Ci siamo. Mancano solo quattro giorni al primo vero derby della storia riminese. A quella prima stracittadina che solo fino a pochi mesi fa era impensabile solo ipotizzare. Una partita che in realtà ha già avuto un antipasto. Rimasto, però, sullo stomaco a tutti. Per quello che è avvenuto in campo e fuori dal campo. Con offese, sputi, spintoni e mini risse sedate a fatica da compagni e agenti delle forze dell’ordine. Una brutta macchia quella rimasta sui vestiti di coppa Italia che domenica i tifosi del Rimini, che siano quelli dell’Ac 1912 o quelli del Real poco importa, devono assolutamente cancellare. Ben vengano gli sfottò, le prese in giro, come hanno detto anche i due allenatori, Luca D’Angelo e Maurizio Neri, ma che non si ecceda, ricordandosi tutti che quella di domenica deve essere una festa. Per tutti. Perché tutti siamo riminesi. Perché fino a maggio, tutti eravamo uniti per tenere in alto quei colori che oggi si sono sdoppiati ma che rappresentano la stessa città. Un derby che arriva dopo una settimana che ha visto andare in scena il primo (di sei) turni infrasettimanali che ha lasciato stati d’animo molto diversi. L’Ac Rimini, infatti, dopo aver battuto l’Atessa è andata a perdere sul campo della Santegidiese dopo una partita molto strana, iniziata con la sorpresa Semprini tra i pali. Ma, è giusto sottolinearlo, in piena emergenza in attacco. Umore tutto diverso, invece, in casa Real, dove in tre giorni sono arrivati quattro punti ma soprattutto la consapevolezza di essere finalmente una squadra e di poter dire la sua in questo campionato. Al “Neri”, contro la grande favorita del torneo, il Teramo, i riminesi hanno giocato una gara a senso unico, vedendo il ritorno in campo di bomber Bettini. Tra i due litiganti, il terzo gode recita un vecchio adagio. Il terzo in questione è il Santarcangelo di Beppe Angelini che ha inanellato, tra campionato e coppa Italia, il quarto risultato utile consecutivo. Una squadra quadrata, completa in ogni reparto, con gli under che si stanno confermando vere e proprie certezze. E domenica, a Città Sant’Angelo, potrebbe continuare il suo cammino verso quella vetta che lo scorso anno ha sperato di tenere fino alla fine.
Francesco Barone