Uso, Marecchia, Ausa, Marano, Melo, Conca, Ventena, Tavollo: sono loro i fiumi della provincia. A vederli scorrere: tutto normale. Ma il loro stato di “salute” tradisce, a volte, quello che si riesce a vedere. Certo è che, in alcuni casi, l’inquinamento delle acque che scorrono nei letti non può essere trascurato dall’occhio. Quando lavatrici, materassi e “varie ed eventuali” viaggiano al posto dei battelli fluviali non si può certo negare l’evidenza. Ma a parte i “cadaveri eccellenti” ci sono dei piccoli elementi, invisibili, che avvelenano le acque. Sono sintomi del cattivo stato di salute: lo è la mancanza di ossigeno, così come la presenza di ammoniaca o di Escherichia coli, indicatore primario di contaminazione fecale delle acque.
Lo studio delle acque
Arpa Rimini ha realizzato un Report conoscitivo in merito: Rapporto sulla qualità delle acque fluviali della Provincia di Rimini. Alla luce della normativa vigente (D.lgs. 152/99, che seppur superato rimane quadro di riferimento per le indagini conoscitive) nelle 18 stazioni di monitoraggio presenti vengono realizzati periodici prelievi (affinché le valutazioni siano valide, l’elaborazione deve essere compiuta sul 75% del numero dei dati teoricamente disponbile nell’arco temporale di riferimento) e incrociando risultati e valori di elementi inquinanti e sostanze pericolose si arriva ad una valutazione. Complessivamente i nostri fiumi non se la cavano per nulla bene. Nel 2008 (ultimi dati disponibili) dei sei corpi idrici considerati si è registrata una sola sufficienza, un “buono”, due “scadente” e 2 “pessimo”.
I peggiori:
Ausa: due le stazioni di monitoraggio presenti in questo corso d’acqua. La prima si trova sulla S.S. 72 al confine tra Rimini e San Marino; la seconda in via Marecchiese a Rimini.
Primo punto. Il punto di rilevamento è posizionato sul confine con la Repubblica di San Marino, a valle di quattro affluenti provenienti dal territorio sammarinese (località Falciano). Qui la situazione è pessima ma non è una novità. Il cattivo stato di salute di questo corso d’acqua si registra da tempo (un lieve miglioramento nel 2006 e nel 2007). Sono gli stessi tecnici dell’Arpa a individuare nei “numerosi scarichi fognari presenti nella porzione di bacino a monte del punto di campionamento” i principali agenti “incriminanti”. Mentre persistono estese zone prive di ossigeno (anossiche).
Secondo punto. La rilevazione viene effettuata immediatamente prima che l’Ausa converga nel Marecchia (nelle vicinanze del ponte pedonale del quartiere Ina Casa). Rispetto alla stazione di monitoraggio precedente situata a monte, in questo tratto le cose sembrano migliorare, soprattutto nelle condizioni chimico-microbiologiche, ma nel complesso lo status può dirsi negativo.
Ventena: anche in questo caso sono due le stazioni di monitoraggio presenti. Una posta sul ponte di via Ponte Rosso, confine Morciano e Saludecio; l’altra posta sul ponte via Emilia Romagna a Cattolica.
Primo punto. Il punto di rilevamento è situato in chiusura di un’areale collinare, nella quale si evidenzia una crescente presenza di insediamenti abitativi, industriali e artigianali. Qui il passaggio da “pessimo” a “scadente” si è visto solo dal 2005 al 2006, mentre nei rimanenti anni del periodo in questione (2003-2008) la situazione è rimasta costantemente “pessima”. Poco ossigeno e molta ammoniaca e fosforo. In soldoni è questa la situazione di queste acque che si concentrano di cattive sostanze soprattutto nei periodi che vanno da luglio a novembre quando scarseggiano gli apporti idrici.
Secondo punto. Qui siamo al termine del percorso fluviale, a valle dello scarico del depuratore di Cattolica. Dal 2002 il torrente, in questo tratto, non ha mai goduto di buona salute, in particolare dal 2002 al 2005 si è visto un costante peggioramento. Anche qui è elevatissima la mancanza di ossigeno nelle acque, che cresce nei periodi compresi tra agosto e dicembre, per analoghe motivazioni a quelle precedenti. Mentre nei mesi di novembre e di dicembre si è riscontrato, tra le altre cose, un incremento della presenza di Escherichia coli(contaminazione fecale).
Il migliore
E veniamo all’unico fiume “buono” del territorio. Si tratta del Marecchia ma se preso a monte. La stazione di Ponte Verucchio a Verucchio, infatti negli anni che vanno dal 2006 al 2008 ha ottenuto lo status di “buono”. Mentre a valle, nella stazione a Monte cascata in via Tonale a Rimini, i voti calano, tanto che negli anni si è registrata una sufficienza e due “scadenti”. Quattro le stazioni di monitoraggio per questo corso d’acqua, che tra tutti quelli presenti sul territorio è l’unico che viene classificato come Corso d’acqua superficiale significativo.
Ma quelli di Arpa sono monitoraggi. Gli interventi sono altra cosa e competono alla Provincia di Rimini e al Servizio Tecnico di Bacino e Regione Emilia Romagna. Visto che dalle conclusioni della relazione in questione si legge che “entro il 31 dicembre 2008 ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire almeno i requisiti dello stato sufficiente” verrebbe da chiedersi: Che cosa è stato fatto per raggiungere lo stato di sufficienza? Cercheremo di interrogare Provincia e Regione, in merito, e di darvene conto nel prossimo numero de il Ponte.
Angela De Rubeis
Foto, fonte Arpa