“Seguite la bussola del bene comune”

    Sette punti. Sintetici, chiari, puntuali. E rilasciati in tempi non sospetti, cioè ben prima che la sfida politica si accenda in vista delle elezioni amministrative che nel 2011 investiranno Rimini e altri comuni della Diocesi. Il Consiglio Pastorale Diocesano, che già in altre occasioni aveva manifestato interesse e vicinanza per le questioni sociali e politiche della società riminese, è voluto intervenire (in data 9 dicembre 2010) proprio sul terreno delle elezioni con una dichiarazione.

    1. In previsione delle prossime elezioni amministrative che interessano il comune di Rimini e qualche altro comune della diocesi, il CPD è vivamente interessato a che nel dibattito in corso sia tenuta ben presente da tutti la bussola del bene comune – inteso quale “bene integrale di tutta la persona e di tutte le persone” (Benedetto XVI) – tenuto conto anche del fatto che la crisi economica continua ad affliggere le fasce più deboli della società. Non ci si limiti pertanto a mediare interessi particolari; il confronto tra le diverse forze politiche si esprima in una legittima e positiva dialettica; non degeneri mai in una polemica aspra e rissosa, ma esprima invece il suo alto potenziale civico e sociale.
    2. Nutriamo un’alta stima per una sana, genuina azione politica ed esprimiamo apprezzamento e incoraggiamento per quanti si spendono con onestà, competenza e disinteresse personale per il bene della Città. Allo tesso tempo siamo convinti che “non tocca alla Chiesa prendere nelle sue mani la battaglia politica” (Benedetto XVI). Pertanto clero e organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico, rimanendo assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico.
    3. Accogliamo l’appello del Papa e condividiamo il “sogno” dei Vescovi italiani che “possa sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fatto importante e decisivo, che credono nella politica come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti”. Condividiamo pure il forte richiamo ai cattolici perché si prendano cura del bene comune, delle esigenze prioritarie e spesso drammaticamente urgenti delle persone, delle famiglie, della società. L’impegno serio, disinteressato per dare risposta ai problemi reali della gente è anche il modo più efficace per riavvicinare i cittadini alla politica, recuperare il fenomeno consistente dell’assenteismo, e non solo dei giovani. Questo esige inoltre dal cristiano che si impegna in politica una credibile e coerente fisionomia morale, anche nel privato.
    4. La Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), traduzione concreta e operativa del Vangelo, deve essere per tutti i cattolici un costante e ineludibile punto di riferimento. La logica di partito non può mai essere anteposta alla propria coscienza e a quelli che la Dottrina Sociale della Chiesa ha più volte indicato ed elencato come valori irrinunciabili e non negoziabili, che in estrema sintesi possono essere riassunti in vita, famiglia, dignità della persona e libertà. (cfr. Comunicato dei Vescovi dell’Emilia Romagna, 28 febbraio 2010).
    5. Trattandosi di elezioni amministrative, senza voler entrare nello specifico dei programmi, che non è certamente nostro compito, ci auguriamo che venga disegnato con chiarezza e realismo il volto della Città che si vuole edificare: una Città bella, culturalmente significativa, che vuole offrire a tutti una buona qualità di vita, aperta alla sussidiarietà, all’accoglienza e alla solidarietà, attenta quindi alle famiglie, ai poveri, agli ultimi, mobilitata nell’impegno per la legalità, non esclusa la lotta contro l’evasione fiscale. Questi ed altri valori fondamentali per una armonica e fraterna convivenza civile sono stati più volte richiamati dal vescovo Francesco nei suoi interventi pubblici.
    6. Sulla base di questi valori ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che, di per sé non è mai dotato di certezza incontrovertibile. Pertanto le differenze tra i cattolici non si devono mai porre nell’orizzonte dei valori di riferimento, così pure la diversità di scelte concrete non deve mai diventare contrapposizione pregiudiziale o conflitto offensivo e pretestuoso.
    7. Constatiamo con piacere che anche a Rimini, come in diverse parti d’Italia, cattolici pur impegnati in partiti diversi, sentono l’esigenza e promuovono momenti formativi e di confronto come aiuto a non interrompere un cammino di fede, a coltivare il legame con la comunità ecclesiale di appartenenza, e nelle scelte operative a fare costantemente riferimento alla visione antropologica cristiana.
    8. Ci auguriamo infine che questo spirito e questo stile di fare politica diventi contagioso e trovi la sintonia di tante altre persone di buona volontà, sinceramente desiderose di impegno convinto ed efficace a servizio dei cittadini.

    Il Consiglio Pastorale Diocesano