Chi l’ha detto che per leggere un libro bisogna stare in silenzio? La Biblioteca Vivente scardina i luoghi comuni, anche questo! E lo sanno già molti cittadini di Santarcangelo che domenica 6 dicembre hanno raggiunto il Musas per partecipare alla terza edizione di questa interessante iniziativa volta al superamento dei luoghi comuni e dei pregiudizi sul “diverso” attraverso il dialogo.
La Biblioteca Vivente è un’iniziativa nata nel 2000 da un’idea dell’associazione danese “Stop alla violenza” e poi ripresa dal Consiglio d’Europa all’interno della campagna contro le discriminazioni “Tutti uguali e tutti diversi”. Un paio di mesi fa Volontarimini – in collaborazione con una quindicina di associazioni del territorio – l’ha portata a Rimini: dopo la prima edizione svoltasi in piazza Tre Martiri a Rimini (il 18 ottobre) e una successiva manifestazione alla Biblioteca Comunale di Misano Adriatico, i libri viventi sono poi approdati al Musas di Santarcangelo di Romagna.
“Siamo molto contenti del successo che la Biblioteca Vivente sta ottenendo sul territorio – spiega Francesca Macchitella, la coordinatrice del progetto – già dalla prima esperienza in piazza Tre Martiri abbiamo notato una grande partecipazione. Le persone si avvicinano spinte dalla curiosità e dal bisogno di approfondire alcuni temi di grande attualità, poi si appassionano al «gioco» dei libri viventi”.
Un gioco serio, ma sempre un gioco, aperto a tutti e con lo scopo di abbattere pregiudizi e luoghi comuni sulle “persone diverse” per luogo di nascita, condizione sociale, religione, stile di vita o professione.
Quale modo migliore per farlo se non leggendo un libro?
Il lettore, infatti, come in una normale biblioteca, consulta il catalogo dei libri e sceglie il titolo che lo incuriosisce di più: se il libro è libero comincia a consultarlo e può tenerlo per 30 minuti al massimo. A rendere speciale questa biblioteca, infatti, è il fatto che i libri sono persone in carne e ossa pronte a raccontare la loro storia capitolo dopo capitolo, a chi ha voglia di informarsi e confrontarsi su titoli come ad esempio L’immigrato siciliano, l’artista, Il ragazzo che vive al buio, La signora che beveva di nascosto, Il colombiano, Il precario e tanti altri.
L’abbiamo fatto anche noi. Dallo scaffale abbiamo preso in prestito “La madre single” e poi “L’uomo che beveva troppo”. Siamo venuti così a conoscenza delle difficoltà ma anche delle soddisfazioni di una madre che si trova da sola di fronte ad una vita che non aveva immaginato. Abbiamo aperto gli occhi sulla consapevolezza di un uomo che sa di aver fatto soffrire la sua famiglia e che non smette di volersi migliorare e si mette in discussione, uno di quelli che “vuole illuminare la sua stanza fino ad eliminare quanti più spazi bui possibili”.
Tra le righe, si legge l’importanza delle associazioni tematiche nel percorso verso l’integrazione, le stesse che hanno collaborato con Volontarimini all’organizzazione della Biblioteca Vivente.
Romina Balducci