L’an di Rimnes (l’anno dei riminesi)
Znèr (Gennaio)<7b>. L’Epifania, tóti al festi la porta via (l’Epifania, tutte le feste porta via; cioè la Pasquèta, che invece sarebbe il Lunedì dell’Angelo) e la Befana: chi non ricorda quel giorno, di gioia, speranza o delusione, quando da piccoli, si attendeva il regalo ma per i disubbidienti si trovava la calza piena di carbone?
Febrèr (Febbraio). La Candlora, da l’inverne a sem fóra (la Madonna della Candelora, dall’inverno siamo fuori. Invece “l’è l’an dè nevòun” è l’anno della grande nevicata, il 1929).
Mèrz (Marzo). La fugarana per San Jusèf (il falò per San Giuseppe). Per San Benedèt la rundanèina säta e’ tèt (per San Benedetto la rondine sotto il tetto).
Avril (Aprile). E’ sumarlòng per Pasquèta (il somaro lungo per il Lunedì dell’Angelo, cioè un’allegra gita in carrozza trainata da cavalli o a cavallo di asini o in bicicletta, alle Grazie, il Colle di Covignano, per un gustoso pranzo al sacco o per una merenda, l’imbrènda).
Maz (Maggio). Maz dè còl lòng dal primi spuntunèdi da la palèda o da e’ trampulèin (Maggio dal colle lungo, cioè delle giornate più lunghe dell’anno, ma soprattutto per i riminesi i primi tuffi dal molo o dal trampolino, oggi non più installato e tanto rimpianto). I più anziani ci ricordano che i loro genitori cantavano “Il 24 maggio, 1915, la guerra è dichiarata e la città di Rimini per prima è bombardata (dal mare)”. E il terremoto del maggio 1916, inferiore solo al più disastroso del 1875.
Zògn (Giugno). La fèlza te pógn (la falce nel pugno, per i giovani riminesi inizio della caccia alle ragazze forestiere).
Lój (Luglio). È sól aglion, òz liòun (il solleione, la grande calura, la bulura). La calèda di furis-cér (il pienone dei forestieri, ovvero i turisti). Adès i ha inventè la Notte Rosa (adesso è stata inventata la Notte Rosa).
Agäst (Agosto). Per San Lurénz guèrda al stèli e fa un pensier (per San Lorenzo esprimi un desiderio e se cade una stella si avvera). È piènt dl’albergadór: lè finì l’instèda (il pianto dell’albergatore: è finita l’estate).
Setembre (Settembre). Uva fata e fig ch’i pènd (uva fatta e fichi che pendono; un mese generoso. Il ritorno a testa bassa dalle morose riminesi dopo gli abbandoni estivi).
Utóbre (Ottobre). San Gaudenz (festa di San Gaudenzo, il 14 ottobre, patrono della città e tombola tradizionale in piazza Cavour).
Nuvembre (Novembre). È més di Sént e di mort (il mese dei santi e dei morti. Visita al cimitero, e’ camsènt, da Psardèin, come veniva chiamato allora il custode del cimitero. Perché chi moriva non andava al camposanto ma dal Psardèin). Poi i primi bombardamenti dla sgònda guera mundiela (i primi bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, il 1, 26 e 27 del 1943).
Dicembre (Nadèl). È nas e’ Bambèin Gisó – o e’ Signór (Natale, nasce Gesù, o il Signore, la festa più bella per i cristiani, il giorno che si desidera passare in famiglia). Mo se piòv per Sènta Bibièna è piòv per quaranta dé e una stmèna (ma se piove per Santa Bibiana, il 2, piove per quaranta giorni e una settimana).
Amos Piccini