Nell’epoca dell’omologazione del gusto, i sapori tradizionali rischiano di essere cancellati non solo dalle tavole ma anche dalla memoria. Sapori della tradizione ma anche modi di lavorazione della cucina riminese. “Molte madri di famiglia oggi non hanno più tempo di preparare la pasta fatta a mano o il pane, cibi che rischiano di rimanere specialità delle nostre nonne.” spiega Maria Gabriella Piccari. Partita dall’elaborazione di queste semplici considerazioni, la presidente dell’associazione “Ponte sul Marecchia” (nata nel 2008 e composta da artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, ha già all’attivo diversi altri progetti per valorizzare il territorio di Rimini nord) ha fatto “lievitare” un corso di cucina tradizionale negli spazi messi a disposizione dalla parrocchia di S. Maria Maddalena alle Celle di Rimini. Si tratta di un ciclo di cinque lezioni che “mette in forno” un’occasione per conoscere meglio le tradizioni culinarie romagnole e nazionali. “Queste lezioni servono a fornire i mezzi a quelle persone, uomini e donne, che desiderano farlo ma non hanno la possibilità di imparare” prosegue la Piccari.
L’iniziativa conta trentacinque iscritti, si compone di un ciclo di cinque lezioni di circa tre ore l’una, il costo di iscrizione è di 100 euro: una parte è utilizzato per l’acquisto delle materie prime alimentari, il restante sarà devoluto all’A.V.S.I., l’associazione di cooperazione internazionale che ora opera anche a favore delle vittime e dei familiari del terremoto di Haiti.
Ai fornelli della scuola di cucina sono arrivati – armati di parananza e buona volontà – da Rimini e provincia, e tra loro c’è anche qualche cittadino extracomunitario. A guidare il manipolo di provetti cuochi c’è lo chef riminese Alessandro Garattoni: 43 anni, una lunga e vasta esperienza nel settore, Garattoni volentieri insegna i segreti per preparare alcune delle tradizionali ricette della cucina romagnola.
Nella prima lezione i partecipanti hanno imparato a stendere la sfoglia e a preparare ravioli e tortellini. La seconda serata invece è stata dedicata ad alcuni tra i più famosi e gustosi piatti internazionali: dalla Spagna la paella valenciana, dal Marocco il cous cous magrebino, dal Sud America l’empanadas argentina. Durante le lezioni alcuni piatti sono stati preparati personalmente da ognuno dei presenti che alle loro postazioni disponevano degli ingredienti e strumenti necessari. A fine serata l’assaggio comunitario di tutti i cibi preparati. Poi è stata la volta di paste ripiene, come cannelloni e lasagne, bomboloni e pane. Giovedì 11 marzo la lezione era dedicata alla preparazione del pesce con particolare attenzione a quello dei mari italiani e al pesce azzurro adriatico. Nell’ultima lezione un sommelier spiegherà i giusti abbinamenti da portare in tavola tra vini, cibi e formaggi, con la degustazione di vari prodotti enogastronomici. A fine corso a tutti i provetti cuochi sarà consegnato un diploma di partecipazione e un libro con le foto dei piatti realizzati e a fianco le ricette per la loro preparazione. A fine corso le parti si invertiranno, con gli allievi a vestire i panni dei cuochi: è prevista una cena durante la quale tutti i piatti porteranno la loro firma.
Daniele Burnazzi