È un’operazione che facciamo almeno un paio di volte a settimana. Inseriamo la nostra bella tessera in una fessurina, digitiamo cinque numerini e oplà, il gioco è fatto. Finché lo facciamo noi, va tutto bene, ma quando iniziano a farlo altri, usando la nostra carta, beh allora c’è qualcosa che non va. Del resto oramai clonare carte di credito, carte postali, bancomat e per fino tessere del supermercato, è diventato facilissimo. Ma come ci dobbiamo comportare quando questo accade? Lo abbiamo chiesto a un esperto, Alessandro Graziani, responsabile della sicurezza di una nota banca.
Cosa dobbiamo fare se scopriamo che ci hanno clonato la carta?
“Per prima cosa si deve bloccare la carta telefonando alla banca o al suo numero verde. Quindi si deve sporgere subito denuncia: la maggior parte dei contratti precisa che deve essere fatta entro 48 ore. A questo punto non rimane che attendere le verifiche della banca. Gli istituti di credito si sono impegnati a restituire il denaro entro 15 giorni e chiudere le verifiche entro 4 mesi”.
Come possiamo accorgerci del “furto”?
“Una volta che la carta è stata clonata, si hanno pochi strumenti per scoprire quanto sta accadendo al conto. Purtroppo sono pochi gli italiani che hanno attivato il servizio alert che ti fa arrivare sul telefonino un messaggio ogni qualvolta la carta viene usata per una spesa, piccola o grande che sia. Purtroppo molto spesso ci si accorge del furto quando si controlla il proprio estratto conto dove sono riportate tutte le operazioni. A meno che la banca o l’istituto che emette la carta di credito non noti spese anomale e provveda ad avvertire il cliente e a bloccare la carta stessa”.
Come fanno a copiare i codici segreti?
“Diciamo che non è un’operazione così difficile. La maggior parte delle volte, i malviventi inseriscono un congegno proprio sulla tastiera dello sportello prelievi e attraverso una codificazione di suoni riesce a scoprire il pin della carta stessa. L’altro modo è quello di sfruttare la Rete. Di solito si ricevono sulla propria posta elettronica false mail della banca con la richiesta di codici personali per fantomatici controlli che sono assolutamente una truffa bella e buona. Quindi, il mio consiglio è di buttarle. Ci sono poi i finti furti, di solito vengono fatti all’interno dei supermercati. I malviventi, così, hanno l’opportunità di applicare alle linee telefoniche registratori che memorizzano i pagamenti dei clienti e i codici delle carte di credito”.
Insomma, clonare una carta non sembra così difficile: forse è per questo che esistono così tanti falsi in giro?
“Perché i codici riservati dei clienti sono tutti memorizzati sulla banda magnetica sul retro delle carte. Ed è proprio questo il punto debole. Una volta ottenuti i codici basta un apparecchio del costo di poche decine di euro per clonarla”.
Cosa accade se la nostra carta clonata viene usata per un reato?
“Purtroppo si resta coinvolti nell’indagine in corso e non sempre è una cosa veloce. Ricordo il caso di un gruppo di amici pronti per partire per un viaggio in America che furono bloccati in aeroporto perché furono accusati di aver pagato con carte false. Dopo diversi giorni riuscirono a dimostrare la loro estraneità, presentando le ricevute degli assegni e alla fine le forze dell’ordine scoprirono che era stata l’agenzia di viaggi a clonare i codici. Intanto, però, il viaggio era saltato”.
Senta ma esiste una carta che possa essere veramente sicura?
“Oddio, credo proprio di no. In queste settimane ho sentito che si sta sperimentando una sorta di carta multicodice: ogni volta che la usi ne sprechi uno, ma non so fino a che punto sia poi così efficiente. Il problema è che i pirati informatici, molto spesso, sono più avanti, tecnologicamente parlando, degli stessi istituti di credito”.
Allora cambiamo domanda: quali sono le più sicure?
“Credo che le migliori siano ancora quelle con il chip, del resto bastano poche precauzioni per ridurre il rischio di essere clonate. L’importante, e forse questo in pochi lo sanno, è che una volta ricevuto lo scontrino del pagamento questo non venga gettato via intero. Questo perché contiene otto delle sedici cifre del codice di sicurezza. Meglio conservarlo o al più tagliuzzarlo in tanti pezzettini piccoli piccoli”.
Francesco Barone