Uno di fronte all’altro, sulle colline che guardano Rimini da una parte e San Marino dall’altra, stanno Cerasolo e Mulazzano, due comunità e una sola parrocchia. Due comunità per mantenere vive e attive le tradizioni e la fede dei padri e dei nonni, ma una sola parrocchia per esprimere la comunione e l’unicità della comunità cristiana.
Oggi poi questa comunione di persone, di risorse e di ministero è ancor più accentuata dalla comunione pastorale costituitasi con la nomina di tre parroci “in solido” per la cura spirituale di un’ampia zona che comprende quasi tutto il comune di Coriano.
Dei tre parroci “in solido” don Alessandro Zavattini, di recentissima nomina, si prende cura in modo particolare di queste due comunità, insieme al diacono Giancarlo Pelliccioni.
“Al mio arrivo – ci racconta don Alessandro – la situazione era un po’ confusa, perché don Roberto, che era ancora parroco, di fatto passava tutta la settimana a Bologna per il suo nuovo incarico e qui il diacono Giancarlo cercava di portare avanti la vita e le attività consuete delle due comunità. Lascerei la parola proprio a Giancarlo che sicuramente conosce meglio di me la situazione e la storia”.
“Il Vescovo mi ha mandato qui alla fine dell’estate 2009 per garantire alle due comunità la continuità della vita ordinaria, soprattutto delle attività infrasettimanali. Non è stato sempre facile, anche perché la gente stessa non era abituata alla presenza del diacono.
Grazie all’impegno di molti fedeli, che hanno collaborato con me, siamo riusciti a mantenere vive tutte le proposte pastorali progettate per la vita della parrocchia (Catechesi, celebrazioni per particolari eventi, attività ludiche e ricreative, Circoli ANSPI, ecc.), cercando di alleviare quanto più possibile la responsabilità di don Roberto, in modo che durante la sua presenza attiva in parrocchia (alla domenica e per le feste), avesse già soluzione ai vari problemi che sorgevano durante la sua assenza.
C’è stata anche una forte e attiva partecipazione da parte dei parroci del Vicariato (don Fiorenzo, don Egidio, i due don Massimo, don Davide) che hanno sempre collaborato con don Roberto e con me, per garantire l’Eucarestia feriale, l’accompagnamento funebre in presenza di defunti, per il sacramento della Penitenza, sia per i ragazzi del catechismo che per gli adulti, e in tutti quei casi in cui la presenza del diacono non era sufficiente”.
Facci capire meglio: è come se queste due comunità avessero un parroco per le feste e un altro per i giorni feriali?
“Non la metterei in questi termini – continua il diacono Giancarlo – Fra don Roberto e me c’è sempre stata continuità di stile e di iniziative pastorali. Al sabato e alla domenica concordavamo insieme le cose da fare. E poi la gente, non troppo abituata alla figura del diacono, in pratica ha continuato a fare riferimento a don Roberto, approfittando della sua presenza nei giorni festivi, quindi era ed è rimasto lui, fino alla fine, il parroco”.
Dopo un anno di collaborazione con don Roberto è arrivato don Alessandro. E così è toccato a te, che già conoscevi un po’ la situazione, introdurre il nuovo parroco nella vita pastorale delle due comunità.
“Se si può dire così. In realtà don Alessandro ha fatto presto a conoscere la gente e le situazioni e buttarsi a capofitto nel lavoro pastorale. Certo, dato che lui ha molti altri impegni oltre alla parrocchia, continuo ad aiutarlo in tutto quello che posso. E poi è sempre vero e da tenere presente che adesso facciamo parte di una comunità pastorale nella quale il parroco è uno e … trino. In definitiva la collaborazione non è solo con don Alessandro, ma con la realtà più ampia della Zona pastorale, anche se, per motivi pratici, don Alessandro ed io ci occupiamo di più delle comunità, di Cerasolo e Mulazzano”.
Torniamo a don Alessandro. È vero che arrivando in una realtà nuova ci si trova un po’ spaesati, ma in questi mesi, anche con l’aiuto degli altri due parroci che già conoscevano la situazione, ti sarai introdotto almeno nell’ordinario della vita pastorale…
“L’introduzione è stata abbastanza brusca e impegnativa, perché mi sono trovato subito a dover organizzare le due feste più importanti delle due comunità. Grazie a Dio hanno fatto tutto i laici, ma chiedevano pur sempre a me indicazioni e direttive.
Dopo di che ci siamo messi a organizzare la catechesi, l’attività coi giovani, l’oratorio, i circoli Anspi di Cerasolo e di Mulazzano… Anche qui però ho avuto assoluto bisogno della collaborazione di chi era già dentro alle realtà. Così è meglio che siano loro stessi a parlartene”.
E allora sentiamo cosa ci dicono le catechiste sulla catechesi ai bambini e ai ragazzi.
