Ecco come mettere tutti in… RiGAS

    Si scrive consumo critico, si pronuncia controllo democratico. Dopo il GAS, Rimini accende anche il GAF (Gruppo Acquisto Fotovoltaico), il GAT (Gruppo Acquisto Terreno) e il GAO (Gruppo Acquisto Omeopatico).
    Ogni momento è buono per cambiare stile di vita e la svolta può arrivare al supermercato, in banca, sul posto di lavoro, all’edicola, in cucina, nel tempo libero, scegliendo cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi. Rafforzando un modello economico sostenibile o di saccheggio, sosteniamo imprese responsabili o no. Sosteniamo un’economia solidale e dei diritti o un’economia di sopraffazione reciproca. Da queste idee il RiGAS è nato circa tre anni fa e in pochissimo tempo è arrivato ad oltre 800 iscritti.
    Un’associazione di promozione sociale, che si propone un approccio critico al consumo, per sostenere un’economia solidale e dei diritti, attraverso un cambiamento culturale che pone al centro il rispetto dell’uomo e della natura. È un gruppo d’acquisto, che applica principi di equità e solidarietà ai membri della propria associazione, ai produttori e ai loro lavoratori, al territorio ma anche ai popoli del sud del mondo, da cui arrivano alcuni prodotti acquistabili.
    Ma il RiGAS oggi non è più solo gruppo di acquisto solidale per prodotti alimentari o di abbigliamento: l’associazione riminese ha fatto un ulteriore passo avanti con l’apertura di sottogruppi specifici. Infatti dopo il GAF per l’energia pulita fotovoltaica, nascono il GAT, per l’acquisto di terreni da convertire a coltivazione biologica e il GAO, per l’acquisto di prodotti omeopatici.

    Gruppo energetico
    Nell’estate del 2008, alcuni “gasisti” interessati ad installare un impianto fotovoltaico per la produzione autonoma di energia elettrica si riunisce per individuare i criteri di un acquisto consono ai principi solidali. Nasce così il GAF, il primo sottogruppo scaturito per gemmazione spontanea dalla inesauribile vivacità del RiGAS.
    Infatti, benché il fotovoltaico sia già di per sé un modo di produrre e consumare “critico e solidale”, i componenti sentivano la necessità di selezionare un’azienda installatrice, possibilmente locale, che più di altre potesse rispondere ai principi del GAS.
    Si chiedeva rapporto diretto cliente-azienda. L’acquisto di gruppo che favorisse fasce di sconto in base al numero d’impianti installati, e la possibilità di partecipare attivamente all’installazione.
    All’Azienda di Rimini prescelta dopo una feroce selezione è stato consegnato l’ordine collettivo di 50 famiglie. Si è così raggiunta la soglia dei 130 KWp (kilowatt di picco), oltre la quale scatta un meccanismo premiante particolarmente innovativo e funzionale. Ma ci si guadagna anche oltre a risparmiare sulla bolletta?
    “Certo, li si inizia subito… chi ha il tetto e non lo fa è un pazzo. – spiega Luca Ricci – Venticinque impianti montati e tutto va a meraviglia”. Un bell’esempio di come organizzandosi in modo collettivo si possano davvero cambiare gli stili di vita e i comportamenti di acquisto di tante persone.

    E il terreno?
    Altra storia quella del GAT (Gruppo Acquisto Terreno). Carlo Mariani è una delle anime fondatrici.
    “Nato dalla riflessione che si stava facendo riguardo allo spopolamento dei terreni agricoli dovuta alle condizioni sempre più sfavorevoli che gli agricoltori si trovano costretti ad affrontare, principalmente per la non adeguata retribuzione dei loro prodotti. Dovuto anche, alle perversione della grande distribuzione organizzata e dei prezzi imposti ai produttori che non sono padroni di dire la loro. Cercavamo un’alternativa, che seppur fantasiosa, potesse dare un segnale positivo per il futuro”. Nasce così l’idea del GAT. Attualmente sono circa una cinquantina le persone interessate a questo progetto che non ha fini speculativi, ma vorrebbe dirottare le piccole risorse dei risparmiatori verso un’agricoltura con finalità etiche.
    “Nell’ultima riunione, ventidue soci han firmato l’impegno di versare una quota minima per acquistare un terreno. – prosegue Mariani – I prezzi sono però elevati in zona, piuttosto lasciano terreni incolti, che darli ad un prezzo equo. A noi occorrono almeno tre ettari”.
    A Saludecio e Maiolo sono più abbordabili, ma fino alla primissima fascia, che comprende anche Santarcangelo e Torriana, s’impennano. “Abbiamo contattato un agricoltore giovane che ha già maturato una notevole esperienza in campo biologico, che farà parte del progetto come socio, con l’incarico di portare avanti materialmente la produzione. Prevalentemente di ortaggi. In funzione alle dimensioni del terreno che troveremo, verrà impostata la produzione che potrà servire nel caso di abbondanza non solo per i soci, ma anche per eventuali altri soggetti”.
    All’idea del GAT si è mostrata interessata l’Amministrazione comunale di San Giovanni in Marignano, favorevole allo sviluppo di questo progetto etico, qualora si trovi un terreno negli ambiti di propria competenza.

    Cinzia Sartini