In questo periodo dell’anno la stagione dialettale è in grande fermento, anche se qualche rassegna è stata anticipata rispetto al passato e qualcuna (come quella al Teatro della Regina di Cattolica) ha già chiuso i battenti. Resta il fatto che le compagnie che recitano in vernacolo sono molto seguite e richiamano un pubblico di appassionati che non sente crisi. Età media piuttosto alta (anche se non manca qualche giovane) e un denominatore comune: oltre alla voglia di divertirsi, il desiderio di ascoltare una lingua che in altri luoghi ormai non si sente più. La lingua madre, quella rimasta dentro a chi l’ha respirata durante l’infanzia perché era l’unica usata da nonni e genitori. Salvo qualche piccola eccezione ora il dialetto sopravvive solo sui palchi dei teatri. La scena del Novelli di Rimini è la più prestigiosa, nonostante quest’anno abbia solo quattro appuntamenti dedicati al vernacolo. Ma molto amate dal pubblico e dalle compagnie stesse sono quelle del Teatro di Montescudo, di Cattolica, Riccione, Bellaria, Cesenatico e, sempre a Rimini, delle parrocchie di Bellariva e della Riconciliazione. Una quindicina, in provincia, le compagnie attive. Le storiche come quella del Dopolavoro Ferroviario fondata da Guido Lucchini (“E’Teatre Rimnes”) e quella di Pier Paolo Gabrielli (“La Carovana”) o gli “Jarmidied” di Maurizio Antolini. Ma anche quelle nate da poco, come “I rimediati” di Villa Verucchio guidati da Luciano Bernardi. Una panoramica completa è ancora una volta quasi impossibile, anche perché alcune rassegne, organizzate magari da parrocchie o quartieri, durano solo un paio di serate e non vengono molto pubblicizzate.
È alta stagione
Per quanto riguarda gli appuntamenti, siamo in piena stagione. Da gennaio a marzo, ogni sabato, non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’eccezione è il Teatro Tiberio, al Borgo San Giuliano di Rimini, che propone quattro appuntamenti (sempre con la compagnia di casa) al venerdì sera. Discorso a parte per la rassegna “Paroli”, organizzata da tredici anni da Mario Bassi per la Banca Romagna Est: le recite che si tengono a Bellaria sono di mercoledì e giovedì, a Savignano di giovedì.
Non dev’essere facile, per chi organizza il calendario delle rassegne, riuscire ad incrociare le esigenze delle compagnie. Basta guardare al numero delle serate previste. Guida la classifica la rassegna del Teatro Rosaspina di Montescudo, giunta alla diciottesima edizione, con la bellezza di dodici spettacoli. Segue quella della parrocchia della Riconciliazione, al dodicesimo anno, con dieci serate. Poi la rassegna di Banca Romagna Est (6 a Bellaria, 3 a Savignano), la parrocchia di Bellariva (7), il Teatro Tiberio e il Teatro Giovanni Paolo II presso la parrocchia di Villa Verucchio (5), il Teatro Novelli e il Teatro Massari di San Giovanni in Marignano (4), il Teatro Edimar della parrocchia di Viserba Sacramora (2). In questo elenco manca sicuramente qualcosa: ce ne scusiamo con chi ne fosse rimasto escluso, invitando ad inviare alla redazione ogni informazione utile.
Parliamo di testi
E i testi proposti? Alcune compagnie hanno un proprio autore di riferimento a cui restano fedeli (come “I mej ch’ne gnint” di Bellariva che propongono sempre il loro Giuseppe Ciavatta, “La Carovana” con Pier Paolo Gabrielli, “La Belarioesa” con Mario Bassi); altre mettono in scena testi scritti in gruppo, firmati “dalla compagnia stessa” (come “La Nova Compagnia de Borg” e “La Mulnela”), oppure cambiano autore scegliendo nel vasto panorama a disposizione, come gli “Jarmidied” che quest’anno propongono una commedia di Riccardo Fabbri, autore che in passato ha avuto una sua compagnia con base a Santa Giustina.
Discorso a parte merita il decano degli autori riminesi, Guido Lucchini, il cui nome ricorre nei cartelloni più di una volta. I suoi testi non sono solo l’esclusiva della compagnia “E’ Teatre Rimnes”, ma vengono messi in scena anche da altri gruppi. Il titolo di quest’anno ricorda un proverbio: S’un fa e’s’ciòp e farà la rivultèla ed è ispirato alle storie raccontate a ritmo di zirudella dal poeta-ciabattino di San Clemente Giustiniano Villa. Lucchini sarà al Novelli sabato 29 gennaio. Si tratta della commedia numero 44 di questo prolifico autore. Nonostante non sia più un giovanotto (compirà 86 anni in aprile), Lucchini guarda al futuro. “Sto scrivendo la commedia numero 45, quella che metterò in scena nel 2012. – racconta – Di cosa tratta? Non lo voglio anticipare: ci vuole un po’ di sorpresa, no?”
In ogni caso Lucchini è un portabandiera degli autori dialettali, e con i suoi testi fa conoscere Rimini anche oltre i confini della Romagna.
Maria Cristina Muccioli
Nella foto, una delle compagnie storiche del teatro dialettale riminese: Jarmidied