Ballo, gioco delle carte ma anche conferenze sulla salute, momenti formativi e tanto altro. Sono le numerose attività organizzate all’interno dei centri sociali anziani presenti in provincia.
Ventiquattro in totale (con quasi diecimila iscritti) spalmati sull’intero territorio a partire dal capoluogo fino ai più piccoli comuni limitrofi, non fanno rimpiangere, grazie alla loro vitalità, le antiche osterie o i bar dove gli ultrasessantenni si ritrovavano un tempo. Una delle caratteristiche principali di questi centri è la possibilità di trascorrere momenti in compagnia ma anche, per gli anziani stessi, di essere risorsa attiva nel territorio.
In giro per i Centri
“Uno dei servizi offerti dal nostro centro – racconta Jaqueline Weber, presidente del centro Le Pozzette di Villa Verucchio – è quello di accompagnare, con l’auto, le persone più anziane in ospedale a fare terapie. Spesso i figli non hanno tempo e allora non è raro che volontari, magari non più giovanissimi, si rendano utili in questo servizio”.
Pranzi, feste e attività sono pensati non solo come momenti ludici “ma anche come un modo per fare beneficenza. – aggiunge Giancarlo Tarsi, presidente del centro Giovannini Vici di Cattolica – Organizziamo molte iniziative a favore dei malati di Alzheimer, dell’Aism e per i bambini della Tanzania”.
Vengono organizzate anche feste a tema come quelle contadine per far conoscere i prodotti locali, o momenti di confronto con esperti nei temi della salute e c’è addirittura chi chiama il maresciallo per la difesa personale. “Oltre alla ginnastica dolce, al coro, alla presenza di infermieri e farmacisti che insegnano come prendere i farmaci – spiega Antonio Valloni, presidente del centro I senza età di Coriano – i nostri iscritti possono imparare a non farsi scippare grazie alle lezioni pratiche di un maresciallo”. Qui è attivo anche un coro che per la festa del 150° ha intonato l’inno nazionale.
A ognuno la sua specialità
Ogni centro sembra avere la sua specialità. C’è chi organizza gite come l’Anziani Ausa, chi balla, come ad esempio il Viserba 2000, e chi gioca semplicemente a carte. L’importante è stare in compagnia, perché come emerge da alcuni studi, a far soffrire di più gli anziani oggi è la solitudine. “Dove vado se non vado al centro?” afferma il “frequentatore tipo” di queste associazioni, che sia uomo o donna, molto anziano o appena entrato sulla soglia della terza età.
Quasi trentamila sono le persone dai 65 anni in su, residenti al primo gennaio 2011 nella provincia di Rimini, ovvero il 20,6% della popolazione totale, secondo una ricerca dell’ufficio statistica della Provincia di Rimini. Considerando che in questa fascia buona parte delle persone gode ancora di buona salute si comprende quanto sia importante la presenza dei Centri sociali per anziani, occasione di incontro e socializzazione.
Chi paga i conti?
Ma come si sostengono materialmente? Vittorio Morolli, presidente provinciale di Ancescao (Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti), dà una spiegazione. “Il 99% dei centri possiede la casa data in esclusiva dal Comune a cui appartengono, o in comodato d’uso per alcuni giorni alla settimana. Poi c’è il tesseramento che, per i centri che fanno parte della nostra associazione (19 sul totale di 24 presenti in provincia), è di 6 euro all’anno. È molto importante sottolineare che si tratta di enti no profit basati essenzialmente sul volontariato. Non c’è però molto ricambio generazionale. Se è possibile fare un appello: vorremmo contattare i cinquantenni, persone giovani per le quali il centro diventi momento di incontro ma anche possibilità di rendersi utili agli altri”. Il centro infatti non è un luogo riservato esclusivamente ai capelli color argento: vi si possono iscrivere persone di ogni età.
A porte aperte…
Silvia Ambrosini