Non c’è vacanza senza cartolina. La classica foto della località turistica, con tanto di scritta e saluti, da decenni accompagna il rito delle ferie estive. Mare, ombrelloni e monumenti sono da sempre i soggetti più gettonati. Ma quale sarà, in futuro, la cartolina di Rimini? Probabilmente nei prossimi anni la foto rimarrà invariata: un bel lungomare ingolfato di automobili e smog e occupato da colonie decadenti nella parte più a nord, piazzale Boscovich ridotto ad un parcheggio selvaggio, file di alberghi in perfetto stile anni ‘60 – tranne qualche eccezione – piste ciclabili mimetizzate tra bidoni e marciapiedi e un centro storico che ancora risente dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Cominciamo dal lungomare. Il tratto di spiaggia da piazza Marvelli sino al porto, è forse quello che più di tutti ha saputo rinnovarsi. Gli alberghi hanno ritoccato le facciate, abbandonando il look da palazzina anni ‘60 per qualcosa di più moderno. Ma, a parte quello, la struttura è rimasta la stessa. Il contrasto è ancora più forte se la cartolina reale viene confrontata con quella dei progetti che ridisegnano la Rimini del futuro. Quale che sia il progetto non ha importanza, perché in entrambi i casi si parla di un lungomare “verde”, con poche auto, uno spazio da vivere e non da percorrere…
Project dimenticati?
Il caso è tornato alla ribalta ultimamente, con l’ultimo comunicato del Piano Strategico che sembra contrastare con i due project financing per il lungomare attualmente in lizza, quello di Norman Foster (che prevede la riqualificazione da piazzale Marvelli a piazzale Kennedy) e quello di Jean Nouvelle (dal porto a piazzale Kennedy).
L’assessore a Piano Strategico e Turismo, Antonio Gamberini, getta acqua sul fuoco: “Non si tratta di affossare progetti. Il Piano Strategico è importante e non si può ignorare il parere emerso in questi giorni; un modo per far partecipare tutta la cittadinanza alle decisioni del futuro”.
L’unica cosa per ora sicura è che non lo vedremo in tempi rapidi.
“Parlare di tempi è prematuro – continua Gamberini -. Per ora è stata fatta solo una delle fasi preliminari della verifica di sostenibilità. Ma il progetto è così complesso e riguarda una parte di Rimini così importante che non si può rischiare di far passare decisioni di cui poi ci si possa pentire. Per ora l’unica cosa certa è che a settembre nascerà lo strumento operativo per allineare il Piano Strategico alle idee messe sul tavolo fino a questo momento”.
Gli altri brutti angoli
Torniamo al problema principale. Quale cartolina i turisti si porteranno a casa? Trovare le differenze tra una foto odierna e una di due o tre decenni fa è un bel gioco da spiaggia. Qualche albergo si è rinnovato, ma il resto è immobile. O, peggio, è invecchiato troppo in fretta. È il caso della darsena di Rimini, così giovane, eppure a guardarla sembra lì da troppo tempo. Ruggine e salsedine l’hanno ridotta a un’ombra di ciò che era, in poco più di un decennio.
Ma il punto in cui la cartolina avrebbe più bisogno di un ritocco è forse proprio il centro storico. Cosa penseranno di questa città i turisti che, all’uscita dalla Rocca,
finita una bella mostra, si ritrovano di fronte l’orribile casermone che ancora oggi sorge al posto del teatro Galli? I progetti si avvicendano, ma ancora non si vede la soluzione. “Per il teatro – continua Gamberini – abbiamo ricevuto un fondo europeo di 4 milioni di euro”.
Il tour delle “bellezze” storiche continua con la “piscina naturale” alle spalle del ponte di Tiberio, dove proliferano alghe e rifiuti, agli scavi di piazza Tre Martiri, e via IV Novembre, in cui la pavimentazione romana si ritrova a fare la parte del cassonetto a cielo aperto. Ci si consola con la Domus del chirurgo, capace di far dimenticare per un attimo le altre brutture. Per fortuna che sono vacanze!
Stefano Rossini