Il Maccolini allarga i suoi orizzonti

    Tutti a Rimini conoscono il Maccolini. È una sicurezza, un vanto e per i parenti degli anziani rappresenta la serenità, la certezza di aver trovato per il proprio congiunto un ottimo luogo di riposo. Dal 19 ottobre il prestigioso istituto, fondato da Anna Maccolini ben 110 anni fa, aggiunge al suo interno un reparto utilissimo: la nuova Residenza Sanitaria Assistita (RSA).
    Ma che cos’è che ha spinto l’istituto ad aprire un nuovo reparto ad alta intensità sanitaria?
    “L’esigenza veniva dall’Ente pubblico che ci chiedeva urgentemente posti per anziani ultrasettantacinquenni. – sottolinea il Direttore, Matteo Guaitoli – La richiesta fra l’altro, rientrava nello spirito delle fondatrici, le Suore della Carità (note a Rimini come Suore di Maria Bambina) sempre pronte ad accogliere, in tutte le parti del mondo, le richieste più urgenti in fatto di assistenza.”
    Di quanti posti letto e quante camere potranno usufruire gli ospiti?
    “Disporremo di un totale di 27 posti letto, da distribuirsi in 5 camere singole, le altre doppie e un’ala non immediatamente contigua dedicata al reparto uomini con 8 letti. La dicitura cambierà a breve; si chiamerà Residenza per Anziani non Autosufficienti. Qui verranno i casi limite, quelli bisognosi di alta intensità sanitaria, di attenzioni speciali.”
    Quanto sarà lunga la durata del ricovero?
    “Con la prescrizione dell’Ausl – precisa suor Barbara Dall’Oglio, Madre Superiora dell’Istituto – insieme all’unità valutativa geriatrica che segnala questi casi, la durata del soggiorno sarà permanente. Potrà anche verificarsi il turn over se ci vengono inviati dal Post Acuti persone che escono dall’ospedale e che hanno bisogno di particolari cure e assistenza che nelle strutture normali e nelle case di riposo non si trovano. È stato poi per merito della Fondazione CARIM e al suo sostegno e interessamento, che abbiamo potuto espanderci nel vicino Palazzo Brunelli, ottenuto in comodato d’uso con la sua provvidenziale contiguità. Oggi la struttura, che è molto articolata, rimane comunque un corpo solo.”
    Quali sono le patologie più frequenti?
    “Sono le malattie croniche invalidanti che necessitano di assistenza continua: le demenze, le cardiopatie più impegnative, le malattie metaboliche, soprattutto se si scompensano come il diabete mellito, l’ipertiroidismo. Vi sono poi patologie invalidanti: l’osteoartrosi con crollo vertebrale (facilità alle fratture) o deformità alle articolazioni; inoltre le cosiddette sindromi ipocinetiche anche di natura neurologica per cui il sistema motorio non funziona più al meglio a causa della struttura osteo-articolare che è in disfacimento (persone allettate o in carrozzina). Inoltre vi sono malattie oncologiche, le cerebro-vasculopatie, i postumi di ictus…”.
    Sarà impiegato personale apposito in questo nuovo reparto?
    “Certamente! L’RSA avrà il suo personale dedicato: circa 15 operatrici socio sanitarie (OSS), una RAA (Responsabile Attività Assistenziale) e 5 infermieri professionali che copriranno l’arco delle 24 ore turnandosi”.
    C’è anche la palestra per il recupero della mobilità, per esiti di fratture?
    “Sì, c’è un piccolo locale, ma molte terapie verranno eseguite a letto perché si suppone che le persone arriveranno in condizioni critiche e poi, migliorando, potranno accedere all’altra palestra”.
    Per i ricoverati vi sarà anche assistenza medica notturna?
    “Io che sono cardiologa – specifica suor Barbara – sarò presente 24 ore su 24, perciò sarò anche medico di emergenza, poi vi sarà un medico dedicato inviato dall’Ausl. Nel complesso verranno erogati servizi da personale altamente qualificato: OSS, RAA, medici, fisiokinesiterapisti, infermieri, psicologa, podologa”.
    Nell’ottica di un sempre crescente impegno per chi soffre e ha bisogno di aiuto, cosa offrirà la nuova struttura ricettiva?
    “Diciamo che il primo comfort è il rapporto che tutto il personale cerca di avere con i ricoverati ed è squisitamente umano e cristiano perché l’istituto, a carattere religioso, ha questa particolare impronta prioritaria. C’è perciò un’attenzione anche di tipo spirituale, come lo stare vicino alle persone nel momento della sofferenza, in un’atmosfera profondamente umana, e questo è di conforto ai ricoverati. Parliamo delle attrezzature: i letti possono essere regolati a 33 cm. da terra, e i malati di Alzheimer, se dovessero cadere, non subirebbero fratture. Vi sono materassi antidecubito e reti di tutti i tipi, mentre i servizi igienici sono dotati di maniglioni e specchi orientabili, wc con doccetta per favorire una comoda detersione anche a chi ha una minima capacità di movimento. I servizi sanitari facilitano al massimo l’avvinamento della carrozzina mentre la doccia è dotata di una speciale poltrona molto confortevole. Abbiamo contemplato anche un’apposita vasca per idroterapia dove poter immettere soluzioni disinfettanti (per piaghe). Diverse gamme di attrezzature specifiche per le diverse tipologie dei pazienti. Un’altra vasta gamma di servizi riguarda il riscaldamento, raffrescamento e cambio dell’aria ciclico che avviene almeno tre volte all’ora; le finestre sono tutte dotate di serratura che solo il personale può aprire. Il palazzo è stato completamente ristrutturato e consolidato con criteri antisismici. Per aria e acqua sono stati adottati tutti i sistemi di filtraggio e purezza a scongiurare qualsiasi pericolo di legionella”.

    Laura Prelati