Una Rimini più intima esiste. Lontano dalle acclamate spiagge e dai rinomati locali notturni, vive una città sobria e silenziosa, adagiata sulle colline dove i luccichii della vita mondana sono sostituiti da lenti e antichi riti come la raccolta delle olive, la vendemmia, la preparazione di marmellate. È una realtà parallela, quella dell’entroterra riminese, che ogni anno attira più turisti e amanti della natura nei suoi agriturismi immersi nel verde. Mentre la Riviera trasborda bagnanti ovunque e a tutte le ore, l’entroterra miscela l’accoglienza con un’atmosfera di pace.
Agriturismi e B&B
Nella provincia di Rimini gli agriturismi presenti sono una cinquantina, mentre i bed and breakfast oltre 110. Attenzione a non confonderli. Proprio nella legge regionale sugli agriturismi (4/2009) approvata lo scorso marzo dall’assemblea legislativa sono stati introdotti alcuni obblighi per le aziende, primo fra tutti quello di utilizzare l’80% delle materie prime derivanti dalle aziende agricole stesse o da prodotti regionali tutelati. I criteri per aprirne uno sono l’ospitalità, la possibilità di pernottare e alloggiare, la somministrazione dei pasti legati alla tradizione enogastronomica, incluse tutte le attività ricreative e sportive. Proprio seguendo questi criteri lo scorso anno è stata approvata la nuova classifica per gli agriturismi in Italia. Il documento approvato dall’Osservatorio Nazionale dell’agriturismo vuole uniformare le caratteristiche di selezione. Da considerare non solo il comfort offerto (come accade oggi), ma la tipicità dei prodotti, la professionalità del personale, la possibilità d’ingrandirsi e quindi offrire nuovi posti di lavoro.
I dati
A regalare un quadro italiano di questo vasto settore è la fiera dell’agriturismo di Arezzo che ogni anno, nel mese di novembre, illustra l’andamento del mercato. I dati del 2009, nel primo trimestre, erano in frenata ma in compenso le aziende sono diventate 18mila, con una crescita del 4% dal 2001. Il fatturato è arrivato a un miliardo di euro. Per capire che cos’è l’agriturismo riminese e quante frecce ha al suo arco, basta dare un’occhiata a quanti ne sono presenti in provincia e di che natura. Vista l’imprenditorialità romagnola che ci lascia sempre lo zampino, anche in questo caso gli imprenditori agricoli hanno saputo sostenere un territorio già di per sé molto ricco. L’effetto è stato positivo, in quanto si è potuto incrociare domanda e offerta in modo piuttosto soft: ristrutturando vecchie case coloniche o antichi casali, godendo di un territorio adatto alle attività sportive e garantendo banchetti enogastronomici niente male. Una formula vincente che sta dando i suoi frutti. Basta ascoltare chi lavora nel settore.
“Sono 6 generazioni che ci tramandiamo il mestiere agricolo… vent’anni fa, però, ho voluto fare qualcosa di diverso, ovvero abbinare l’agricoltura con il turismo”, racconta Pietro Allevi dell’agriturismo «Il Capannino» a Montecolombo che oggi, oltre a un’azienda agricola che produce vino, olio, miele, marmellate (tra cui la più rinomata, quella al pomodoro), tutte le estati porta i turisti della Riviera in collina. Ma come fa?
“Sono stato tra i primi a proporre le bruschette al mare e a presentare negli alberghi i miei prodotti. Oggi, tutti i giorni, porto alla mia azienda centinaia di turisti, illustro la preparazione dei prodotti e organizzo delle degustazioni”.
I più attratti sono i tedeschi che non vanno mai via senza comprare, assicura Pietro. E sono proprio gli stranieri ad alimentare un forte interesse nell’entroterra: norvegesi, finlandesi, svizzeri, francesi non mancano mai. A «Capannino» le uniche due camere sono prenotate fino a novembre e proprio con questi caldi c’è chi preferisce prendere il sole tra i 1.754 ulivi dell’azienda.
