L’era Celli della Fondazione Fellini è partita con numerosi progetti: il trasferimento presso il cinema Fulgor (quando sarà pronto), lo sbarco sul web e nel mondo del social network, una mappa dei luoghi felliniani e, prima di tutto, la trasformazione da associazione in vera e propria fondazione. Perché nonostante il nome con cui tutti la conoscono, la Fondazione Fellini, fondazione non è. E per renderla tale è necessaria una modifica allo statuto: lo ha chiesto con forza il nuovo presidente Pier Luigi Celli. Celli però chiede anche l’appianamento del debito di 570.000 euro accumulato finora. “La trasformazione in Fondazione Federico Fellini senza la zavorra del debito pregresso è la condizione indispensabile per rilanciare attività e iniziative dell’istituto dedicato al grande maestro del cinema” spiegano dalla Fondazione. Tramonta quindi l’ipotesi di un mutuo a carico della Fondazione stessa, com’era stato stabilito all’inizio e il presidente Celli chiede che siano i tre Enti soci (Comune, Provincia e Fondazione Carim) a chiudere il “buco”.
Il 22 febbraio si è svolto un incontro per discutere sull’appello di Celli, presenti il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Massimo Pasquinelli, il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali, il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, il vice presidente della Provincia di Rimini Carlo Bulletti e l’assessore comunale alla Cultura Antonella Beltrami. Durante l’incontro, Fondazione Carim, Provincia e Comune di Rimini hanno accolto le richieste avanzate dal Presidente Celli di sanare il debito e di definire una specie di road map in vista della sottoscrizione del mutuo per risanare definitivamente il deficit finanziario dell’associazione Fondazione Federico Fellini. In questo modo sarà possibile trasformarla in una fondazione in buone condizioni economiche e finanziarie.
“Il ripianamento del debito è stato posto dal presidente Celli come un passo fondamentale per la trasformazione da associazione a fondazione. Le associazioni hanno una struttura molto fragile. Le fondazioni invece hanno delle restrizioni interne, anche amministrative, che garantiscono che situazioni come quella che si è creata in passato non potranno più prodursi”, chiarisce il Direttore della Fondazione Paolo Fabbri.
“Non è discrezionale, ma è un fatto d’obbligo che chi detiene quote azionarie saldi il debito pregresso. I conti della gestione precedente andavano necessariamente chiusi, era un passaggio d’obbligo per noi Enti soci, interessati, in modo prospettico, a una buona amministrazione e a una buona gestione di una fondazione con un nome importante come quello di Federico Fellini. – spiega il vice presidente della Provincia di Rimini Carlo Bulletti – La risoluzione del problema contabile apre la strada a una gestione sulla quale pongo la più profonda stima” conclude Bulletti.
“Il debito della Fondazione era il frutto di attività intraprese in passato e non finanziate” interviene in merito anche il Sindaco di Rimini Alberto Ravaioli. “Era necessario chiudere questa partita, affinché l’attuale CDA possa ripartire ex novo, ed era un dovere degli Enti soci intervenire per sanare il passivo. Il debito pregresso sarà diviso in parti uguali tra Comune, Provincia e Fondazione Carim”.
Ormai il dado è tratto e le decisioni degli Enti sono chiare. Si tratta solo di conoscere meglio i particolari: vedere come tali decisioni saranno eseguite e soprattutto con quali mezzi finanziari.
Genny Bronzetti