L’impiego di questo materiale è fuori legge dal 1992. Eppure in Italia ci sono in giro ancora 32 milioni di tonnellate di prodotti contenenti amianto e le bonifiche non si fanno o vanno al rallentatore. Le discariche non bastano, gli incentivi sono pochi e ci sono alcune regioni che ancora non hanno nemmeno un Piano Regionale per lo smaltimento. Per fortuna l’Emilia Romagna non è tra queste. Per favorire una reale qualificazione sia ambientale sia energetica del nostro sistema produttivo, infatti, la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione 9 milioni di euro per sostituire le coperture in amianto, spesso presenti sugli edifici produttivi, con impianti fotovoltaici. Il contributo è rivolto esclusivamente alle piccole e medie imprese, con sede legale e/o operativa nel territorio dell’Emilia Romagna e non potrà essere superiore a 150mila euro per ciascun beneficiario.
In altre parole, fotovoltaico al posto dell’amianto. Il provvedimento è stato proposto dall’Assessorato alle Attività produttive a braccetto con quello all’Ambiente. Le domande di contributo dovranno essere presentate entro il 15 aprile 2011 alla Regione Emilia Romagna. Ma dopo il decreto Romani “ammazza-rinovabili”, quel termine sarà ancora sufficiente?
La Provincia di Rimini, intanto, pur non avendo un ruolo diretto nella presentazione delle domande, scende in campo nella lotta contro l’amianto “selvaggio”: uffici a disposizione dei cittadini e imprese per comprendere al meglio le caratteristiche del bando e per consentire al maggior numero di imprese riminesi di partecipare all’assegnazione dei contributi. Il tutto allo scopo di avviare la rimozione del pericoloso materiale e istallare i pannelli fotovoltaici sui tetti. “Nella convinzione – sostiene l’assessore all’Ambiente e all’Energia, Stefania Sabba – che è preferibile produrre energia utilizzando le coperture di edifici già esistenti. Ciò consente di risparmiare il prezioso suolo agricolo e di preservare il paesaggio. In questo caso, inoltre, si rimuove una sostanza pericolosa”.
Un bando a dir poco appropriato per Rimini, che pur potendo vantare progressi nello smaltimento dell’amianto, è ancora in fondo alla classifica per impianti fotovoltaici. Se l’Emilia Romagna, infatti, è seconda in Italia per numero d’impianti, trainando lo sviluppo nazionale del fotovoltaico, Rimini è agli ultimi posti in regione, davanti solo a Piacenza e Parma. Secondo dati risalenti a giugno 2009, la provincia riminese può contare su 313 impianti, in grado di sviluppare 3.102 chilowatt di potenza. Pochini. Quindi rimboccarsi le maniche e sfruttare il bando della Regione Emilia Romagna.
Il Bando
Possono fare domanda tutte le imprese singole, i consorzi e le società consortili, costituiti anche in forma cooperativa, tra piccole e medie imprese. Al fine di poter accedere al contributo previsto nel bando, gli immobili o edifici presso cui si realizzano gli interventi devono caratterizzarsi quali costruzioni adibite ad attività industriali o artigianali. Il tributo, infatti, sarà concesso soltanto agli immobili costituenti sedi di lavoro. Tali immobili dovranno essere situati nel territorio della Regione Emilia Romagna. “Gli interventi finanziabili sono quelli finalizzati alla destituzione dell’amianto e al montaggio d’impianti fotovoltaici – spiega Stefano Stefani, del Servizio Energia ed Economia Verde Regione Emilia Romagna – e il contributo previsto dalla Regione non potrà essere superiore a 150mila euro per ciascun beneficiario”. Per accedere ai contributi previsti nel bando, le imprese richiedenti dovranno presentare un progetto, che dovrà obbligatoriamente prevedere la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto e l’installazione sugli edifici d’impianti fotovoltaici di nuova fabbricazione. I progetti integrati dovranno prevedere un investimento minimo, complessivamente considerato per tutti gli interventi da realizzare (conteggiando gli investimenti relativi all’impianto fotovoltaico, anche qualora il relativo costo rimanga totalmente a carico dell’impresa), non inferiore a 100mila euro. Il contributo sarà concesso sotto forma di versamento in conto capitale a fondo perduto.
A condizione che…
Ma attenzione! Esistono delle condizioni alle quali può essere concesso il contributo regionale. Innanzitutto gli impianti fotovoltaici dovranno essere integrati con caratteristiche innovative, e cioè impianti che utilizzano moduli e componenti speciali e sviluppati specificamente per integrarsi e sostituire elementi architettonici. Non è in alcun modo ammessa l’installazione di impianti fotovoltaici a terra o ubicati al suolo (cosa che, d’altronde, è molto difficile anche qualora non sia richiesto un contributo alla Regione). “La componente speciale dell’impianto fotovoltaico dovrà garantire la completa integrazione architettonica del fotovoltaico senza avere bisogno dell’utilizzo di altri componenti o sistemi” prosegue il dottor Stefani. “Il fotovoltaico dovrà essere completamente integrato con la componente architettonica e ciò significa che la rimozione dei moduli fotovoltaici, una volta integrati all’edificio, comprometterà la funzionalità dell’involucro edilizio, rendendo la costruzione non idonea all’uso”, conclude Stefani, illustrando gli altri vincoli per partecipare a un bando che è una grande opportunità per dire addio ai tetti in amianto e via libera all’energia pulita.
Genny Bronzetti