La parrocchia di S. Martino a Riccione è una grande parrocchia non solo nel numero dei suoi abitanti (circa 12.000), ma anche nell’estensione del suo territorio (dalla Stazione alle colline e alla zona industriale presso l’autostrada).
Una mega parrocchia viaggia tutta su mega misure: grande la chiesa (anzi le chiese, con San Martino nuova e vecchia, San Francesco e Santa Caterina), articolata l’organizzazione, numerosi i collaboratori (solo i messaggeri sono circa 350), capillare l’informazione, solleciti i preti…
I preti a tempo pieno sono due: don Maurizio Fabbri e don Alessio Alasia.
Don Maurizio e don Alessio sono “parroci in solido” (hanno cioè le stesse competenze giuridiche e pastorali su tutto il territorio), per poter attendere con maggior sollecitudine alle esigenze di tutti i fedeli, anche se, per maggior comodità dei parrocchiani stessi, don Alessio è il referente per le attività che si svolgono nella zona di San Francesco e don Maurizio per le altre zone della parrocchia.
La prima domanda che poniamo ai due parroci non può che riferirsi all’esteso territorio della loro parrocchia.
“La parrocchia racchiude zone molto diverse tra loro a livello socio-culturale: la Zona di Riccione Paese, dove risiedono famiglie da più tempo radicate a Riccione e a forte carattere commerciale (negozi, ospedale, Comune, servizi vari); la Zona san Francesco, quartiere formatosi attorno agli anni ’70 e costituitosi inizialmente come parrocchia autonoma, poi inserito nell’attuale parrocchia di San Martino; la Zona artigianale nei pressi del casello autostradale A 14 (Raibano e Colombarina) con numerose attività commerciali e poche abitazioni; il Villaggio Papini (“Riccione2”): è la zona di più recente costituzione (anni ’80) con un buon numero di famiglie giovani, con scarsi servizi di pubblica utilità e con diversi condomini; il Villaggio “Donna Rachele” dal nome della moglie del Duce che fece costruire tante case in questa zona, abitata da famiglie residenti da lungo tempo.
Come si vede, già dal tipo di configurazione emerge la notevole dispersione geografica e sociale della parrocchia, che poi si traduce nella fatica della Comunità parrocchiale ad acquisire un volto d’insieme e una coscienza di appartenenza”.
Ma riescono, due preti soltanto, a mantenere un pur minimo contatto con un territorio così vasto, con una popolazione così numerosa, con questo esorbitante numero di famiglie?
“Cerchiamo di fare del nostro meglio. E poi non siamo proprio soli: dal 2005 abbiamo la preziosa collaborazione di due diaconi permanenti: Lazzaro Castiglioni e Vanes Tonini.
Cerchiamo di avere un contatto con i ’lontani’ (geograficamente e religiosamente) attraverso la visita mensile alle famiglie da parte dei messaggeri, con le benedizioni pasquali, coi centri di ascolto del Vangelo, la visita alle famiglie da parte delle catechiste…
La Benedizione delle Famiglie l’abbiamo suddivisa in tre anni, visto il numero complessivo di 4.900 famiglie, andando nelle case in orari verso sera, in modo da poter incontrare effettivamente le persone.
Invece i “Centri di Ascolto del Vangelo” sono una decina, nati nell’ambito del vicinato, e coinvolgono circa 150 persone che si riuniscono una volta al mese. Partecipano in gran parte persone dai 50 anni in su e si respira un clima di amicizia e di apertura al dialogo. Tuttavia faticano a crescere in una dimensione ’missionaria’ verso le famiglie del proprio vicinato”.
Saremmo tentati di curiosare su altri numeri, soprattutto su quello dei bambini che quasi al completo partecipano al catechismo. Come si riesce a organizzare il catechismo per centinaia di bambini?
“Un po’ qui a S. Martino e un po’ a S. Francesco. Attualmente la catechesi parrocchiale dei fanciulli e ragazzi offre tre tipi di itinerario: la catechesi ordinaria rivolta ai bambini dagli 8 ai 12 anni, secondo i temi e i testi dei catechismi CEI, incentrata sulla preparazione dei sacramenti della prima Confessione (III el.); prima Comunione (IV el.); Cresima (fine I media). Da due anni si è offerta la possibilità della catechesi alla domenica mattina a San Francesco, che si conclude con la Messa, quale opportunità per coinvolgere bambini e genitori nel riscoprire il significato e la partecipazione alla Messa domenicale.
