Un passeggero di nome Jungo

    Traffico e ambiente sono tra i problemi principali delle società industriali. E quindi anche nostri, come italiani e come riminesi. Sono tanti i tentativi di soluzione lanciati per arginarli, ma raramente hanno effetto, a causa della radicata abitudine di usare la macchina e della comodità legata al mezzo. Oggi, però, c’è Jungo (www.jungo.it). Non è autostop, e non è car-pooling. È qualcosa in più che prende le idee migliori da entrambi per dare vita a un’idea davvero accattivante. Ideatore del progetto è l’avvocato riminese Enrico Gorini, 47 anni, presidente dell’associazione dei consumatori Glasna.
    “Jungo vuole essere una risposta agile ai problemi della mobilità. – racconta Gorini – Partiamo da un dato: 100 macchine in circolazione trasportano all’incirca 120 persone, e non 300, o più, come ci si aspetterebbe. Ne consegue uno spreco enorme, di energia e di denaro per tutti”.
    Ed è qui che interviene Jungo, con la sua tessera.
    “Sì – continua Gorini – la tessera è importante, perché la nostra idea è quella di sostituire al gesto del pollice dell’autostoppista, quello della nostra tessera. Jungo funziona così. Ogni iscritto ottiene una tessera. Quando si vuole andare da qualche parte, sarà sufficiente trovarsi su una via trafficata e mostrare la tessera e intercettare un compagno di Jungo per un passaggio”.
    In cosa Jungo ha più probabilità di successo del car-pooling?
    “Principalmente per tre motivi – prosegue l’avvocato riminese – il primo è che la tessera viene data solo a chi non ha precedenti penali significativi, ed è quindi una garanzia di sicurezza. In secondo luogo il passeggero si impegna a pagare una quota per il trasporto; e inoltre chi viene imbarcato può comunicare con un sms il numero di tessera dell’automobilista (se ce l’ha) per essere sempre rintracciabile”.

    Per ora Jungo è stato sperimentato nella provincia di Trento, dove conta più di 300 iscritti. Altri 100 sono nella provincia di Rimini e un altro centinaio sparsi per l’Italia.

    “La prima fase di rodaggio è andata bene. – conferma Gorini – In effetti basta che qualcuno parli di Jungo, come ha fatto anche il telegiornale di RaiUno, e gli automobilisti riconoscono la tessera. A quel punto trovare un passaggio diventa molto più facile. È ovvio che il sistema funziona se si diffonde. Con poche tessere e pochi partecipanti il gioco non gira. Ma se l’idea della tessera da sventolare fa breccia nell’idea comune, allora anche se l’automobilista non appartiene a Jungo riconosce però il passeggero e lo porta per un tratto di strada comune”.
    Il 2010 potrebbe essere l’anno di svolta per Jungo. Basta un numero minimo di iscritti per abbattere i tempi medi di attesa. I costi per i partecipanti sono praticamente nulli, i vantaggi tanti, sia per il singolo sia per la collettività. Per scendere sul concreto. La tessera costa 20 euro mentre la tariffa chilometrica è di un centesimo ogni mille metri più altri due centesimi per il diritto di imbarco, entrambi pagati dal passeggero. Una cosa da sottolineare è che i costi sono fissi sia che la vettura vada a gas, a benzina o a diesel. Ora rimane solo da vedere se gli italiani rimarranno attaccati come cozze alla loro macchina o riusciranno a fare un piccolo sforzo per cambiare le proprie abitudini. Intanto anche l’assessore alle Politiche Ambientali ed Energetiche del Comune di Rimini Andrea Zanzini si sta interessando al progetto, nonostante una prima, tiepida accoglienza da parte del Comune – che però ha dato il patrocinio – per l’idea di Gorini che ha incuriosito di più i trentini (che ora sono trecentotrentatré!) che i riminesi.

    Stefano Rossini