Quel quadro magiaro da 50mila euro

    Rimini città capace di ispirare arte ed artisti? Così sembrerebbe. Almeno a giudicare dagli articoli pubblicati da giornali, siti web e periodici in vari paesi del mondo. A permetterci di trovarli, immancabile e (più o meno) infallibile, la lente d’ingrandimento di Google.

    Rimini e la pittura
    Un quadro di come appariva la spiaggia di Rimini nel 1928? Vale almeno 50mila euro. Questo è, infatti, il prezzo da cui è partita l’asta che si è tenuta a Budapest, lo scorso 7 dicembre, nel corso della quale è stato venduto, tra altri oggetti, un dipinto realizzato dal pittore ungherese János Vaszary mentre, nel 1928, visitava i nostri lidi. A darcene notizia il sito di informazione magiaro Hìradò. Nel quadro è ritratta una scena di vita quotidiana dell’epoca: bagnanti che passeggiano, persone sedute in riva al mare, bambini che tengono per mano i genitori. Ritratta anche quella che ci piace pensare sia la figura di un riminese d’antan: un uomo che cammina con fare spavaldo sulla spiaggia, mani in tasca, con una canotta, un paio di calzoncini con legato un asciugamano e l’immancabile cappello da capitano di una nave, che tante volte abbiamo visto tutti sulle nostre spiagge in testa a qualche bagnino.

    Rimini e la musica
    Ancora di artisti, e ancora di Rimini, scrive un altro periodico, uruguaiano questa volta. La Republica racconta di un concerto di musica da camera tenutosi a Montevideo, la capitale dello stato sudamericano, al quale ha preso parte anche un musicista canadese, Willem Stan, il cui talento risuona nelle corde di un violoncello realizzato, nel 1944, da un nostro conterraneo, il maestro liutaio Marino Capicchioni, le cui creazioni sono apprezzate da appassionati di tutto il mondo e vengono battute da case d’asta famosissime, quali «Sotheby’s» e «Christie’s», per decine di migliaia di euro. Illuminanti le parole rivolte al lavoro di Capicchioni, sammarinese di nascita e riminese d’adozione, scritte dal sito web Gostrings.com: “Tutta la vita di Marino Capicchioni è stata guidata da una straordinaria vocazione naturale per la costruzione di strumenti a corde. Sarebbe altrimenti difficile spiegare come una persona nata in una zona d’Italia priva di una grande tradizione al riguardo, e vissuta in un periodo di estrema difficoltà per quel che concerne gli incontri e gli scambi culturali, abbia potuto realizzare viole, violini e violoncelli di una qualità così stupefacente, riconosciuti ancor prima della sua morte tra le più importanti creazioni del settore di tutto il ’900”.

    Rimini e il cinema
    Restiamo ancora in ambito culturale, con un altro nostro concittadino che non ha certo bisogno di presentazioni. Stiamo parlando di Federico Fellini, a cui l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, dal 2 dicembre, sta dedicando un ciclo di film, “Amarcord”. Del fatto che il dialetto riminese risuoni anche nella capitale messicana ci informa il periodico dedicato allo spettacolo in lingua spagnola en el Show. Il ciclo cinematografico è uno dei più completi dedicati al regista in Sud America, e comprenderà la proiezione di 20 pellicole e 3 differenti cortometraggi.

    Rimini e il teatro
    La nostra provincia sa far parlare di sé anche in ambito teatrale. A darne conferma la segnalazione, apparsa sul sito francese Rue89, della messa in scena, a Rennes, dello spettacolo «Alexis. Una tragedia greca», realizzata dal gruppo teatrale Motus. Sono parole d’elogio, quelle che il sito dedica ai nostri concittadini: “Nella pièce ritroviamo la straordinaria attrice Silvia Calderoni e la squadra che firma le messe in scena di questo gruppo italiano proveniente da Rimini, Enrico Casagrande e Daniela Nicolo”.

    Rimini e la scrittura
    Al nostro elenco di arti contaminate dalla riminesità poteva forse mancare la scrittura? La domanda è retorica, ovviamente, ed è così che la nostra città figura tra quelle presenti nello struggente racconto della scrittrice e giornalista tedesca Sybille Berg, apparso sulle pagine del quotidiano austriaco Der Standard. In esso la Berg racconta il suo primo incontro con l’Italia quando, negli anni ’80, poco più che 20enne, abbandonò la DDR e visitò per il nostro paese per la prima volta “con il primo vero amico, il primo amore presunto e la prima auto occidentale”.

    Rimini e lo sport
    Chiudiamo con una nota differente, e per una volta negativa (quandoque bonus dormitat Homerus), che non riguarda l’arte ma lo sport. A darcene l’occasione, il sito cileno Terra, che dedica un articolo alla squadra di calcio della Repubblica di San Marino, definendola, ahi noi, la “peggior selezionale che gli annali del calcio ricordino”. A comprovare l’affermazione, tutta una serie di statistiche, cifre e considerazioni, che l’orgoglio ci impedisce di riportare. Soffriamo in silenzio.

    Fabio Parri

    Nella foto, il quadro di János Vaszary