A Riccione nella Romagna Rodolfo Francesconi dedica un ricco volume di ricerca storica (476 pagg., Raffaelli editore Rimini). Spiega nomi e caratteri geografici della città e del suo territorio, collegato a quelli che lo circondano anche dalla parte marchigiana. Riccione nella Romagna è soltanto la seconda parte del titolo, che inizia con ”L’intelligenza del luogo”. Ovvero un viaggio nel tempo, come osserva Piero Meldini nell’introduzione, alimentato “da una curiosità intellettuale onnivora”.
Si parte dalla preistoria e si arriva al 2008, quando Riccione onora un suo figlio illustre, Igino Righetti, ben noto in tutt’Italia e non soltanto a Rimini, riservandogli una piazzetta. E cancella il nome di don Emilio Campidelli, che era stato posto ad un viale. Don Campidelli era stato cappellano a San Lorenzino nella parrocchia retta da don Giovanni Montali, e poi suo successore dal 1959 al 1981. Quando gli subentrò sino al 1994 il primo direttore de il Ponte, don Piergiorgio Terenzi.
Una curiosità del 1969. Arriva in Consiglio comunale la proposta (8.9.) di intitolare la via Flaminia al polacco Jan Palach, il giovane uccisosi a Praga per protestare contro i sovietici che avevano invaso la sua patria. Il 25.11. via Jan Palach ridiventa via Flaminia (pp. 420-422). Ovvero il trionfo dello stalinismo puro e duro.
Il volume di Francesconi colloca ogni notizia locale nel contesto nazionale od internazionale. Ad esempio, ampio spazio è dato alla rivoluzione francese per meglio comprendere quanto allora successe a Rimini e dintorni.
Circa i nomi delle località, consideriamo il San Lorenzino citato, ovvero San Lorenzo in Strada. In Romagna, spiega Francesconi, di San Lorenzo con qualche aggiunta ce ne sono altri 12, mentre quelli “lisci” sono 6. Altri casi hanno alle spalle storie più complesse. Un solo caso. Dai “curopolates”, i bizantini addetti al palazzo, deriva Corpolò.
Il progetto del libro è spiegato dall’autore con la volontà di raccogliere nella mappa dei nomi lo spazio dei luoghi e lo sviluppo della storia nel tempo. È un’idea molto moderna. Vi ritroviamo riflessi il gusto vertiginoso per le liste di Umberto Eco, e le più moderne teorie di chi propone di leggere il tempo nello spazio. Per questi due elementi, molti lettori e non soltanto quelli non specializzati, dovranno essere grati a Francesconi per la sua fatica.
Ovviamente l’autore non è responsabile della bontà di tutte le citazioni. In certi casi, ad esempio sulla storia medievale, preferiamo ricordare vecchie letture (come quelle di Antonio Carile, 1975), meno portate a semplificazioni fuorvianti.
Antonio Montanari