22 DICEMBRE 2010. A tre giorni dal Natale l’emittenza locale si ritrova tra le mani l’ennesimo documento di “guerra”.
Cancellati. I 100 milioni di euro (45 per radio e tv locali) destinati all’editoria – previsti dalla legge di Stabilità 2011 – sono d’un tratto spariti, cancellati dall’approvazione del Decreto legge Milleproroghe.
Sì è ancora lui, il fantasma Milleproroghe che lo scorso febbraio aveva già dato una bella batosta all’emittenza locale tagliando 12milioni di euro e intervenendo pesantemente sulla sorte di molte redazioni giornalistiche.
Sarebbero tornati, ora, a rischio più di 4mila posti di lavoro, oltre 90 testate giornalistiche e decine di emittenti locali.
“Mi dispiace dirlo ma a questo punto credo che dietro ai tagli, e ai tentativi mal riusciti, ci sia un vero e proprio progetto politico, di mettere un bavaglio alle emittenti locali e di favorire le grandi televisioni e radio levando alle piccole gli strumenti e le possibilità di andare avanti. Un accanimento dei forti sui più deboli”. A parlare è Francesco Cavalli, Amministratore di IcaroTv e Radio Icaro preoccupato delle notizie che, di giorno in giorno, arrivano da Roma. Tagli annunciati e poi smentiti, le continue lotte dei rappresentanti dell’emittenza locale e un futuro incerto e nebuloso in un Governo che ha dimostrato più di una volta di voler mettere i bastoni tra le ruote alle trasmissioni da sempre più radicate nei territori e vicine ai cittadini.
In brutte acque
Il recente passaggio al digitale terrestre e i tagli dello scorso anno avevano già compromesso la situazione della radio e della tv riminesi. Poco meno di 50mila euro per effetto della prima mannaia e un calo del 40% degli introiti pubblicitari (rispetto all’anno precedente) avevano portato la struttura, con altre variabili, a dover rinunciare a due persone.
Cosa riserva il futuro?
“Sono molto preoccupato e amareggiato. Se lo scorso anno abbiamo perso, sottoforma di rimborsi per agenzie di stampa, telefonia, energia elettrica ed altro circa 50mila euro adesso si poteva rischiare molto di più. Non avevo ancora quantificato la perdita ma sicuramente avrebbe avuto i suoi tristi effetti”.
A tutto questo bisogna aggiungere gli impegni economici per il recente passaggio al digitale terrestre. Dal costo delle concessioni delle frequenze alla moltiplicazione dei canali (l’emittente ha triplicato la programmazione attraverso i canali: Newsrimini.tv, Icarosport, Icarotv) ha comportato un maggiore sforzo in termini economici per la programmazione del palinsesto.
In questo caso…
Si è scampato il peggio anche questa volta, quindi. La pressione delle associazioni di categoria, in prima linea Aeranti -Corallo (che rappresenta oltre 300 imprese televisive locali e circa 700 imprese radiofoniche locali) hanno deviato il colpo su un ridimensionamento che questa volta non era riferito ai rimborsi (come avvenne per il taglio dello scorso febbraio) ma interveniva in modo più diretto.
Ci si riferiva, infatti, ad una forma di contributo diversa. Una quota calcolata dalla Corecom Regionale, proporzionalmente ad alcuni requisiti dell’emittente, quali: la grandezza della redazione, la diffusione sul territorio, la qualità dei servizi e altro ancora.
La FNSI
Una situazione questa che è stata seguita direttamente e con preoccupazione anche dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana che, appresa la notizia, a stretto giro di posta ha reso noto che: «Se fosse confermata la notizia saremmo di fronte a un governo schizofrenico che indossa le vesti di un Babbo Natale che elargisce doni rubati (qui ci si riferisce al fatto che i 100milioni sarebbero stati trasferiti per rincorpare i tagli del 5 per 1000, ndr). È difficile dire altro a meno di un mese dal ripristino dei fondi fatto con larga convergenza parlamentare e su iniziativa dello stesso governo con la legge di stabilità finanziaria. Se è in corso una vendetta politica, un ennesimo scontro nella maggioranza (evidentemente contro le voci che avevano determinato la svolta di un mese fa), ciascuno si assuma la propria responsabilità e non scarichi i problemi sull’informazione. La stampa libera e le radio locali rappresentano un bene pubblico».
La questione è dunque complessa. Ma la cosa che più preoccupa è l’incertezza e la facilità con la quale appaiono e scompaiono tagli che non rimangono sulla carta ma influiscono su bilanci, aziende e posti di lavoro. La Milleproroghe non è ancora legge, deve ancora fare molta strada. Visti i precedenti non è “fantascienza” la possibilità che la mannaia del Governo possa abbattersi ancora sull’emittenza locale. Altra nebbia all’orizzonte.
Angela De Rubeis