“Non sono solo anziani ma anche giovani coppie che sono stufe della solita e rumorosa Riviera”. Dalla cucina di Pietro, a conduzione familiare, escono ciambelle e crostate fatte in casa, e prodotti della tradizione romagnola. Insomma, un agriturismo casalingo dove l’ospitalità si sente e si taglia, anzi, si affetta con mano. Non solo. Tutte le estati per i suoi visitatori, Allevi organizza “La notte verde”: si tratta di un approccio totale con il colore verde, dal menù offerto ai fuochi d’artificio. Ma cosa cercano coloro che decidono di soggiornare in agriturismo?
La risposta corale è tranquillità e contatto con la natura.
“Si tratta di una clientela diversa che vuole stare in pace, magari fare passeggiate. Sono famiglie con i bimbi che preferiscono un ambiente meno confusionale” spiega Nicola di «Case Mori» agriturismo a San Martino Monte l’Abbate. A vocazione non solo turistica è la «Fattoria Belvedere» a Bellaria Igea Marina, un esempio di come abbinare turismo con l’amore per la natura. La particolarità sta nelle 16mila piante di lavanda attorno alla fattoria.
“Proprio la scorsa settimana c’è stato il taglio e adesso si procede con la produzione del prodotto”.
Sembra di essere nelle campagne francesi ma in realtà siamo a pochi passi dal mare. Biscotti, cioccolato, amari, confetture e pane, tutto rigorosamente alla lavanda.
“Non solo, con l’essenza di lavanda facciamo profumi, oli essenziali e miele”.
Proprio grazie a questa peculiarità l’agriturismo parla di un afflusso costante di stranieri che prediligono passare qualche giorno in relax. Ogni agriturismo, ovviamente, può scegliere di offrire solo la colazione oppure di servire pranzo e cena. L’alternativa l’ha studiata «Il Podere del Germano Reale» a Sant’Andrea in Besanigo che sorge su un antico casolare del 1.700.
“La gente non vuole restrizioni di orario perciò abbiamo pensato di proporre un buffet a pranzo per chi decide di non andare via. Ovviamente tutto di nostra produzione”.
Insomma, se in Riviera si parla di crisi alberghiera, per l’agriturismo la storia è diversa: fatturati che aumentano (fatte le debite proporzioni), prenotazioni fino a novembre, richieste continue. È pur vero che quest’anno Coldiretti stima una quota di 5 milioni di presenze negli oltre 18mila agriturismi per l’estate 2010 con un aumento del 3% rispetto all’anno scorso.
Il proprietario de «Il Podere del Germano Reale» ha una spiegazione. “Non c’è molta concorrenza, siamo in pochi. Ogni agriturismo ha una media di due o tre camere e quindi diventa difficile gestire le richieste che arrivano e non possono essere accolte”.
Di fronte a questo graduale cambio di marcia anche i prezzi incidono. Scopriamo però che non sempre sono così economici. Il prezzo medio per solo pernottamento e colazione oscilla tra i 60/70 euro, tralasciando il periodo di massimo picco, agosto, quando si arriva anche a 90 euro a persona. Ma non importa. Staccare la spina e concedersi una passeggiata tra i sentieri non ha prezzo. Poi, per i buongustai che non vogliono pernottare ci sono sempre gli agriturismi che fanno solo ristorazione: crostini con verdure di stagione, sottoli di produzione aziendale, tagliatelle alle verdure, ravioli con ricotta e spinaci, frutta sciroppata, galletto e coniglio alla cacciatora, spezzatino di agnello, verdure miste, piadina, crostata fatta in casa, sono solo alcune delle specialità che potrete trovare viaggiando da un casolare all’altro. Ma se c’è qualcosa che rende davvero più particolare il paesaggio è l’umanità della gente di campagna: la vera ricchezza di un turismo che si sta riscoprendo.
Marzia Caserio