere, anche per le persone più anziane. C’è una interiorità che va curata con la preghiera e con la partecipazione ai Sacramenti che la Chiesa ci mette a disposizione perché questa relazione con il Signore sia sempre più autentica, c’è la necessità di una vita intessuta di liturgia che ci permetta di assaporare la vicinanza del Signore. In questo cammino è centrale il giorno del Signore visto come momento culminante del rendimento di grazie.
Per noi cristiani e ancor di più per noi dell’AC, che abbiamo aggiunto la consapevolezza di una vocazione di amore verso il Signore e la Chiesa nel nostro tempo, nell’orizzonte della testimonianza e dell’educazione delle persone che incontriamo e delle nuove generazioni, non è accettabile che il dono dello Spirito ricevuto nel Battesimo, dell’innesto nella vita di Cristo vada “sciupato” perché non stiamo attenti a vivere una vita inseriti in Lui. Ogni persona è responsabile verso se stessa di questo cammino, ma quanto anche l’Ac può fare per offrire momenti di preghiera, di ascolto della Parola, di esercizi spirituali, di liturgie come occasioni per l’uomo di oggi di fermarsi e di riflettere sul proprio cammino spirituale. Parola e Liturgia, perle preziose delle quali non sempre abbiamo la profonda consapevolezza, vita comunitaria e carità.
È ancora più vero per i responsabili educativi e associativi “Responsabili non si nasce, ma neppure ci si improvvisa! La responsabilità, infatti, richiede accompagnamento paziente attraverso alcune attenzioni tra cui l’educazione alla libertà e al servizio e il discernimento comunitario nell’individuare, accogliere e formare le persone. Il responsabile “risponde” innanzitutto alla propria vocazione laicale: la prima fedeltà che gli è richiesta è vivere in pienezza il proprio Battesimo vivendo la proposta formativa del proprio settore di appartenenza; la responsabilità richiede un cammino connotato da gratuità e sollecita a vivere con fierezza e docilità il senso di Chiesa” (da Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica).
Nel secondo aspetto è bene conoscere le difficoltà dell’uomo di oggi attraverso un discernimento anche sulla realtà parrocchiale ed associativa. Siamo invitati ad utilizzare la nostra intelligenza per offrire le risposte che le persone cercano in una ottica missionaria ed evangelizzatrice in un impegno continuo e nel rispetto della libertà altrui.
È necessario confrontarsi sui temi della vita che ci coinvolgono tutti (lavoro, educazione dei figli, anzianità, temi culturali, temi legati allo sviluppo della società, cittadinanza…) con i “vicini” che hanno bisogno di confrontarsi per essere sempre più convinti della bontà della loro scelta e interpretazione della vita alla luce della fede e con i“lontani” che spesso nascondono il bisogno di risposte ultime sul senso della vita, della sofferenza, della morte e che hanno bisogno di leggere quello che capita loro nella vita in una prospettiva più ampia e di respiro più lungo, non solo schiacciato sul presente.
L’auspicio è che risulti feconda questa riflessione sull’iniziazione cristiana per tutte le nostre comunità e associazioni.
Dea Gualdi
Vicepresidente adulti