La cattiva notizia per i lavoratori di Riviera Auto è arrivata: licenziamento. La concessionaria auto di Rimini che chiuse i battenti lo scorso anno mettendo 24 lavoratori in cassa intergazione straordinaria (sei mesi più sei mesi) ha dato comunicazione, recentemente, della decisione della liquidazione definitiva degli ex impiegati: dai venditori, al commerciale ai meccanici.
La vicenda Riviera Auto
Ripercorriamo la vicenda. Ai primi di agosto del 2009 la società venne messa in liquidazione. In un primo momento si parlò di un passaggio di proprietà, in seguito, al rientro delle ferie d’agosto i lavoratori vennero messi al corrente che, invece, si trattava di cessazione dell’attività e chiusura del salone. Riviera Auto teneva i marchi Audi e Volkswagen, marchi prestigiosi. Prestigio che, in qualche modo, peggiorò la situazione impedendo ad altri operatori del settore di subentrare nell’acquisto del salone auto. La casa madre, infatti, ritirò i marchi. Una brutta situazione, insomma.
Maria Teresa Marano, funzionario Fiom Cgil che ha sempre seguito la vicenda ricorda che: “La questione si svolse in modo anomalo senza che i lavoratori venissero messi al corrente, preventivamente, di quello che stava capitando in azienda. Ad ogni modo riuscimmo a rimediare una cassa straordinaria di dodici mesi attraverso quello che venne definito «Un patto per attraversare la crisi»”. Si è trattato di una sorta di fondo speciale messo a disposizione dalla Regione Emilia Romagna per coprire quelle categorie di lavoratori che stando alla legge nazionale non avrebbero avuto diritto all’ammortizzatore sociale. Ad ogni modo, scaduti i dodici mesi arriva la batosta definitiva. Anche se nel frattempo alcuni dei 24 lavoratori sono stati ricollocati “sicuramente in otto – continua la Marano – per gli altri non posso dirlo con certezza perché non tutti i lavoratori sono inscritti alla Fiom, ma solo 11 dei 24”.
Cosa capita ora?
Rimandati ai primi di ottobre i colloqui con l’azienda, già contattata dalla sindacalista, che ha sede legale a Ravenna, mentre sono in divenire i colloqui con i lavoratori ancora coinvolti in questa situazione. Ad ogni modo saranno loro a decidere la strada da percorrere anche se la Marano punta a prolungare la cassa straordinaria. Ci spiega, infatti, che con altre aziende stanno procedendo in questo modo e che la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione altri fondi per fronteggiare queste tipologie di crisi, anche se i soldi sono garantiti solo fino a dicembre 2010. “Parlerò con i lavoratori – conclude la funzionaria Fiom – e decideremo insieme che cosa fare”.
2009: annus horribilis
Il 2009 fu un anno nero per le concessionarie auto di Rimini e dintorni. Riviera Auto, infatti non fu la sola a chiudere i battenti o comunque a subire dei ridimensionamenti. Fece una ristrutturazione che “costò” la chiusura di due officine Auto Pronti Mercedes di Santarcangelo (sedi anche a Pesaro e Cesena). 22 i lavoratori coinvolti. Cessata attività, invece, per Santi (gruppo con sedi a Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma) a Rimini in via Repubblica con Smart. I dati delle immatricolazioni per Rimini e provincia non erano però così neri da giustificare questa moria generale. 11.612 le vetture immatricolate nel 2008. A novembre 2009 erano state 10.801 quelle “targate”, con previsione di arrivare praticamente al pareggio per la fine dell’anno. A fare da traino c’erano gli incentivi statali alla rottamazione. Per quest’anno le cose non sembrano svoltare verso il peggio nonostante il mancato paracadute degli incentivi statali e nonostante i disastrati numeri nazionali. I numeri a disposizione, però sono quelli dei primi sei mesi dell’anno: ad agosto 2010 (dati Aci) sono state 7.286 le prime iscrizioni. Ad agosto dello stesso anno erano 6.769 (dati Anfia).
Tendenze e vendite
Ma oltre i numeri come vanno le cose nel settore delle vendite?
Certo è che le vendite delle quattro ruote possono dirsi un vero e proprio terno a lotto. Tante, infatti, sono le variabili che si incrociano modificando il risultato. Dall’incentivo statate, alla sempre verde crisi o pessima congiuntura economica, che dir si voglia, dalla rottamazione favorevole, etc.
Omar Lepri che a Riccione con la sua famiglia gestisce il salone auto Eurocar, cerca di spiegarci in che modo si sono comportati gli acquirenti negli ultimi dodici mesi.
“Stando alla mia esperienza personale posso dire che quest’anno si è quasi fermato il nuovo. Mentre è andato meglio l’usato: se lo scorso anno si è venduto il 50% di nuovo e il 50% di usato, quest’anno si è venduto l’85% di usato e il 15% di nuovo. Anche per i budget a disposizione è cambiato qualcosa”. Vanno per la maggiore, infatti, le auto di taglia medio piccola con tetti di spesa che si aggirano intorno ai 5mila euro per le piccole e che non superano i 12mila per le medie.
Cifre che Lepri identifica come “insolite” visto che negli anni precedenti quello il cliente medio variava la sua spesa dai 20 ai 30 mila euro. Una gran bella differenza.
In generale, comunque è sceso il numero di auto vendute nell’autosalone riccionese: “Posso stimare che il calo delle vendite si aggira intorno al 30% mentre abbiamo avuto un incremento di lavoro per l’officina, segno che la gente corre al riparo piuttosto che al nuovo”. Si ripara di più anche se il danno è grosso. Dalle immatricolazioni ufficiali alla vendita reale qualcosa cambia: perché i numeri pare che non tornino?
Tante le variabili in gioco, come abbiamo già detto, cui si aggiunge quella del KM 0. La macchina a KM 0, infatti risulata immatricolata pur non essendo venduta. “Capita, infatti – termina Lepri – che quelle autovetture siano dei veri e propri fantasmi che possono dare adito a queste discrepanze numeriche”.
Angela De Rubeis