Dopo 90 anni e due giorni di vita e 57 anni di sacerdozio, don Antonio Bartolini, o don Tonino, come qui tutti affettuosamente e rispettosamente lo chiamavano, ha risposto all’ultima vocazione: la chiamata alla vita eterna. I cristiani delle catacombe chiamavano il giorno della morte il “dies natalis”, giorno della nascita alla vita che non finisce. Era nato l’8 giugno 1921 a Perticara, penultimo di 13 figli, da babbo Anacleto, minatore nella locale miniera di zolfo, e da Santa Mancini.
Ordinato prete il 25 marzo 1944 nella cappella del seminario di Pennabilli dal Vescovo Vittorio De Zanche, fu l’unico della sua classe a raggiungere il sacerdozio. Il suo primo incarico pastorale fu quello di cappellano a Talamello, sotto la guida di un santo sacerdote, don Filippo Baldassini, e all’ombra del meraviglioso Crocefisso, attribuito a Giotto, la cui festa è celebrata il lunedì di Pentecoste. Le prime esperienza pastorali, con le loro gioie e le loro pene, avranno certamente ispirato molti momenti di intimità, di preghiera e di dialogo di don Tonino con il Crocefisso.
Come la prima, anche la seconda esperienza pastorale di don Tonino a Montegrimano fu breve, per alcuni problemi di salute. Si ritirò per un tempo presso lo zio don Salvatore, parroco di Strigara.
A Natale del 1947 divenne coadiutore con diritto di successione del parroco di Vignola don Giuseppe Sartori, alla morte del quale giuridicamente succedette nel 1949.
Il 1° luglio 1998 don Tonino presentò al Vescovo di Rimini le dimissioni da parroco di Vignola, avendo già oltrepassato il compimento del 75esimo anno. Una settimana dopo mons. Mariano De Nicolò rispose accettando le dimissioni presentate.
Per 51 anni don Tonino esercitò il ministero sacerdotale a Vignola, dove fu parroco per 49 anni. Il suo stile fu calmo, sereno, pacifico; la sua nota dominante fu la costanza, la paternità sacerdotale e la saggezza della guida spirituale. Quando dissi ai miei che volevo entrare nel seminario, mia madre mi disse “se vuoi essere prete e un buon prete, guarda don Tonino”, da cui usava confessarsi.
Don Tonino fu all’origine della nuova parrocchia e chiesa parrocchiale di San Paolo di Ponte Uso, la cui prima pietra venne benedetta da mons. Antonio Bergamaschi il 6 luglio 1958. Sotto l’altare una pergamena, dettata in latino da mons. Rubertini, in italiano dice “nell’anno del Signore 1958, durante l’anno centenario dell’Apparizione della Beata Vergine Immacolata nella Grotta di Lourdes, in giorno di domenica 6 luglio, alla presenza dei sacerdoti don Antonio Bartolini parroco di S. Maria in Vignola, don Domenico Palpacelli parroco di S. Maria di Pietra dell’Uso e di don Fernando Ferrini parroco di S. Apollinare di Ginestreto, Sua Eccellenza Mons. Antonio Bergamaschi, Vescovo di Montefeltro, tra la letizia del popolo plaudente, compì la rituale benedizione della prima pietra della nuova chiesa parrocchiale”. Terminata la costruzione materiale della chiesa, don Bartolini per diversi anni si dedicò alla costruzione della comunità parrocchiale di San Pietro Apostolo di Ponte Uso. In quella chiesa non ancora ultimata, fui ordinato sacerdote il 14 marzo 1964, assistito da don Antonio Bartolini e da don Alfonso Clementi.
Per circa due anni don Tonino ha compiuto il servizio pastorale anche presso l’Abbazia di Montetiffi, di cui si innamorò e della quale nel 1967 scrisse la storia.
La chiesetta di San Donato, nella parrocchia di Vignola, fu teatro di una celebre battaglia di cui parlano le memorie della II Guerra Mondiale. Don Tonino molto fece perché scomparissero dai muri i segni della violenza e dell’odio e la chiesetta rifatta tornasse a essere sul colle del vasto orizzonte un invito alla fede, all’amore, alla speranza.
Un servizio lungo, silenzioso e prezioso è stato quello che egli ha prestato con puntuale regolarità alle Suore Agostiniane di Sogliano come cappellano e confessore.
Il 9 novembre 1985, mentre ricevevo l’ordinazione episcopale dal Card. Jozef Tomko nel Duomo di Rimini, avevo la gioia di essere nuovamente accompagnato da don Antonio Bartolini e da don Alfonso Clementi.
Come segno di amore per queste terre, queste chiese e questa gente, egli ha lasciato diverse pubblicazioni storiche, diventate un punto di riferimento obbligatorio per chi voglia conoscere meglio i nostri posti.
Nel 1998 il comitato parrocchiale di Vignola pubblicò un volumetto dal titolo: “Terra di Vignola: una campana, il prete, la sua gente”, per onorare e ringraziare don Bartolini al termine del suo lungo ministero.
Lo stesso anno 1998 egli si ritirò presso la Casa del Clero in Rimini fino all’8 marzo 2011, quando fu trasferito al Maccolini, dove è deceduto il 10 giugno.
mons. Pietro Sambi