Il mondo del libro ha vissuto due grandi rivoluzioni: quella di Gutenberg e quella digitale. Ma dove porti quest’ultima, e quali siano i suoi contorni, non è facile indicarlo. Print on demand, eBook, iPod, iPad: l’evoluzione è così rapida da far girare la testa.
Chi non si è fatto prendere in contropiede dall’evoluzione digitale (vera o presunta) della cultura è l’editore riminese Mario Guaraldi. Già una decina di anni fa, Guaraldi interveniva sul tema del print on demand e sull nuove frontiere del libro in seno al Consiglio d’Europa, con un libro in digitale spedito da Rimini a Strasburgo nell’arco di una mail.
Tre anni fa, poi, il vulcanico editore organizzò a Rimini, a Castel Sismondo, la prima edizione di quell’eBookFest in seguito “scippato” da Fosdinovo.
Un evento importante, un germoglio piantato a Rimini, nel quadro di Castel Sismondo, poi attecchito rigogliosamente nelle piazze d’armi e nei saloni medioevali di Castello Malaspina.
“Un inserto de La Nazione ha strillato in copertina «Il più grande evento nazionale dedicato all’editoria digitale». Ora, non saprei dire se è stato «il più grande» coi suoi 22 seminari, le 5 grandi tavole rotonde, la trentina di «comunicazioni» di progetti, un intero spazio su «Second Life», oltre a un numero imprecisato di incontri spontanei da vero «BookCamp». Certo il livello delle partecipazioni è stato davvero alto.”
Perché è stato necessario trasferire un evento di così grande portata da Rimini a Fosdinovo?
“Tutto è nato tre anni fa nel cortile di CastelSismondo, ma alle mie richieste successive la Fondazione Casa di Risparmio di Rimini non ha più dato seguito: il castello non era disponibile. Anche dall’assessorato alla Cultura e dal resto del mondo culturale riminese, per la verità, il silenzio che ne è seguito è stato assordante.”
Così ha fatto le valigie, le ha caricate su di un file digitale e si è diretto verso Parma. In compagnia di oltre 300 partecipanti.
“Assieme ai massimi studiosi in campo (da Gino Roncaglia a Mario Rotta) e ai blogger più famosi, editori, autori, distributori digitali, bibliotecari, rappresentanti di Regioni, docenti Universitari (sei gli Atenei rappresentati), web designers, impaginatori, insegnanti, si sono confrontati a tutto campo sul futuro del libro; meglio, sul futuro della cultura nell’era di Internet, di Amazon e degli eReaders.”
Guaraldi, non le sembra di essere troppo ottimista sulla rivoluzione digitale?
“Guardo alle novità all’insegna della speranza e dell’ottimismo. Non a caso si è ragionato addirittura sui tre termini del linguaggio informatico che sanciscono quasi una «teologia» della cultura digitale: to convert, to justify, to save (secondo la geniale definizione di mons. Bruno Forte). Davvero il problema sul tappeto è la salvezza della cultura in tempi di basso impero mediatico e televisivo…”
Va analizzata con attenzione la mutazione: le nuove modalità di scrittura, il nuovo ruolo dell’editore, i cambiamenti legislativi e il ruolo della biblioteca: il prestito non più fisico ma on line.”
Digitale o cartaceo: l’impossibile convivenza?
“Assolutamente no. L’eBook non ammazza ma anzi aumenta la vita del libro cartaceo. E col print on demand libri inacessibili risuscitano come Lazzaro. Lo attesta anche Amazon: nonostante il sorpasso della vendita del libro on line, aumentano anche i volumi di carta.”
Tommaso Cevoli