Rimettendo ordine nel mio archivio fotografico, mi sono ritrovato tra le mani una vecchia foto del 1971, in cui mio padre, rag. Angelo Morolli, allora presidente della Banca di Rimini (in quegli anni si chiamava Cassa rurale ed artigiana di Rimini San Gaudenzo) in occasione del trasferimento dell’Istituto nel palazzo, che tuttora occupa, consegna una medaglia d’oro al suo predecessore Cav Luigi Morolli.
È la foto che vedete. Sono partiti da lei i miei pensieri e quello che dirò ora.
E così, sul filo dei ricordi, la mia penna inizia a tracciare una breve storia della Banca. Correva l’anno 1921, addì 10 aprile, quando nella casa parrocchiale di San Gaudenzo, per opera del parroco Pallotta, che ebbe la geniale intuizione, fu costituita (davanti al notaio Francesco Saverio Gostoli), la “Casa rurale interparrocchiale di San Fortunato, Sant’Andrea dell’Ausa e San Gaudenzo di Rimini” con sede in San Gaudenzo.
Alle origini di una storia
Il primo Consiglio di Amministrazione era composto da Primo Rigucci, Carlo Totti, Luigi Moretti, Giuseppe Benvenuti, Achille Fabbri, Felice Sammarini , Salvatore Maioli, mons. Pallotta e Luigi Morolli che fu il primo presidente dello Statuto originario, approvato dalla prefettura di Forlì. Emergeva già allora lo “spirito di solidarietà e di mutualità” che erano alla base del quotidiano operare della Banca a servizio delle popolazioni del riminese.
Dalla fine degli anni ’20 fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, la Cassa rimase in vita, nonostante le note difficoltà del conflitto e delle conseguenti problematiche legate alla ricostruzione della città, martoriata dalle distruzioni causate dai tragici bombardamenti aerei. Fu poi negli anni ’50 che la sede si trasferì dalla casa parrocchiale a Piazza Mazzini, in due stanzette, situate dove ora sorgono gli esercizi Battistini (gastronomia e alimentari) e Rinaldini (pasticceria). Nell’assemblea del 30 marzo 1958 fu in seguito approvato il nuovo Statuto e un nuovo nome per l’istituto che divenne: “Cassa rurale ed artigiana San Gaudenzo”. Continuò a chiamarsi così fino al 7 aprile 2002, quando la denominazione sociale divenne “Banca di Rimini Credito Cooperativo”.
La crescita
Fu tuttavia negli anni ’70 che la Cassa si sviluppò fortemente, acquisendo un ruolo di primo piano nel panorama bancario riminese e provinciale. In quegli anni e fino agli anni ’80 fu presidente mio padre, già funzionario delle imposte dirette di Rimini, che prendendo il testimone dello zio Luigi Morolli, diede un forte impulso finanziario ed organizzativo. Così, durante i suoi numerosi mandanti presidenziali, (coadiuvato sempre dall’attivissimo vice presidente Giorgio Bagli ed attorniato da validissimi consiglieri, tra i quali vi era Giuseppe Frisoni, padre dell’attuale presidente) mio padre nel 1971, in occasione del cinquantesimo di fondazione della Banca, provvide a trasferire la San Gaudenzo dalle due stanzette locate in Piazza Mazzini all’attuale moderno palazzo con più piani.
Una nuova casa
Con l’acquisizione di questa nuova struttura, vennero utilizzati nuovi e più ampi locali, man mano che aumentava l’operatività e che più numerose e complesse si facevano le operazioni bancarie. Di conseguenza, occorrendo nuove risorse umane, si passò ad un deciso aumento di assunzioni e ben presto i dipendenti da 8 passarono a 30. Un ulteriore salto di qualità avvenne il 27 ottobre1973, quando davanti ad un notaio Il presidente della San Gaudenzo e quello della Cassa di Montefiore firmarono un procedimenti di fusione.
Per effetto di questo, la San Gaudenzo, quale Cassa incorporante, subentrò in pieno diritto nella gestione degli sportelli della Cassa di Montefiore, ma soprattutto allargò notevolmente la zona di operatività che oltre ai comuni di Rimini e Montefiore si estese anche a quelli di Riccione, Morciano di Romagna, Misano e San Clemente. Ciò significava un aumento di importanza connesso ad un aumento di responsabilità, in più vasti territori.
