Vedere la vita da un obiettivo è sempre stata la sua passione. Scriverla con la luce, un sogno. Ma i sogni non sono facili da perseguire. Soprattutto se sei giovane, se ami la fotografia e se vivi in Italia. E così nel 2007 ha deciso di salire le scale di un aereo che l’ha portata fino in America, fino a New York. E lì che Giulia Piccari, 32 anni, riminese doc, vive e lavora. Immortala sfilate di moda, concerti, spettacoli teatrali, eventi privati e, la sua grande passione, i set cinematografici. Le sue foto sono state pubblicate da riviste e magazine di tutto il mondo.
Raccontaci qualcosa di te, Giulia. Quale è stato il percorso che ti ha portato a New York?
“Dopo essermi laureata in fotografia al Westminster College di Londra e poi, nel 2004, all’Istituto di Fotografia di Roma, ho deciso che quello dello scrivere con la luce sarebbe stato il mio mestiere. Anche perché per me è pure una grande, enorme, passione. Avevo già fatto qualche lavoro per la RAI, ed esposto con successo in un paio di mostre, a Roma, quando ho deciso di trascorrere un anno negli Stati Uniti, spinta da un lato dalla passione per questo paese, e dall’altro anche dal fatto che, in Italia, la crisi economica aveva già iniziato a rendere assai poco appetibile e probabile la prospettiva di una possibile carriera futura. Una volta in America ho intrapreso un viaggio di un anno, in varie città, che ha portato, alla fine, alla creazione di un portfolio di foto a cui ho voluto dare il nome ON_MY_WAY, dedicato a mio nonno”.
Una bella esperienza, insomma.
“Una bellissima esperienza. E poi, io amo New York. Quando sono tornata a casa, dopo il mio primissimo viaggio nella Grande Mela, avevo comprato regali per tutti e qualcuno mi ha chiesto cosa avessi comprato per me stessa. La mia risposta, la ricordo ancora, fu: «Mi sono comprata New York City, per 28 giorni»”.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
“Fotografare i set è sempre stata una delle mie più grandi passioni e in una città come New York, così vitale e sempre pronta ad offrire continuamente progetti, spunti e motivazioni differenti, si può dire che materiale per alimentarla non ne manchi di certo. Oltre che per qualche serie TV, sono stata fotografa di scena anche per un discreto numero di film, molti dei quali vincitori di premi in vari Festival in giro per l’America. Tutti i miei lavori più importanti sono nati da contatti con l’ambiente del cinema. Contatti grazie ai quali sono riuscita a fotografare cantanti quali Cindy Lauper o Artie Pasquale, l’attore della serie TV The Sopranos. Inutile dire quanto questa cosa mi riempia di gioia e mi faccia sentire gratificata. Uno dei miei ultimi progetti, poi, ha a che fare con una quasi conterranea, l’attrice e scrittrice Marta Mondelli, originaria di Napoli, ma per molti anni residente a Bologna, prima di trasferirsi, anche lei, qua a New York. L’ho conosciuta per caso, mentre cercavo su internet attrici italiane nella Grande Mela e ci siamo trovate subito in sintonia, al punto che dopo qualche tempo mi ha chiesto se volevo lavorare per lei come fotografa di scena per un film, The Contenders. È stata una bellissima esperienza, sia umana sia professionale, di cui vado molto fiera e che mi ha dato tanto. Il fatto di sentirmi subito a mio agio con tutta la troupe, poi, mi ha consentito di lavorare senza la ricerca sfrenata della perfezione, ma concentrandomi più sulle sensazioni, tanto che le istantanee che ho scattato hanno avuto un grande impatto e Marta ha deciso di utilizzarne tre, aventi per soggetto i protagonisti del film, per la locandina”.
Nostalgia di Rimini la provi mai?
“Certo! Rimini per me è una tappa imprescindibile e quando arriva la bella stagione non posso fare a meno di pensare alla mia città. Anche quest’anno tornerò, in agosto, per una full immersion di riminesità, alla ricerca di amici, parenti, immagini, suoni, luci e colori. E, soprattutto, di quel mare, che certo non sarà l’oceano, ma è sempre presente dentro me”.
Fabio Parri