Don Duilio Magnani era nato a Misano Adriatico, l’11 giugno 1928. Viene ordinato sacerdote il 28 giugno 1953, dal vescovo Luigi Santa, assieme ai confratelli don Andrea Baiocchi, don Pasquale Campobasso, don Valerio Cesari. È subito cappellano a San Savino. Nell’anno 1957, è parroco a Sant’Ermete, sino al 1964.
Era la prima parrocchia e vi arrivava con il suo fervore giovanile. Per aumentare la partecipazione dei fedeli, ogni domenica faceva la processione al cimitero. Teneva tridui solenni che preparavano le feste dei santi, venerati in parrocchia. Aprì il circolo ACLI , diede vita alla filodrammatica. Ebbe la consolazione di tre sacerdoti: don Giuseppe Scalpellini, don Silvano Rughi e don Sanzio Monaldini. La prima Messa di don Silvano, il 29 giugno 1967, fu a Corpolò perché a Sant’Ermete non vi era la chiesa, e tutti i parrocchiani di Sant’Ermete riempirono la chiesa di Corpolò.
A Rimini, fu parroco a San Giuliano Mare e assistente di Azione Cattolica, dopo mons. Pasolini.
Il suo sacerdozio nacque negli anni in cui i confratelli lottavano per tenere saldi i fedeli alla fede e alla pratica religiosa. Il comunismo, che veniva dall’Oriente, cercava di invadere tutta l’Europa. Don Duilio, battagliero per natura e per la sua vocazione di parroco, lottò apertamente perché i suoi fedeli non aderissero alla dottrina atea e materialista.
All’esperanto, il nuovo latino della Chiesa, dedicò le sue forti energie. Batté a macchina tutto il Messale romano tradotto in esperanto. Spesso lavorava di notte. Di questa lingua internazionale, parlò subito al nuovo vescovo Giovanni Locatelli. Anche il vescovo predecessore, Emilio Biancheri era stato entusiasta. Per la prima volta, nel 1976, il vescovo Biancheri aveva dato il benvenuto, in esperanto, a San Marino, ai Congressisti dell’associazione internazionale degli insegnanti esperantisti. Ripeteva poi, con vivo compiacimento: “Si vedeva che capivano quel che leggevo ed anch’io ho capito molto dei loro interventi”.
Il nuovo vescovo Giovanni, il 28 giugno 1977, nominò don Duilio Incaricato diocesano del gruppo dell’UECI. Era l’anno in cui Papa Paolo VI aveva autorizzato l’Arcivescovo di Cracovia, il futuro Papa Giovanni Paolo II, a celebrare la Messa in esperanto. Don Duilio ricordava sempre, commosso, l’abbraccio che ricevette dal Papa, il 19 aprile 1980, in occasione della udienza pontificia alla Diocesi di Rimini. L’esperanto era la sua passione, poiché gli offriva la possibilità di fare conoscere e amare il Signore, la Madonna, padre Pio.
Da tutto il mondo, attraverso l’esperanto, raccoglieva offerte per l’Africa: il Burundi, il Sudan…
Nella zona di San Giuliano Mare, nasceva, nell’anno 1990, la nuova parrocchia di S. Giuseppe al Porto. La parrocchia di San Giuliano Mare perdeva il suo significato, e veniva soppressa. Don Duilio ha chiesto di rimanere nei locali della ex parrocchia. Il nuovo vescovo Francesco Lambiasi lo ha nominato ‘rettore’. Don Duilio, quale rettore, diede vita all’adorazione eucaristica, che era molto frequentata. E i locali furono provvidenziali per la segreteria esperantistica mondiale. Aveva un forte legame personale con padre Pio e, tutti i mesi, era la guida spirituale del pulman che partiva dalla stazione di Rimini per San Giovanni Rotondo.
Mario Molari