Nella sua relazione annuale il Procuratore generale della Corte dei Conti ha affermato che le denunzie per corruzione sono salite del 229 % nel 2009, e del 153 % quelle di concussione, che aumentano le citazioni in giudizio per danno erariale, che si sprecano risorse pubbliche e si lasciano in asso opere già iniziate, che dilaga l’arbitrarietà e “opacità” degli appalti, si moltiplicano spese inutili per la sanità e si lamentano “azioni illegittime corrisposte per la determinazione e revisione del prezzo delle medicine”, e via delinquendo.
Una dura ed esplicita chiamata a correità della politica, perché i reati indicati dalla Corte dei Conti sono tutti occorsi nella sfera pubblica, e se non ci fosse stato il concorso per azione o omissione della politica, non sarebbero stati possibili. E non come aveva appena scritto il Corriere della sera in un suo articolo di commento che definire ambiguo è un complimento: “il problema della corruzione in Italia non è politico, perché tutta l’Italia è corrotta, anzi la corruzione italiana appare invincibile; rinasce di continuo perché in realtà non muore mai, dal momento che a tenerla viva ci pensa l’enorme serbatoio del Paese”. Certo, la corruzione nasce nel cuore dell’uomo, ma guai a chi, anche involontariamente la giustifica, tanto da farla sembrare un modo di vivere, un abito mentale e morale.
Ora, giusto per evitare polemiche di parte, la questione non è affatto che ci sia più moralità a sinistra e più lassismo a destra. Ma se funzionasse un sistema di norme, di limiti, di controlli e di garanzie, ciò arginerebbe la corruzione e terrebbe alto il livello della moralità pubblica, indipendentemente dal colore politico dei ladri e dei corrotti, che pur singolarmente continuassero ad esserci.
Invece, al di là delle belle parole, ci appare sempre più preciso il programma di smantellare il sistema delle regole, deligittimando la magistratura, favorendo candidati indagati, non isolando le mele marce, e così dando all’opinione pubblica l’idea che “è tutta una combriccola”. I Comitati Dossetti per la Costituzione, hanno recentemente scritto: “al di là della debolezza degli uomini un sistema così arbitrario costituisce un naturale terreno di coltura di corruzione, oltre a far cadere le difese contro l’invadenza della criminalità organizzata”.