Rimini ha la media del trenta. E non solo sulla carta. Nel senso che ogni anno tante sono le testate che si registrano ufficialmente. Per averne una conferma siamo andati al primo piano del Tribunale. Dietro una delle tante porte color grigio c’è un piccolo ma ricco archivio: dal 1963 tutte le testate riminesi registrate sono qui, con tanto di data e numero di serie. Ovviamente se fino a dieci anni fa si trovavano esclusivamente periodici cartacei, la rivoluzione “internettiana” ha scombussolato un po’ le abitudini.
Ad accoglierci c’è il dottor Marco Motetta che dal 1999 svolge in maniera certosina le pratiche per catalogare ogni richiesta di testata.
“In questo ufficio essere precisi e ordinati è la prima cosa. Oggi il lavoro è facilitato dalle cartelle telematiche ma una volta era tutto su questi”. E ci mostra alcuni registri, simili a quelli scolastici in cui, seguendo puramente l’ordine cronologico, veniva scritto il nome della testata e tutte le successive variazioni inerenti direttori, cambi di sede o di recapiti. “Questo ufficio ha la stessa valenza del Pra per le auto. Qui avviene esclusivamente una registrazione che tutela il diritto dei terzi ma non entriamo nel merito del giornale”.
Un archivio che dal 1963 è “solo riminese”, nel senso che prima, il Tribunale, aveva la sua sede a Forlì. Ma anche un archivio che dal 1988 ha modificato la sua catalogazione: se infatti fino a quel momento avveniva con un ordine cronologico, successivamente si è affidato a una numerazione annuale.
Il vecchio e il nuovo
Togliendo un po’ di polvere abbiamo scoperto il primo giornale a comparire sul registrato: si tratta di un giornale di partito La Voce socialista, seguita da Il Mestolo, Sette giorni e Il Garbino, informazione di Rimini. Fin dai primi giornali, insomma, si evince quanto Rimini fosse avvezza all’idea d’informazione e questo buon andamento è continuato fino ai giorni nostri, con una media di 30 nuove testate l’anno e con una quindicina di variazioni. Il 2009, in realtà, ne ha viste 31 con una varietà infinità di proposte editoriali: dal calcio all’associazionismo, dalla scienza alla finanza. “Un trend piuttosto alto visto che si tratta di una città non molto grande come Rimini. Diciamo, comunque, che a fare la parte del leone ci hanno pensato le pubblicazioni di Maggioli, con molte riviste specializzate”.
L’ultimo iscritto in ordine di tempo è il mensile Belvedere del 18 gennaio.
Una media, quella riminese, che mette in evidenza quanto il mezzo d’informazione valga ancora molto, in tutti i campi. Ma non tutte le testate aperte, per un motivo o per un altro, riescono a stare a galla.
“Le cancellazioni vengono eseguite quando riceviamo richieste scritte da parte del proprietario per motivi di dirigenza o altro. Se ciò non dovesse avvenire la testata rimane registrata vita natural durante”, conclude Motetta. Nonostante tutto, Rimini, ha la media del trenta.
Marzia Caserio