“In Italia lavori se hai conoscenze”

    Un anno in viaggio alla ricerca di riminesi nel mondo. E ogni volta è (quasi) sempre la solita storia: “Rimini? Certo che mi manca, è la mia città, lì ci sono i miei affetti più cari. Ma per trovar lavoro è molto meglio l’estero”.
    Anche la storia di Francesca Canducci non fugge a questo cliché.
    “Dopo essermi diplomata al liceo scientifico Serpieri mi sono trasferita a Bologna dove mi sono iscritta a Lingue ma mi sono accorta in fretta che l’università non era la mia strada. Mi è sempre piaciuto essere indipendente, non pesare sulle spalle di altri e della mia famiglia, e non riuscivo a studiare e a mantenermi”.
    Per cui, dopo circa un anno di studi, Francesca lascia Bologna per trasferirsi a Roma da un’amica.
    “Mentre cerco lavoro mi imbatto in una locandina di un corso per montaggio video e controllo di qualità. Il cinema è sempre stata la mia passione, per cui decido di iscrivermi”.
    Ora è il momento di mettere a frutto questa esperienza e trovare un lavoro. Dopo qualche tentativo arriva finalmente la grande occasione: un colloquio con un’azienda televisiva di grande importanza.
    “Inizio una lunga serie di colloqui e prove. Ad ogni sessione siamo sempre di meno. Finalmente arriva l’ultimo colloquio. Dopo aver letto e riletto il mio curriculum vitae, l’esaminatore mi chiede se ho qualche parente all’interno dell’azienda in cui dovrei entrare a lavorare. Lo guardo un po’ stupita e gli dico di no. E allora non si può fare nulla, mi dice, il curriculum non è sufficiente. Questa è stata l’ultima umiliazione che ho subito in Italia”.
    Poco dopo, infatti, all’inizio del 2000, Francesca fa armi e bagagli e parte per l’Inghilterra.
    “Non è stato proprio un salto nel vuoto. Mia madre è inglese. Ero già stata a Londra e conoscevo il luogo e la lingua molto bene. Ma la cosa che più mi ha stupito è che, una volta arrivata là, ho rimandato lo stesso curriculum vitae ad alcune aziende video, tra cui la BBC (la televisione di stato britannica) che mi ha subito chiamato per una serie di colloqui. A differenza di Roma, però, qui sono stata assunta senza che mi facessero domande su parenti o amici”.
    Di cosa ti occupi esattamente?
    “Sono responsabile del controllo di qualità video. Ogni volta che un filmato è montato e pronto per l’uscita, io devo controllare che tutto vada bene, che il montaggio sia corretto, che non ci siano errori video, di colore o altro, oppure errori audio, che non ci siano cioè picchi o momenti a volume troppo basso, o altri problemi. Insomma, tutto il prodotto deve essere perfetto”.
    Francesca passa alla BBC due anni, poi cambia azienda.
    “Qualche anno dopo sono andata alla Framestore, una delle principali aziende inglesi che si occupa di effetti digitali video e produzione di film, serie televisive o serie animate. Una bellissima esperienza! Ogni giorno lavoravo con pellicole che sarebbero uscite di lì a poco nei cinema o per il mercato video. E non solo film, ma anche video musicali, pubblicità, animazioni e tutto quello che riguarda il mondo del cinema e della televisione. Sono rimasta per tre anni, prima che il vento della crisi colpisse l’azienda costringendola a chiudere un’intera sezione di quaranta persone, tra cui io!”.
    E dopo?
    “Ora lavoro un po’ come freelance, con contratti a tempo, sempre nello stesso settore. Il lavoro si trova, ma sicuramente è tutto più complicato”.
    Quali sono i tuoi progetti?
    “Diciamo che mi sono rimessa in campo e ho ripreso la spedizione dei curriculum. Sono stata contattata anche da Sky, a Londra, e ho trovato alcune aziende, in America, interessate al mio lavoro. Sinceramente, però, non so se ho voglia di spostarmi di nuovo visto che ho comprato casa”.
    Una casa a Londra? Allora di tornare in Italia non se ne parla!
    “In questo momento proprio no. Pensi, ad esempio, che se Sky decidesse di assumermi avrei parecchi problemi! Casa mia è dall’altra parte della città rispetto al luogo di lavoro e impiegherei due ore, tra treno, metropolitana e autobus solo per il viaggio di andata tutti i giorni! In questo Londra è molto diversa da Rimini, anzi, è proprio un altro mondo. Quando torno a casa posso sempre telefonare ad un amico e decidere di incontrarlo anche all’ultimo minuto. Nelle grandi città non è così. Gli appuntamenti si prendono con largo anticipo, anche perché diventa davvero difficile riuscire ad incastrare tutti gli impegni e gli spostamenti. Rimini mi manca soprattutto per questa sua dimensione, per gli amici e per il mare”.
    Ci sono possibilità che tu possa trovare lavoro in Italia, ora che hai fatto delle importanti esperienze lavorative?
    “Sono molto pessimista al riguardo. Finché non cambiano le cose non c’è curriculum che tenga. Ho già sbattuto più di una volta contro i metodi di assunzione italiani. E poi, sicuramente, per avere davvero il polso della situazione del mondo del cinema e lavorare in questo campo, le grandi città europee sono sicuramente più interessanti. Già Londra appare piccola rispetto a New York o Los Angeles, ma per me è già abbastanza grande!”.

    Stefano Rossini