Due incontri, diversi organizzatori e, tra i relatori, il presidente dell’Associazione di Fondazioni di Casse di Risparmio, Giuseppe Guzzetti. Due appuntamenti, uno dedicato al ruolo delle Fondazioni nell’economia dei territori e l’altro all’etica nel sistema bancario e nella finanza per interrogare e interrogarsi su quale sia oggi, alla luce delle recenti crisi, il ruolo delle banca, da sempre “cinghia di trasmissione sociale tra generazioni, famiglie, imprenditori”. Le banche conservano ancora questo ruolo, oppure il capitalismo contemporaneo le ha trasformate “da istituzioni a speculatori”? Domande sempre attuali, con un bisogno “urgente” di risposte.
L’incontro in Fondazione
Il primo incontro («Il ruolo delle fondazioni bancarie per il rilancio dei territori») si svolge nel salone di Palazzo Buonadrata, sede della Fondazione della Carim. ll presidente, Massimo Pasquinelli, è al tavolo dei relatori per presentare il primo di un ciclo di cinque incontri dal titolo «Dai territori locali l’impulso per la ripresa». Al suo fianco Giuseppe Guzzetti, numero uno dell’ACRI, l’organo di rappresentanza di 88 tra Casse di Risparmio e Fondazioni di origine bancaria, realtà non profit, nate all’inizio degli anni ’90, realtà tra “stato e mercato”, spesso sotto i riflettori del legislatore, che ogni tanto prova a “renderle pubbliche”, per via del loro elevato patrimonio.
“Il motivo per cui abbiamo come Fondazione organizzato questo ciclo di conferenze – ha detto in apertura, il presidente Pasquinelli – è per comunicare chi siamo, che cosa facciamo, quale sia la nostra natura, perché ci sia sempre maggiore chiarezza nei rapporti istituzionali e in quelli privati, questo perché nelle relazioni il rispetto reciproco è una condizione essenziale”.
Presa la parola, Guzzetti premette che è “nel 1990 con la legge Amato che il legislatore italiano pone mano alla legge sulle Fondazioni di origine bancaria, con un obiettivo molto preciso. Dare attuazione ad alcune direttive comunitarie”.
Pochi articoli sufficienti per dare una prima forma e sostanza a questo nuovo soggetto istituzionale che nasce dalle Casse di Risparmio, “banche senza azionisti a cui dover rendere conto per la remunerazione del capitale”. Ma il ruolo delle Fondazioni diventa certamente più chiaro qualche anno dopo. “Le Fondazioni di origine bancaria e la loro identità di soggetti privati non profit, protagonisti del terzo settore, sono stati pienamente e definitivamente chiariti dalla Corte Costituzionale nel settembre 2003, con una fondamentale sentenza che le ha confermate come persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale” ha concluso Guzzetti.
Prossimo appuntamento a Palazzo Buonadrata, il 12 novembre, alle 17.30, con l’incontro dal titolo «Tra sussidiarietà e federalismo fiscale: il contributo delle economie locali per lo sviluppo del paese». Relatore Luca Antonini, presidente dell’Alta Commissione di Studio sul federalismo fiscale insediata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’incontro del Paolo VI
Dalla Fondazione ci è spostati all’aula magna dell’Università per il primo di due incontri organizzati dal Centro Paolo VI e dal titolo «Dalla Banca Etica all’etica della banca». Ospiti della serata, lo stesso Guzzetti e Sabina Siniscalchi, membro del Cda di Banca Popolare Etica, l’unica istituzione di “pura” finanza etica in Italia. Si è partiti con la citazione di una frase di Papa Benedetto XVI inserita all’interno della «Charitas in veritate»: “Occorre adoperarsi non solamente perché nascano settori o segmenti etici dell’economia o della finanza, ma perché l’intera economia e l’intera finanza siano etiche e lo siano non per un’etichettatura dall’esterno, ma per il rispetto di esigenze intrinseche alla loro stessa natura”.
Nel corso del dibattito, il presidente Guzzetti ha ripreso, in un lungo intervento, le più recenti tappe evolutive del sistema bancario, le caratteristiche del rapporto banca-cliente, le aggregazioni, e il ruolo che le banche svolgono raccogliendo risparmio ed erogando finanziamenti sottolineando come “la difesa del risparmio in Italia è costituzionalmente prevista” e che “il sistema regge solo se c’è la fiducia dei risparmiatori di tornare in possesso delle somme depositate presso l’intermediario bancario cui ci si rivolge”. Infine come “etica, fiducia e credito siano inscindibili”.
Di tutt’altro contenuto l’intervento di Sabina Siniscalchi, di Banca Popolare Etica.
“L’avvocato Guzzetti ha dimostrato come sia possibile fare buona finanza. Senza una buona finanza non c’è sviluppo economico e neppure sviluppo sociale, non c’è crescita, non c’è progresso. La crisi del 2008 – continua la Siniscalchi – ha suscitato in noi domande molto pratiche ovvero se questa finanza si stia comportando seguendo principi etici o se stia minando i capisaldi della finanza che sono la fiducia, la trasparenza, la sana e prudente gestione. La crisi ha dimostrato che spesso questa sana e prudente gestione non è applicata dai grandi istituti finanziari e dalle grandi banche. Io credo che debbano andare bene insieme l’etica e il rispetto delle regole. Vorremmo che i nostri principi fossero condivisi da tutto il sistema finanziario, purtroppo non è così”.
Emerge, in conclusione, un quadro piuttosto positivo, perché “fare finanza etica è possibile”. Ma non sono per nulla mancate le perplessità, soprattutto legate agli interventi nazionali e internazionali intrapresi fino ad oggi da stati e istituzioni per arginare la crisi e considerati spesso “insufficienti” e “inadeguati”. La cifra è da capogiro. Secondo un recente rapporto OCSE, per evitare i fallimenti delle banche nei vari paesi del mondo sono stati erogati 10mila miliardi di dollari. Ciononostante il “sistema” pare sia sottoposto agli stessi rischi di prima.
Domenico Chiericozzi