E se domani / Tu non fossi qui / Quando viene la Sera / Amore baciami / Al chiar di luna porto fortuna / Acque amare / Le mille bolle blu…
Non sono i versi di un autore sentimentale, ma i titoli di alcuni celebri brani firmati da Carlo Alberto Rossi, con i quali si potrebbe davvero “costruire” una lunga poesia. Riminese, classe 1921, amico di Fellini e di Zavoli, Carlo Alberto Rossi è scomparso giorni fa a Milano a 79 anni per un problema cardiaco, dopo oltre 60 anni di carriera, come compositore (oltre 500 canzoni), scrittore di commedie musicali e discografico.
Grande autore, l’uomo de Le mille bolle blu e di E se domani: basterebbero i titoli delle canzoni immortali e l’elenco degli artisti per i quali ha scritto, a confermarne il valore. Lui, Rossi, grandi occhiali a goccia e baffetti da “sparviero”, preferiva il tocco leggero e sapiente del pianoforte ai riflettori della ribalta.
Curioso destino, quello che ha legato il compositore riminese a Sanremo. Al Festival della canzone Italiana aveva partecipato ben 18 volte, solo in un caso centrando la finale (e senza vincerla). E pensare che i pezzi bocciati sono Mille bolle blu o E se domani, diventati successi planetari grazie alle interpretazioni di Mina. E nel 1953 si toglie una soddisfazione: Acqua amare cantata da Carla Boni batte ogni record di applusi, tre minuti e cinque secondi.
Il successo per Rossi comincia ad arridergli dopo la guerra (fu militare nella divisione Acqui, massacrata a Cefalonia dai tedeschi) nel 1947 con Amore baciami interpretata da Linda Martorana. Un vero boom: nei primi sei mesi dell’anno il brano gli frutta la cifra impressionante di 1 milione e 400mila lire in diritti d’autore. Assieme al fratello Alfredo Rossi e a Ladislao Sugar, fonda nel 1949 l’etichetta discografica “Ariston” (“ottimo” in greco), una scuderia che assolda i più prestigiosi musicisti italiani.
Nei decenni successivi, oltre a Mina, collaborò con artisti del calibro di Gorni Kramer, Nino Taranto, Rabagliati, Milva, Joe Sentieri, Bing Crosby, Tom Jones, Ray Charles, Nat King Cole e Sarah Vaughan. Gli artisti stranieri amano la sua musica che si discosta dai canoni tradizionali melodici per colorarsi di swing e jazz.
La fama non cancella però l’affetto di Carlo Alberto Rossi per Rimini, la “sua” Rimini. Qui iniziò gli studi musicali sui banchi del “Lettimi”, prima di emigrare a Milano e iniziare la carriera di musicista. A Rimini aprì anche un locale. “All’epoca, in quella zona vicino al porto, c’era una sorta di deposito per rifiuti. allora andai alla Capitaneria – raccontava Rossi – e chiesi la concessione per fare il locale. Così nacque il Whisky Juke box.” Ogni sera si esibivano quattro complessi. In uno di questi suonava il clarinetto Pupi Avati. Nel 1996 Rimini l’aveva premiato con il Sigismondo d’oro, lui nel 2003 aveva ricambiato con un’esibizione in occasione degli 80 anni di Sergio Zavoli alla Sagra Musicale Malatestiana. Rossi fa parte insieme a Fellini, Guerra e Zavoli, – è il ricordo del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali – “di quella stretta cerchia di intelletuali ed artisti che, da Rimini, hanno raggiunto con la loro poesia, le loro parole, le corde più profonde dell’animo umano.”
Paolo Guiducci