Poi c’è il Metodo del “Buon Pastore”: attualmente sono tre gruppi di bambini (5 anni; 6-7 anni ; 8-9 anni) che si ritrovano un’ora alla settimana. La catechesi attinge direttamente dalla Bibbia e dalla Liturgia.
Infine il Metodo ACR: siamo partiti quest’anno con la III elementare, seguendo la guida nazionale dell’Azione Cattolica Ragazzi”.
I bambini non mancheranno di certo, ma le famiglie come si coinvolgono?
“Cerchiamo anche di coinvolgere i genitori dei bambini con laboratori di lavori manuali, momenti conviviali, alcune serate formative su temi attinenti i sacramenti o problematiche educative. Nonostante la varie proposte ci accorgiamo della sempre maggiore ’lontananza’ delle famiglie dalla proposta cristiana, per cui occorre non dare nulla per scontato, ma offrire la parrocchia come luogo accogliente per gli adulti stessi.
Certo la catechesi sacramentale dei bambini rimane una grande opportunità di evangelizzazione delle famiglie. In diversi casi proprio la catechesi dei figli è stata occasione per un riavvicinamento dei genitori alla Messa, alla preghiera, ad interrogarsi sulla fede”.
Dopo l’età di catechismo, in tantissime parrocchie i giovani vanno allo sbando. E a S. Martino?
“Nota dolente anche per noi. Attualmente la nostra parrocchia propone due ambiti educativi per i ragazzi dopo la Cresima: i Gruppi giovanili e il Gruppo Scout.
Dopo la Cresima, purtroppo, gran parte dei ragazzi (un 70%) abbandona un rapporto stabile con la parrocchia. Questi ambiti invece mostrano come, anche successivamente alla Cresima, la parrocchia è ancora un luogo dove incontrarsi, nello spirito dell’amicizia che viene da Dio.
I Gruppi Giovanili sono divisi in tre settori: i ragazzi delle Medie (post cresima), gli adolescenti ed i giovani (ultimi anni delle Superiori e Università).
Gli scout, presenti in parrocchia da oltre 20 anni, seguono la loro suddivisione classica: Branco, Reparto, Noviziato – Clan e Comunità Capi. La proposta è rivolta a 32 bambini/e fra gli 8 e 12 anni (Branco); 45 adolescenti fra i 12 e 16 anni (Reparto maschile e Reparto femminile) e 45 ragazzi/e fra i 16 e i 21 anni (Noviziato e Clan). La gestione delle Unità è coordinata dalla Comunità Capi, formata da 25 adulti con la presenza degli Assistenti ecclesiastici d. Maurizio e d. Alessio e in parte don Andrea Ripa.
La Comunità Capi è garante del percorso educativo complessivo, esplicitato nel Progetto Educativo di Gruppo e realizzato attraverso il metodo scout che si caratterizza in attività specifiche per ogni fascia di età”.
La parrocchia di S. Martino è troppo vasta e troppo ricca di iniziative per poterle considerare tutte. Allora, per riassumere, parliamo della domenica che, in qualche modo, dovrebbe essere la sintesi di tutte le attività e l’incontro di tutte le esperienze.
“La parrocchia ha già messo in atto parecchie iniziative per valorizzare il Giorno del Signore come “fonte e culmine” della vita della comunità parrocchiale. Naturalmente (e purtroppo) non tutti gli sforzi fatti danno, a breve termine, il risultato atteso. A volte poi, manca il coordinamento e l’affiatamento tra i vari settori e gruppi.
Abbiamo la sensazione che negli ultimi anni la partecipazione alla Santa Messa domenicale sia migliorata, sia in senso quantitativo (partecipano più persone, soprattutto uomini adulti), che qualitativo (maggiore capacità di vivere la celebrazione non da spettatori, ma coinvolti nell’azione liturgica).
Ma c’è anche da rilevare come la Domenica veda sempre più persone impegnate nel lavoro, e questo penalizza il ritrovarsi della famiglia e la partecipazione dei piccoli e grandi alla Messa domenicale. È ancora scarsa la coscienza della centralità della Messa domenicale per il cammino di fede delle persone (si va quando si può e se uno se la sente)”.
E con questa nota di speranza (velata da un pizzico di apprensione), ci auguriamo che la Visita Pastorale porti ulteriore entusiasmo e unione a tutta Riccione.
Egidio Brigliadori