Le bandiere che sventolano, le masse nelle piazze, i diritti dei lavoratori, l’Italia del dopoguerra: distrutta e da ricostruire. Le macerie di un Ventennio che non sono solamente i calcinacci per le strade ma sono anche quelle più intimamente accumulate nelle storie personali di ognuno. Un fermento da collocare e indirizzare. È questo il momento in cui si fa l’Italia e si fanno gli italiani così come li conosciamo oggi. Ed è dentro questo mare in tempesta, in questo tempo lacerato che nascono le realtà sindacali – più o meno tutte – dello stivale della repubblica.
60 anni di Cisl a Rimini. Tracce di un sindacato nuovo è il titolo del volume curato da Oreste Delucca, Carlo Pantaleo e Gino Taraborelli in occasione del sessantesimo compleanno del sindacato riminese.
In effetti la storia della Cisl a Rimini, seppur nelle sue specificità, si intreccia a doppio filo con la storia del suo “papà” di casa a Roma. Il sindacato nazionale, infatti, ha attraversato diverse tappe che poi hanno avuto l’effetto specchio su Rimini.
Un po’di storia
Nel 1943 la caduta del regime fascista lascia la classe lavoratrice in cerca di un prospettiva unitaria e di una direzione da seguire. Appena un anno dopo, nel 1944, arriva una prima risposta a questa esigenza e con la firma del “Patto di Roma” viene sancita l’unità sindacale. Il Patto viene sottoscritto dai tre maggiori partiti del Comitato di Liberazione Nazionale facendo confluire in un unico punto tre spinte molto diverse tra di loro: cattolica, comunista e socialista. Così nasce la Cgil, la nuova organizzazione dei lavoratori. Ma queste tre componenti troveranno punti di disaccordo molto presto.
Si legge nel volume: «Fin dai primi momenti la corrente cristiana si trova a dover affrontare problemi interni ed esterni alla Confederazione. Sul fronte interno Achille Grandi (segretario generale della corrente cattolica, ndr), nel sottolineare i pericoli dell’inflazione, prospetta un’azione rivendicativa prioritariamente centrata su una politica di stabilità monetaria; ma la sua componente si trova isolata e la linea viene respinta. Sul fronte esterno la Democrazia Cristiana, che pure aveva approvato il Patto di Roma, riconoscendo l’unità del sindacato, indipendente da ogni legame di partito e aperto ai lavoratori di ogni fede e di ogni idea, cerca di condizionare – attraverso le Acli – la rappresentanza dei cattolici nella Cgil. Grandi si oppone, originando un forte contrasto con Alcide De Gasperi. (…) Ma i tempi di una effettiva autonomia ancora non sono maturi. Prova ne sia la costituzione dei Cis, i Comitati d’Intesa Sindacale, composti da rappresentanti della corrente cristiana in seno alla Cgil, rappresentanti della Dc, delle Acli e della Coldiretti. L’iniziativa, oltre motivazioni propriamente politiche, esprime l’esigenza di un sostegno alla componente cattolica che, all’interno del sindacato, sta vivendo una situazione di disagio accompagnata – in molte realtà periferiche – da fenomeni di intimidazione e talora di sopraffazione».
Nel 1947 al primo congresso della Cgil emergono più nette le controversie. La componente cattolica si allontana e nel 1948 nasce un nuovo sindacato “libero e autonomo”. Si tratta della Libera Cgil, una fase di transizione che porterà sino alla Cisl che rappresenta l’unificazione tra libera Cgil, Fil e Ufail.
Rimini come Roma
Rimini ripercorre, più o meno, le stesse tappe. Si legge: «Nel prosieguo di tempo, così come si è verificato in campo nazionale, all’interno della stessa organizzazione sindacale riminese i rapporti subiscono un certo deterioramento. Le spinte massimaliste che contraddistinguono alcuni comparti sono all’origine di forti contrasti. Spesso prevale l’aspetto agitatorio e propagandistico sulle rivendicazioni immediate. Le tensioni si fanno più accese durante le campagne elettorali, che vedono la struttura Cgil entrare in pieno nell’agone politico, soprattutto a sostegno del Partito Comunista. La corrente cristiana – anche per la sua ridotta consistenza numerica – fatica ad avere un peso significativo, rischiando continuamente di venire egemonizzata; d’altra parte, è proprio questo timore che trattiene molti lavoratori cattolici dal’aderire alla Cgil, perpetuando così la situazione».
Il primo maggio 1950 anche a Rimini nasce la Cisl.
Di decennio in decennio, sino ad oggi, il sindacato discute e ridiscute, si mette a fianco dei lavoratori accompagnandoli nei corsi e ricorsi storici. Nell’ultima parte del libro una carrellata di fotografie che accompagnano questi 60 anni sino ad uno dei capitoli conclusivi. Attraversare la crisi (verso il 2010) … la storia che non vuole finire.
Angela De Rubeis