Sarà un’annata in… bianco?

    Non si può di certo dire che Giove Pluvio, quest’anno, non ci abbia messo lo zampino. La pioggia che era mancata negli ultimi anni, costringendo ad un’accelerata corsa tra i filari a caccia dei grappoli maturati troppo in fretta, quest’anno almeno ha fatto rientrare i ritmi della vendemmia nei tempi canonici. Il risultato, a parere degli addetti ai lavori, sarà un vino un po’ meno abbondante, per via di una resa leggermente inferiore delle uve, meno corposo e meno forte al palato, specie nel caso dei rossi, ma non per questo meno interessante in gradazione, gusto e struttura.
    I tecnici della Provincia stimano una raccolta complessiva di 300mila quintali d’uva, il 60% finirà in bottiglie doc. “La produzione 2010 rispecchia grosso modo quella dello scorso anno – sottolineano dall’ente di Corso d’Augusto – pur essendoci una minore quantità d’uva, la stessa però risulta più pesante di quella raccolta nel 2009”.
    I viticoltori parlano infatti di acini più ricchi a causa delle abbondanti piogge. “A beneficiarne saranno soprattutto i bianchi” commenta Davide Bigucci del Podere Vecciano di Coriano dove dal 30 agosto si raccolgono dai 50 agli 80 quintali al giorno. Quanto ai rossi, “saranno sicuramente interessanti i vini più giovani, quelli che si berranno già il prossimo anno, quelli di invecchiamento hanno bisogno di una concentrazione che forse quest’anno manca, ma è possibile che si rivalutino in botte”. La gradazione comunque non è stata intaccata: “Sarà buona – continua Bigucci – anzi forse anche troppo alta in certi casi, con Sangiovesi sopra i 14 gradi e comunque mai sotto i 12 e mezzo”.
    A San Patrignano la raccolta è già finita: iniziata a metà agosto con le uve da spumante, ha impiegato in 104 ettari di vigneto più di 250 ragazzi. Il responsabile della cantina, Roberto Dragoni, parla di una “annata molto particolare” caratterizzata da raccolte diradate, sfogliature consistenti e da una grossa cernita in fase post raccolta. “Abbiamo aspettato fino all’ultimo la maturazione finale dei grappoli e impiegato tanto tempo nella selezione degli acini con più di 100 ragazzi coinvolti” aggiunge Dragoni per il quale, alla fine dei conti, la produzione che l’anno scorso aveva raggiunto le 500mila bottiglie, sarà inferiore del 20%. “Ma puntiamo più sulla qualità: quest’anno abbiamo fatto un salto in avanti con la coltivazione biologica su tutti i vigneti. Siamo soddisfatti”.
    Proprio le uve biologiche, però, quest’estate hanno rischiato di più. “A giugno in particolare è stato difficile per le abbondanti piogge – spiega Roberto Mascarin dell’azienda San Valentino, a San Martino in Venti, 20 ettari di vigne, 4 addetti -. A giugno si fanno i trattamenti contro le malattie dei vigneti e le piogge favoriscono le infezioni. Se produci biologico poi, evitando ogni tipo di trattamento chimico, fai ancora più fatica…”. Tutto sommato però, anche in questa azienda dove si vendemmia dal 15 settembre, prevale la fiducia: “Se temo una produzione inferiore? La quantità per noi non è determinante – conclude Mascarin – A differenza di chi deve raccogliere il più possibile per portarlo nelle cantine, noi la quantità la ’pilotiamo’ lasciando sempre quattro-cinque grappoli nelle piante”.
    Stima invece un calo di produzione del 20% Vitaliano Pasini della Fattoria del Piccione, a Monte Colombo. Qui la vendemmia è partita il 13 settembre solo per i grappoli dei vini novelli, quelli destinati alla macerazione carbonica, in botte, tendenzialmente dal gusto più fruttato. Per i vini canonici si raccoglie dal 20 settembre. Con buone speranze ma non senza problemi: “Da sei, sette anni le viti soffrono il cosiddetto mal dell’esca: una virosi che attacca le piante e le fa morire quando l’uva è spuntata. Questo comporta un calo delle quantità raccolte insieme all’andamento climatico – spiega Pasini -. Essendo piovuto molto in primavera c’è stata già meno uva in partenza”. Tutto sommato, però, si sorride anche tra questi 11 ettari di vigneto: “Il Sangiovese sarà mediamente sui 13 gradi e mezzo, con un buon equilibrio tra acidità e zuccheri”.
    Nonostante le difficoltà e le polemiche degli ultimi tempi è ottimista sui dati tecnici il vicepresidente della cantina sociale di Rimini, Rocche Malatestiane: “Avendo vendemmiato con calma, senza l’assillo degli ultimi anni – commenta Lucio Guglielmini – siamo riusciti a sopperire là dove le uve non erano sufficientemente maturate”.
    “Il fatto che siamo ancora in vendemmia è positivo – sottolinea Enrico Santini della Tenuta Santini di Coriano, già presidente di Confagricoltura, che definisce anomali, meteorologicamente parlando, gli ultimi anni, e molto positivo il vino 2010 per quantità e qualità. Ma non basta: “Anche quando si verificano produzioni abbondanti e fortunate, siamo costretti a confrontarci con le piaghe di una concorrenza globale sempre più forsennata, di un mercato alla ricerca di un prezzo sempre più al ribasso, e di una clientela locale che non apprezza quanto dovrebbe i vini riminesi”.
    Un’ottima annata, insomma, non basta. L’ultima parola spetta al consumatore.

    Alessandra Leardini