“Siamo soli in una Valle di lacrime”

    Fatta l’aggregazione, ora occorre fare la Provincia. I 7 comuni, 18mila abitanti e circa 200 chilometri di strade, dell’Alta Valmarecchia non sono per Rimini un’appendice, ma un territorio importante per storia, cultura e numeri. Un territorio che necessita d’interventi e finanziamenti. Un tasto, questo, sul quale però si batte poco. E Rimini si trova ad affrontare il peso di un maggior impegno finanziario senza aver ricevuto – oltre alle promesse – anche gli euro necessari. A otto mesi dall’avvenuto, storico abbraccio tra l’Alta Valmarecchia e la regione Emilia Romagna, tra l’Alta Valmarecchia e la provincia di Rimini, qual è la situazione di una vallata i cui comuni hanno al primo posto nei bilanci la voce “viabilità”, la cui economia è stata quasi strangolata dalla crisi (oltre 600 persone in cassa integrazione, aziende chiuse e lavoratori a spasso) e che deve fronteggiare questioni primarie come scuola e sanità in modo del tutto nuovo rispetto alla conduzione pesarese? Ne parla a 360 gradi il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali.

    Presidente, dopo le feste e l’entusiasmo dei primi giorni, via via emergono i problemi. Vi siete già pentiti di aver abbracciato la vallata?
    “L’ampliamento della provincia a 27 comuni è la «grande opera» del mandato amministrativo. È soprattutto su questo che – come classe dirigente – ci giochiamo faccia, credibilità, aspettative, prospettive. Questo spiega perché da dieci mesi a questa parte, la maggior parte del lavoro dell’Amministrazione provinciale è stato dedicato a questo. Non è solo questione di soldi ma lavoro di uffici, di pianificazione degli strumenti sovra comunali, di relazioni da tessere ex novo. Un esempio su tutti: i problemi legati al trasferimento amministrativo per l’agricoltura, le imprese o l’attività venatoria. È un’attività che non ha precedenti e che spesso viene sottovalutata, quasi che il cambio amministrativo di sette Comuni assomigli a spingere l’interruttore della luce. Ma non è questa la cosa più preoccupante”.

    Quale allora?
    “La cosa che mi fa più rabbia è, come Ente locale, di essere messi ancora una volta nelle condizioni di chiedere con insistenza un aiuto da Roma. Fare la figura del lamentone per avere non solo ciò che ci spetta ma per dare sostanza a una cosa propagandata come «propria» a ogni piè sospinto da un Governo per ora inadempiente. Sinora siamo stati lasciati soli nei fatti e nel portafogli”.

    Presidente, facciamo una fotografia del nuovo territorio e delle sue necessità più impellenti per una vera integrazione con il resto della provincia.
    “In numeri, il passaggio dei sette comuni, significano oltre 18mila abitanti in più, un terzo di territorio aggiuntivo, quasi 200 chilometri di «nuove» strade con un grave e diffuso dissesto idrogeologico. Ma non è solo questione di cifre: si tratta di riprogettare un intero territorio, registrando esigenze, aspettative, definizione di problemi, omogeneizzando gli interventi e riequilibrandoli uniformemente. Credo fermamente che l’ingresso della Valmarecchia «costringerà» l’intero territorio riminese a ripensarsi in maniera più razionale, ambientale, efficiente. È una straordinaria, storica occasione di emendare anche agli errori del passato. Ma per fare ciò occorre che le Istituzioni locali non siano abbandonate a loro stesse: compito e ruolo di una buona amministrazione centrale è dare sostanza ai provvedimenti legislativi. Ad oggi constato che così non è, costringendo la Provincia di Rimini e la Regione Emilia Romagna a sobbarcarsi tutto questo, avendo a disposizione le stesse, medesime risorse del territorio a 20 Comuni”.

    Cosa ha fatto o sta facendo il Governo?
    “È presto detto. Da metà agosto 2009 proclami a raffica: vi diamo 2 milioni di euro qui, allarghiamo il patto di stabilità là, nel decreto mille proroghe la Valmarecchia avrà le sue risposte. Il risultato è zero porto zero. Non è arrivata una risorsa specifica, solo 300mila euro frutto del cosiddetto emendamento «Pini/Marchioni» che peraltro ringrazio. E adesso qualche onorevole buontempone ti viene anche a dire: «Dovete fare con le vostre risorse». Ma che serietà è questa? In quale parte del mondo non si danno gambe a provvedimenti legislativi che da un giorno all’altro influenzano la vita di persone, tessuti economici, scuole? Per carità, capisco i problemi dello Stato centrale. Quello che non capisco è la propaganda in assenza di risposte”.

