La coperta è sempre corta. Con il sole o con la pioggia, il mare “mangia”. E la spiaggia si accorcia. Magari non sempre a vista d’occhio, o ad uno sguardo poco allenato, ma l’arenile di stagione in stagione si restringe. Accidenti alle mareggiate. Un dato che accomuna tutti, chi più chi meno, da Bellaria a Cattolica. Mettiamoci anche le scogliere grattate e in alcuni punti una balneazione un po’ fangosa, e l’immagine di un mare sull’uscio è servita. Chiedere agli operatori di spiaggia della Perla Verde, oppure ai bagnini di Rimini nord, molti dei quali senza più capelli in cui passarsi le mani dal nervoso.
Ne han viste troppe, da quando piantano gli ombrelloni. Secondo gli studiosi locali, da 70 anni in qua la riviera riminese è particolarmente soggetta al fenomeno erosione. A Riccione, per il presidente dei bagnini locali Enzo Manzo, a seconda della virulenza delle mareggiate si è arrivati a perdere fino a 30 metri di arenile. 30 metri? “I vecchi marinai e bagnini della Perla parlavano di 1 metro l’anno, ora l’Adriatico si mangia 15 metri di spiaggia in un colpo solo” dice sconsolato il 76enne lupo di mare. Non va meglio a Bellaria Igea Marina. “Il mio bagno ha ridotto le fila da 15 a 10” mastica amaro lo storico bagnino bellariese Armando Valentini.
Per contrastare il fenomeno del mare che “gratta la sabbia” (con le correnti marine che spingono da sud verso nord, sono queste zone a soffrire maggiormente del problema), sulla riviera le stanno provando tutte, con alterne fortune per la verità.
L’Adriatico affamato mangia anche Rimini nord, dove oltre all’erosione c’è da combattere anche ghiaia, fango e acqua poco limpida. È il caso di Rivabella, ad esempio. Dito puntato sul deviatore del fiume Marecchia, che scarica in mare fango e sassi. Ma sono tutti e sette i km del litorale nord ad essere tradizionalmente colpiti dall’erosione: qui si concentrano infatti gli sforzi del Comune di Rimini. Nel 2010 Palazzo Garampi investì 61mila euro, addirittura 190mila nel 2009. Altri 200mila euro sono stati “spalmati” sempre la scorsa stagione sull’intera provincia dal Stb, Servizio tecnico bacini Romagna, a cura della Regione. Ma tutti i comuni da Misano a Bellaria ogni anno sborsano migliaia di euro per “spalmare” migliaia di metri cubi di sabbia nei tratti più colpiti, ed eliminarla dove invece è più sedimentata.
A Viserba è andato in scena l’abbassamento sperimentale delle scogliere. In pratica, saranno “segati” alcuni scogli, per due terzi ciascuno. Ora sono soffolti, a pelo d’acqua. A Igea Marina, dove è stato praticato, ha causato un ulteriore dimagrimento della spiaggia, con gli operatori imbufaliti. A Viserba invece sembra aver dato evidenti risultati. Il profilo della battigia si è uniformato, la spiaggia ha guadagnato diverse centinaia di metri, sono tornati i segni delle onde sulla sabbia. Dulcis in fundo, il livello dell’acqua si è alzato in maniera considerevole: in poche settimane a 10 metri dalla scogliera si è passati da 40-50 cm a 170-190 cm. La scogliera rasata inoltre ha risposto bene alla mareggiata, sia di tramontana che di levante o greco, allungando la spiaggia invece di eroderla. Risolto un problema, ne spunta un altro? “Il «pennello» della fossa dei Mulini di Viserba a detta dei tecnici è una delle cause dei fenomeni erosivi. – fa presente il consigliere del Quartere 5 Gabriele Bernardi – Quel «pennello» è stato addirittura rinforzato in occasione dei recenti interventi: lasciarlo com’è sarebbe deleterio per la questione degli scarichi a mare”.
Secondo il presidente di Oasi Confartigianato, la massima categoria dei bagnini, “dove l’erosione è violenta servirebbero le maniere forti. – è l’opinione di Giorgio Mussoni – Purtroppo servirebbe una quantità di pietra molto maggiore di quella utilizzata, e di conseguenza un investimento enorme”. Le migliori difese resterebbero i tradizionali scogli che “parano” le mareggiate.
Trovare un migliore equilibrio delle correnti per la pulizia delle acqua di balneazione e ridurre l’erosione della spiaggia non è facile. La coperta sembra sempre corta. L’unica speranza è nel fronte comune: dopo anni in cui di fronte al mare forza quattro ciascuna amministrazione si comportava a modo suo, ora la Regione ha istituito un tavolo con i cinque comuni interessati (Bellaria, Cattolica, Misano Adriatico, Riccione e Rimini) per lavori concertati in grado di arginare l’erosione.
Paolo Guiducci