“Nella parrocchia di san Giovanni Battista (Cerasolo e Mulazzano) la catechesi dei bambini è organizzata nel modo seguente. In prima elementare la catechesi viene fatta ai genitori che poi a casa approfondiscono con i loro figli gli argomenti trattati (incontro mensile serale). Dalla seconda elementare alla prima media si svolgono incontri settimanali con i ragazzi il giovedì pomeriggio.
Il gruppo delle catechiste (due in quasi tutte le classi) è coadiuvato da un folto numero di animatori, alcuni con esperienza pluriennale, altri di recente ingresso. Il clima è positivo e di collaborazione, non abbiamo problemi di partecipazione agli incontri. Mentre, tranne rare eccezioni, tutti gli anni bisogna trovare delle strategie per stimolare la partecipazione dei ragazzi alla messa domenicale.
Come catechiste abbiamo incontri mensili, sotto la guida di suor Bruna e del parroco, per sviluppare la programmazione e l’organizzazione di manifestazioni particolari”.
I circoli Anspi sono due: uno a Cerasolo e uno a Mulazzano.
“I Circoli – ci spiega Luciana, segretaria a Cerasolo – hanno lo scopo di promuovere e programmare il tempo libero con attività ricreative e sportive, culturali e turistiche, nonché formative ed educative, soprattutto per giovani e giovanissimi. Di tutto questo si fanno carico i laici della parrocchia stessa ed i gruppi di volontari, molto attivi, tesserati Anspi e non.
Animazione dei ragazzi, organizzazione di gare sportive e ludiche, cene, commedie dialettali, coro dei bimbi e degli adulti, feste, musica, incontri per scambi culturali e catechesi, trovano nei Circoli degli interlocutori positivi per il coordinamento e l’armonizzazione”.
Troviamo, nell’elenco accennato da don Alessandro, anche un Oratorio. Emanuela è un’educatrice della prima ora.
“È iniziato tutto nell’aprile 2007, come “piccolo coro” dei bambini delle elementari, che si ritrovavano ogni sabato per cantare, giocare, pregare, danzare e fare tante altre attività, e alla domenica cantavano in chiesa. Inizialmente eravamo solo due educatori con circa 10 bambini. Ad ogni anno che passava i bambini crescevano di numero, fino ad arrivare ai circa 40 di oggi, elementari e medie, con cinque educatori.
Da quest’anno il “ coro” lo abbiamo trasformato in Oratorio: ci ritroviamo sempre ogni sabato con la gioia di stare insieme, per cantare, pregare, giocare, danzare, e fare altre attività educative, e la domenica ci ritroviamo a messa; inoltre durante l’anno organizziamo cene, cineforum e uscite.
La cosa più bella e importante è che i ragazzi li vediamo crescere e li seguiamo, per quello che possiamo, nel loro cammino di fede. Grazie alla costante partecipazione dei ragazzi e alla grande collaborazione dei genitori, siamo arrivati a creare tutto questo, e la speranza è di continuare a crescere insieme con la gioia e la fede nel cuore”.
Terminiamo con don Alessandro la nostra conversazione a più voci. Tu sei parroco in solido di Cerasolo-Mulazzano, di Coriano e di Ospedaletto, anche se concretamente il lavoro più stringente lo svolgi a Cerasolo – Mulazzano.
“Certamente sono queste le due comunità che seguo più da vicino. Ci teniamo a sottolineare che sono una parrocchia con due comunità cristiane che collaborano già dal 1995. Ognuna delle due ha una invidiabile organizzazione di laici, come è stato già descritto prima. Proprio Mulazzano, che di per sé è la comunità più piccola delle quattro, gode di una coesione tutta particolare e di una capacità di collaborazione spesso esemplare. Le occasioni delle feste, delle attività di circolo, delle celebrazioni comunitarie con coro e figuranti sono davvero una manifestazione di comunione autentica e di una fede compatta che chiede di essere ben nutrita”.
Poi hai altre attività in diocesi e a scuola. Come riesci a coordinare tutte le cose da fare?
“Non riesco sempre a non sovrapporre gli incarichi, perché si accumulano calendari, distanze e spostamenti giornalieri; ma tutto questo movimento mi dà anche la possibilità di percorrere il territorio con molta mobilità e ciò può avere anche risvolti relazionali maggiori rispetto alla sola residenza fissa. Per ora mi rendo reperibile almeno tutti i pomeriggi presso la sede di Cerasolo e nella mattina dò spazio agli altri incarichi pastorali (convivenza e programmazione di zona, insegnamento al liceo, studio…). Anche gli operatori pastorali della parrocchia di san Giovanni si stanno abituando agli spostamenti di sede per i diversi incontri di settore e per le attività di zona”.
Come è d’obbligo, facciamo a don Alessandro, e a tutte le comunità che è chiamato a servire, i più cordiali auguri, anche perché ci vuole “fisico” per essere presenti a tutti e a tutto.
a cura di Egidio Brigliadori
Nella foto, suggestiva immagine notturna della chiesa di Cesarolo nella recente nevicata