    Da Roma (e i parlamentari locali nelle file della maggioranza) ribattono: la situazione è delicata a livello nazionale, la vicenda dell’Alta Valmarecchia è anomala, occorre aver pazienza e fare di necessità virtù.
    “Sinora abbiamo avuto pazienza e difatti abbiamo evitato facili polemiche, anche durante la campagna elettorale. Ma è chiaro che se non avremo risposte concrete, la situazione non potrà reggere. In fondo le cose sono semplici da spiegare: stiamo procedendo con le stesse risorse di una provincia a 20 Comuni, e come noto si era già stretti con quelle. La vicenda del DUP è sintomatica. Dopo un anno e mezzo di confronto tra Regione, Provincia e 20 Comuni, si ripartiscono le risorse europee, nazionali e regionali per la riqualificazione dei centri dell’entroterra su progetti specifici realizzati in anni. La Lega Nord – dopo aver promesso mari e monti e non avere portato a casa nulla da Roma a causa di una spaccatura con il PDL – per difendersi dalle accuse sbraita che quei soldi dovevano essere dati anche ai nuovi sette Comuni. Così non regge, le istituzioni non reggono. Noi e la Regione – che peraltro si è impegnata in fase di consuntivo 2009 a aggiungere risorse specifiche sulla Valmarecchia per circa 2 milioni di euro – siamo chiamati a tenere dritta la barra. Chi avrebbe (ha) responsabilità diretta, per ora – sottolineo per ora – continua a parlare e a non portare un euro che è uno”.

    È un’accusa forte, presidente. Ma la Provincia di Rimini che trasferisce i denari della Regione nei vari territori, concretamente quali finanziamenti ha effettuato? Inoltre, è sotto gli occhi di tutti l’emergenza viabilità, un settore per il quale i 7 comuni han sempre lamentato scarso intervento da parte della Provincia di Pesaro-Urbino. Quale segno di discontinuità ha operato Rimini?
    “La Provincia di Rimini ha stanziato 300mila euro per la manutenzione delle strade. Cifra doppia rispetto a quanto accadeva in precedenza sotto l’amministrazione pesarese. Ma è una goccia nel mare perché la Valmarecchia ha bisogno di un piano di manutenzione, riqualificazione, sistemazione del dissesto idrogeologico imponente e straordinario, sul quale cercheremo di attivare anche risorse comunitarie. Non si tratta di qualche centinaio di migliaia di euro ma di milioni. La Regione si è impegnata a «riaprire» il DUP così come attendiamo risorse per le iniziative turistiche. In attesa di buone notizie dalla Giunta regionale, abbiamo fatto un lavoro fuori dall’ordinario: dai 50mila euro destinati al mattatoio di Talamello per i necessari adeguamenti, ai 300mila euro per il personale per la manutenzione strade distaccato dalla Provincia di Pesaro-Urbino, ai 500mila euro per il rimborso delle rate dei mutui trasferiti sempre dalla Provincia precedente, ai 137mila euro dei trasporti scolastici, ai 27mila euro per il sostegno alle reti culturali, musei e biblioteche, ai 30mila euro della manutenzione ordinaria scolastica. Ogni euro disponibile – nostro e dagli obbligatori trasferimenti fiscali – è stato investito, senza dimenticare la programmazione dei nuovi strumenti di promozione turistica (a partire dal portale Internet) che comprenderà i territori del’Alta Valmarecchia oppure la pianificazione dell’offerta formativa scolastica provinciale che vede in un ruolo strategico il polo di Novafeltria oppure la creazione del nuovo ATC RN2”.

    Un argomento molto spinoso e controverso, quest’ultimo. Come pure la situazione delle strade.
    “Stiamo assegnando 150mila euro derivanti dalla Legge regionale n.3 del ’99 per interventi di sistemazione e miglioramento delle strade comunali e la Regione sta pagando servizi relativi al trasporto pubblico per circa 340mila euro, come previsto dal Protocollo firmato dalle due Regioni. Sono stati accordati anche i finanziamenti per il fondo unico per le imprese artigiane e per il turismo. A fine maggio verrà siglato da Comuni, Pro Loco, Associazioni di Categoria e Istituzioni un nuovo patto per la promozione turistica dell’entroterra. Obiettivo: raddoppiare presenze e arrivi nell’arco di cinque anni”.

    Presidente, ha in animo qualche azione eclatante per far accendere i riflettori sull’Alta Valmarecchia e sulle casse vuote?
    “Se arriveranno risposte scenderò per primo in piazza per ringraziare pubblicamente chiunque, centrodestra o centrosinistra non fa differenza. Ma se ciò non sarà – in tempi celeri – non starò fermo ad attendere il rapido declino di questo straordinario territorio. Perché l’approdo ultimo di una situazione grave come questa non può che essere l’impoverimento di tutto il territorio. L’ingresso della Valmarecchia può essere uno straordinario volano di sviluppo per tutti. Non possiamo permetterci di sprecare questa enorme occasione”.

    (a cura di Paolo Guiducci)