Un banca più vicina
Tuttavia, in questo periodo mio padre rileva non solo un più facile accesso al credito di più persone ed imprese, ma anche un coinvolgimento di una più ampia base sociale in un’elevazione morale, economica e sociale che facilitasse un retto uso del denaro, facilitando e promuovendo le iniziative private o consociate, seguendo i principi ed il metodo della cooperazione cristiana. Sempre in contatto ed in stretto accordo con le Federazioni regionali e nazionali delle Casse rurali ed artigiane mantenne sempre vivo il coordinamento con le casse di Bellaria, Ospedaletto, San Vito e Santa Giustina incontrando periodicamente i rispettivi amministratori. Cercò sempre poi il contatto diretto con tutti i soci ed al fine di incontrarli periodicamente.
La festa del socio
Annualmente inventò per loro la festa del socio (memorabile quella presso la fonte Galvanina e quella a Montefiore Conca) e la distribuzione ai medesimi dei pacchi dono, in occasione delle festività di fine anno. Inoltre si prodigò per l’assegnazione di borse di studio a giovani studenti meritevoli intitolate a Luigi Morolli e a mons. Pallotta.
Fu pure l’iniziatore di opere benefiche quali le consegne, a titolo di dono, di pulmini: uno all’ospedale Infermi di Rimini e l’altro all’Istituto San Giuseppe. Mio padre si prodigò con tutto se stesso per l’allora San Gaudenzo e mai si risparmiò. Negli anni successivi Ugo Volanti e poi Osvaldo Morri tennero la presidenza, consolidando la presenza della Cassa sul territorio. Nel tempo poi la Banca si è ulteriormente sviluppata tanto che ora conta 960 soci, 137 dipendenti e 18 sportelli a piena operatività, mentre la sua zona d’influenza si è allargata anche a San Mauro Pascoli, Santarcangelo di Romagna, Verucchio, San Clemente, Auditore, Gabicce Mare, Gradara, Mercatino Conca, Sassofeltrio, Tavoleto, Mondaino, cattolica, Coriano. E, da socio, oggi plaudo all’iniziativa del nuovo presidente Cesare Frisoni che con atti concreti vuol rinverdire a novant’anni dalla sua fondazione, lo spirito di solidarietà e di mutualità originaria, “in sintonia con i valori che hanno orientato l’Istituto, nel lungo periodo di vita sociale, in continuità con quei pionieri del 1921, sempre al servizio della gente della nostra provincia, in un patto tra Banca, soci, clienti, territorio e portatori d’interessi”.
Mio padre…
Parallelamente, ed ancor prima, dell’esperienza in Banca, mio padre riminese di nascita ma poi stabilitosi a Viserbella, dopo il suo matrimonio con Margherita Sturani, fu un punto di riferimento per la comunità viserbellese e per la parrocchia che a lui chiesero consigli, pareri e consulenze per varie incombenze burocratiche, civili e finanziarie e dette il suo apporto al comitato Turistico in vari anni per le varie manifestazioni turistiche e teatrali (forse non tutti sanno che egli fu anche attore negli anni ’50 in una commedia dal titolo La fortuna si diverte).Fu anche presidente dal 1972 della Polisportiva Viserbella che in quell’anno vide la luce e ad essa dette il suo apporto attorniato da validissimi consiglieri. Infine, combattente nell’ultima guerra, ferito a Valona in Albania e decorato, fu presidente per lunghi anni dell’Associazione Combattenti e Reduci sezione di Viserba ed a questa dette impulso nelle celebrazioni del 4 novembre e nell’organizzare vari momenti conviviali e svariate uscite nei luoghi della memoria. Ed il titolo di cavaliere della Repubblica assegnatogli nel 1975 fu poi naturale riconoscimento di tutta un’opera svolta con competenza, passione e servizio nei vari incarichi che si trovò a ricoprire, negli anni, nel territorio riminese.
Enrico Morolli
Nella foro, 1971, il presidente della San Gaudenzo Angelo Morolli consegna al suo predecessore Cavalier Luigi Morolli una medaglia ricordo