A guardare il bicchiere mezzo pieno, il numero degli infortuni sul lavoro nel 2009 è in discesa per il secondo anno consecutivo. Ma se si analizzano i dati Inail elaborati dalla Cgil di Rimini, c’è poco da essere ottimisti: 7.837 incidenti (tanti sono quelli registrati in provincia nel 2009, -13,5% sul 2008) vogliono comunque dire, fa notare la responsabile del progetto Salute e Sicurezza del sindacato, Alessandra Gori, “che ogni giorno dell’anno 22 persone hanno denunciato un infortunio sul lavoro”. E il trend avrebbe potuto essere peggiore se non ci avesse messo lo zampino la crisi economica. Già, perché quello che dalla Cgil di via Caduti di Marzabotto ribadiscono più volte, è che il calo degli infortuni va necessariamente legato alla diminuzione delle ore effettivamente lavorate a causa dell’aumento della cassa integrazione e della perdita in molti casi dello stesso posto di lavoro. Secondo i calcoli del responsabile dell’Ufficio studi, Corrado Paccassoni, “1.300 lavoratori non sono stati esposti a rischi di infortuni nel 2009, proprio a causa della cassa integrazione”. Quota che sale a 1.400 persone nel primo semestre 2010 “quando le ore Cig (2.274.000 circa) hanno quasi raggiunto quelle totali dell’anno passato (2.858.866)”.
I dettagli
A diminuire sono anche gli infortuni mortali: 7 nel 2009, uno dei quali nel pubblico impiego, ma sempre lontani dal minimo registrato nel 2007 (4).
I settori. Quello più colpito è, non a caso, anche quello più segnato dalla crisi: l’industria manifatturiera con 1.032 incidenti (-34% sul 2008, più del calo regionale, 27%, e nazionale del 24%). Più tenue la contrazione degli infortuni (886) nelle costruzioni: -9,3% contro il -16% nazionale. Quasi costante invece il trend nel settore alimentare, quello meno colpito dalla crisi: -0,8%.
Pubblico impiego. È l’unico settore, a guardare i dati, che registra un aumento degli infortuni: sanità, istruzione e pubbliche amministrazioni vedono infatti un incremento dell’11%. Un trend che secondo la Cgil è da spiegare con una maggiore stabilità del settore pubblico in tempi di crisi: “Sono settori che alla peggio reagiscono con un blocco del turn over, il che – spiega Paccassoni – non implica un venir meno delle ore di esposizione al rischio”.
Lavoratori stranieri. In questo ambito il 2009 ha registrato 1.635 denunce, -16% rispetto all’anno precedente. Gli infortuni che parlano straniero arrivano a coprire il 21% del totale, “percentuale sicuramente maggiore – fa notare Paccassoni – di quella che riguarda gli immigrati occupati sul totale, il che dimostra una più elevata esposizione di questi lavoratori al rischio”. Lo si può vedere anche dagli incidenti mortali che passano da 2 a 3.
Infortuni stradali. Sono stati 1.490 nel 2009, di cui 3 mortali. Nonostante il calo del 9%, essi arrivano a coprire il 19% del totale degli infortuni sul lavoro, contro una media regionale del 14,5. La viabilità e gli spostamenti casa-lavoro e lavoro-luogo di pausa pranzo in particolare restano un serio problema in provincia: 1.084 gli infortuni in itinere, due i casi mortali.
Il commento
Il quadro non tiene comunque conto, sottolinea il segretario generale della Cgil di Rimini Graziano Urbinati, “del lavoro nero e degli infortuni non denunciati”. Una voce che è impossibile quantificare per il sindacato che si limita a riportare i numeri delle ispezioni eseguite dalla Direzione provinciale del Lavoro nel 2009: su 829 aziende controllate, 449 sono risultate irregolari (54%) e 456 lavoratori completamente in nero.
Farsi un’idea degli infortuni rimasti nel silenzio, forse non è poi così difficile.
Alessandra Leardini