Una notizia rimbalzata sulle pagine di tutti i giornali nazionali, e non solo, e che porta a riflettere anche un territorio come quello riminese, che non è esente dal problema sette. Una piaga che giace latente fino al prossimo episodio di cronaca. “Perché purtroppo siamo sempre in attesa del reato per accorgerci che il problema esiste e andrebbe prevenuto”.
Adolfo Morganti del Gris, il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa della diocesi di Rimini, commenta così ai microfoni di Icaro Tv l’arresto avvenuto il 16 marzo a Roma, di Danilo Speranza (62 anni), il guru della setta New Age “Maya” (oltre mille adepti), accusato di violenza sessuale (per abusi commessi su bambine e relative mamme), riduzione a schiavitù e truffa aggravata. Lo scandalo affiorato dal quartiere romano di San Lorenzo, dove la setta aveva il suo quartier generale, è solo l’ultimo di una lunga serie di casi di violenze e abusi fisici e psicologici provocati in Italia e all’estero da movimenti riconducibili a sette, anche non necessariamente sataniche.
Com’è possibile che certi gruppi (se ne contano 500 in Italia) riescano a raccogliere tanti seguaci e a provocare simili conseguenze?
“Negli ultimi anni – prosegue Morganti – si è fatta più attenzione, nel nostro Paese, alla prevenzione, ma solo il fatto che certi episodi si realizzano, dimostra di quanta prevenzione ci sia ancora bisogno”.
Il Gris opera proprio in questo campo, cercando di combattere il male alla radice. Come?
“Attraverso un numero telefonico (il servizio Sos Sette) e un sito internet (www.grisrimini.org) raccogliamo segnalazioni e denunce da tutta Italia. Le persone possono segnalare un problema, anche in forma anonima. Il singolo caso poi va verificato. Diciamo che su dieci segnalazioni, otto riguardano problemi di tutt’altra natura. Quei due casi accertati invece come problemi riconducibili a sette, vengono approfonditi e, se la persona lo desidera, si provvede alla sua tutela medica, psicologica, legale e anche spirituale”.
Tra le segnalazioni che vi sono arrivate, avete avuto modo di raffrontarvi anche con una realtà finita ripetutamente sui giornali, come Arkeon.
“È così. Io personalmente, nel corso di un convegno nazionale del Gris a Gubbio, ho avuto modo di ascoltare il leader, Vito Carlo Moccia. Si presentò insieme ad un certo numero di adepti per dirci quanto fosse buono e bravo. Con lui c’era anche un sacerdote paolino, piuttosto anziano e svaporato, che giurava e spergiurava sulla bontà di questo metodo e di questa realtà. Ci sembrò subito la classica psico-setta centrata attorno al culto del Guru. Le psicoterapie sono fatte per riportare la persona nel suo mondo, se un metodo lavora affinché tu ti separi da quel mondo per entrare in un’altra realtà, la setta, ecco che il pesce puzza…”.
L’Emilia Romagna sembrerebbe tra le regioni più soggette a queste realtà. Rimini invece?
“È vero che siamo una regione opulenta, ricca che diventa un territorio di conquista per tutte queste realtà. Purtroppo la zona costiera, anche per il ritmo lavorativo che ha, molto legato alla stagione, nel periodo invernale è terreno di caccia per sette di ogni ordine e tipo. Recentemente ci siamo occupati di due realtà emergenti, oltre a quelle più tradizionali e storiche come i Testimoni di Geova e altro: la prima è quella degli Antroposofi, i seguaci di Steiner, che cercano di infilarsi nelle scuole elementari con una serie di attività e programmi dove con la scusa della didattica cercano di far passare le loro dottrine ai bambini e alle relative famiglie. La seconda realtà è quella di molti gruppi di preghiera che piano piano impazziscono, come nel caso di Bacciolino e di alcune realtà di Riccione, poi emigrate. Abbiamo bisogno di applicare un’attenzione costante affinché il buon intento di una vita spirituale intensa non vada poi oltre il limite”.
Tornando alle sette New Age, quale attenzione va posta in questo caso?
“Ormai il problema delle vecchie sette New Age è che hanno mollato questa sigla e cercano di mimetizzarsi in una rete di cosiddetti centri benessere che continuano ad offrire esperienze di pseudoterapia medico-spirituale e psicologica, assolutamente prive di fondamento. Si tratta di contesti e situazioni che nascono a fini di lucro senza alcun tipo di abilitazione o verifica scientifica internazionale, dove per mezzo di un linguaggio allusivo, agitando parole d’ordine come realizzazione, benessere e pace interiore, si cerca di agire sui più deboli per portarli dentro una macchina dove, nella migliore delle ipotesi ci rimetti soldi e non migliori; nel più grave dei casi, continui a rimetterci i risparmi e peggiori”.
Concludendo, cosa dobbiamo temere di più anche qui nel Riminese?
“La setta più attiva come numero di adepti, da noi continua ad essere quella dei Testimoni di Geova anche se bisogna riconoscere che chi decide di andare con loro è consapevole delle loro pretese, sa cosa fa. Lo stesso si può dire per Scientology: anche qui chi si fa abbindolare lo fa a ragion veduta perché tutti sanno cos’è. Più sfuggente è la realtà dei centri benessere. Quando una persona ha dei problemi di salute fisica o mentale, è sempre bene rivolgersi esclusivamente a medici specialisti, psicologi che non frequentino centri benessere. Questi rappresentano solo una realtà ambigua che, in quanto tale, non dà nessuna garanzia”.
<a cura di A. Leardini