È il dato più eclatante del turno amministrativo. Per il resto, pur registrando un recupero complessivo del PD, i risultati delle principali città e province disegnano un sistema in faticosa evoluzione, con una notevole varietà di situazioni locali, come è naturale che sia. In sostanza, non ci sono sconti per nessuno. E questa è dopo tutto la sola certezza di un turno amministrativo delicato e politicizzato. Non ci sono scorciatoie, non c’è alcuna alternativa possibile al faticoso lavoro quotidiano. Non è tempo di miracoli, verrebbe da concludere, ognuno si rimbocchi le maniche. A partire dal governo e dal suo presidente. Né le forze di protesta, a partire dal movimento Cinquestelle, hanno fatto il pieno. Se non in Emilia Romagna, anche per i “grillini” si registra un andamento altalenante.
I risultati complessivi del primo turno sono articolati e anche contraddittori. Disegnano una geografia di partiti e movimenti deboli, di fronte a un elettorato scettico, come dimostrano i dati sull’affluenza, in calo evidente.
Tra 15 giorni i risultati dei ballottaggi potranno definire il quadro di chi vince e di chi perde. Ma il dato strutturale è quello emerso al primo turno: regge il quadro del bipolarismo, ma fa fatica, tende a sfrangiarsi, anche se più per sgocciolamento che per frattura.
Forse dal moto uniformemente strillato, che ha segnato le successive alternanze, e caratterizza i toni giustizialisti o populistici, è tempo di passare a un nuovo registro di comunicazione e, dunque, di azione. Forse chi lo sperimenterà fin da domani rischia di vincere già il secondo turno.
Cacciati dalla porta i programmi e la realtà concreta dei fatti rientrano dalla finestra. È su questo, sul concreto dell’amministrare e del buon governare che ci dobbiamo misurare, senza sconti per nessuno. E su questo, e non su altro, c’è da scommetterci, si giocherà anche la prossima campagna elettorale politica. Chi la vuol vincere si sintonizzi con gli italiani e lavori su questo registro, da subito. (Sir)