Tutto è iniziato un paio di anni fa. Così, per caso, come spesso accade. Nicola e Federica fanno la classica gita domenicale, portano i loro due bimbi a Sogliano. C’è la festa del formaggio di Fossa. Le classiche bancarelle, un po’ di croccante, qualche ciupaciupa per i piccini, poi l’occhio di Nicola cade su un cartello: «adotta un formaggio». Come adotta un formaggio? Cosa significa? Due parole, una spiegazione e in men che non si dica, si ritrovano «genitori» di un formaggio. Esperienza che hanno rinnovato anche quest’anno. “Da quel pomeriggio è stato un effetto a cascata” spiega Nicola che nella vita di tutti i giorni indossa la toga da avvocato. E già, perché da lì hanno scoperto di avere un’anima… verde.
“Prima andavamo a far spesa al supermercato e non prestavamo molta attenzione – interviene Federica – poi abbiamo raccontato ad alcuni amici questa storia e loro ci hanno spalancato un mondo. Abbiamo scoperto i Gruppi di Acquisto Solidale, il mercatino del venerdì nell’ex parcheggio Sartini, abbiamo scovato diverse aziende che vendono direttamente i loro prodotti. Mangiamo più sano e paghiamo anche di meno. Meglio di così…”.
E le scoperte mica sono terminate qui. Perché da qualche mese a questa parte, Nicola e Federica hanno anche adottato una mucca, un maiale e un pezzo d’orto vero e proprio. Sì, sì, avete letto proprio bene: una mucca, un maiale e un orto.
“È successo che un giorno, dopo pranzo, stavamo bevendo un caffé guardando una trasmissione di Rai Due che si chiama «Costume e società». Parlavano di questa nuova opportunità e di come nel 2009 già centomila consumatori avevano deciso di seguire e partecipare al processo produttivo delle aziende agricole, direttamente o attraverso il web. Ci siamo informati e da lì è partito tutto”.
Un modo per vivere la campagna stando seduti comodamente su una poltrona ma assicurandosi forniture di prodotti alimentari genuini, freschi, di origine garantita con il miglior rapporto qualità-prezzo grazie anche al taglio di tutte le intermediazioni. Ultimo, ma non ultimo, il valore etico di un’operazione che aiuta a tutelare l’agricoltura in un momento di grande difficoltà.
“Il primo animale adottato è stata una mucca. Dopo una ricerca in Rete abbiamo scoperto che in Trentino ti davano questa opportunità. Ci siamo messi in contatto e abbiamo stipulato una specie di contratto: in pratica dietro una somma che si aggira sui 50 euro ogni tre mesi, ci spediscono formaggi, ricotte e tutto ciò che la mucca produce, a volte anche il latte. Attraverso una web cam, inoltre, possiamo seguire la sua crescita e come viene allevata. Stesso dicasi del maialino grecanico. All’inizio abbiamo pagato una quota di 120 euro che serve essenzialmente al suo sostentamento”.
Naturalmente a differenza della mucca, per «godere» del maialino occorrerà che venga trasformato in salsicce e braciole.
“Ma abbiamo adottato anche un albero di mele e parte di un orto – concludono Nicola e Federica – per il melo, una volta contattata la fattoria, siamo andati sul suo sito web dove c’era una mappa che ci ha permesso di scegliere tra le varietà di frutta disponibili. Noi abbiamo scelto un melo, fatto un bonifico di circa 50 euro e adesso attendiamo il primo raccolto. Stesso dicasi per l’orto dove abbiamo scelto di piantare insalata, pomodori e cetrioli”.
E allora, buona adozione a tutti. E naturalmente, buon appetito.
Francesco Barone