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La piazza dello sport… di tutti

Lo sport è stato parte integrante della mia vita. Una passione, un impegno che mi ha preso e ho cercato di trasmettere. Una storia lunga che mi porta indietro nel tempo.
Negli anni ’70, sulla scia delle esperienze che avevo maturato a Viserbella e fuori (ero divenuto arbitro federale) e della partecipazione massiccia di ragazzi che aderivano alle mie iniziative, decisi di dar vita a nuovi tornei. La piazza Calboli era ormai stretta ed in tutti c’era il desiderio di avere un vero campo di gioco in cui non sbucciarsi più le gambe come ai tempi eroici. C’era un campo, in prossimità della Villa Salus, denominato “Le Vallette” per via dei diversi avvallamenti naturali ed in più era pieno di sassi e di oggetti vari. Andai a visionarlo: qui si ritrovavano i ragazzi, nel tempo libero, per tirare i classici quattro calci al pallone. Decisi così, dopo averne valutato la fattibilità, che questo sarebbe diventato il nostro terreno di gioco. Aiutato da mio padre Angelo Morolli, avviai le pratiche per la richiesta di concessione ad usufruirne, dato che il terreno era di proprietà Ceschina.

Finalmente il campo!
Immaginate la soddisfazione quando la richiesta fu esaudita! Avevamo il campo, tuttavia occorreva sistemarlo! Chiamai a raccolta i ragazzi e scattò un’operazione di solidarietà: chi con vanghe, chi con rastrelli, carriole e carretti, lo ripulimmo per benino, piantammo i pali, sistemammo le traverse… Mancavano però gli spogliatoi: una cortese signora, la signora Bevitori, mi venne incontro prestandomi alcuni locali dai quali ricavai gli spogliatoi per l’arbitro ed i giocatori.
Aprii le iscrizioni ed in poco tempo ne raccolsi una quarantina. Si potevano formare 4 squadre, ciascuna con 8 giocatori più 2 riserve. Chiamai i ragazzi più grandi, sottoposi loro il regolamento, ne discutemmo e l’approvammo insieme. Il momento successivo fu il sorteggio per rendere omogenee le squadre: i capitani designati ne scelsero il nome ed a turno, per sorteggio, da liste equilibrate, formarono le loro squadre: presero corpo così il Rapid Invincibile, la Folgore, la Stella Azzurra ed i Diavoli Neri, di cui ricordo ancora i relativi capitani: Maurizio Rossi, Corrado Fabbri, Marino Barbanti, Lucio Rossi.

Un tempo di diritto
Un principio governava questo, come gli altri, tornei che organizzavo: tutti coloro che si erano iscritti avevano il diritto di giocare almeno un tempo, anche se risultavano di riserva: questo perché ogni ragazzo poteva, e doveva, così sentirsi
parte della squadra ed importante per il risultato! Nessuno doveva sentirsi escluso da quel divertimento della domenica mattina! Un altro elemento a cui tenevo, era l’amicizia ed un sano agonismo vissuto con lealtà, nell’unico intento di superarsi con le armi della tecnica, della velocità e del cuore! Il sabato pomeriggio precedente le partite, poi provvedevo personalmente a rigare il campo armato di gesso, corda e di un rudimentale compasso per il cerchio del centro campo, con l’aiuto dei ragazzi sempre presenti!
Ricordo che in quel 1970, come negli anni successivi si giocava di domenica mattina, con inizio alle 9. Quando arrivavo al campo per portare le divise (azzurre ed arancioni) che avevo acquistato per i componenti delle squadre… era una gioia per i ragazzi indossarle e correre in campo, al mio fianco, immaginando di essere dei Mazzola o dei Rivera!
E sul campo si rimaneva, tra una partita e l’altra fino a mezzogiorno, quando tutti, giocatori esausti e spettatori senza più voce (a causa degli incitamenti) ritornavano a casa!

Il presidente arbitro
Naturalmente, oltre ad essere Presidente dell’U.S. Viserbellese che promuoveva il torneo, ero anche l’organizzatore e l’arbitro ed ogni domenica, dovendo dirigere più incontri, facevo delle belle sudate, ma ero confortato dal generale entusiasmo dei giocatori e dagli apprezzamenti del pubblico che assisteva numeroso.
Negli anni successivi organizzai diversi tornei ed ai giocatori “nostrani” si aggiunsero anche altri ragazzi provenienti da fuori (Rimini, Viserba, Celle) attratti dallo spirito del torneo in cui c’era spazio per tutti all’insegna di un sano e gioioso divertimento!
Parallelamente, il tasso tecnico del torneo continuava ad alzarsi, cosicché diversi giocatori venivano osservati dalle società vicine ….!
Non c’era tuttavia solo il torneo per i più grandi (13-18 anni), ma anche per i più piccoli (8- 11 anni) che iniziò nell’anno seguente con le squadre delle Aquile e dei Terribili mentre nel 1972 le formazioni erano denominate Stella Azzurra e le Pantere.

Un campo per femmine
Sempre nel 1971 (credo primo esperimento nel nostro territorio) organizzai un campionato di calcio femminile riservato alle bambine delle scuole elementari, dopo che queste, assistendo da tifose agli incontri di fratelli, cugini, parenti ed amici, avevano maturato una certa passione per il calcio, Le prime due squadre femminili che si affrontarono, in quel 1971, avevano scelto i nomi di Papere e Cornacchie, mentre l’anno seguente presero il nome di Tigri e Serpenti del deserto.
Ricordo che durante le gare, quando non ero impegnato, con il megafono o con il registratore provvedevo alle radiocronache ed il lunedì susseguente stampavo un giornalino (allora si usava il mitico ciclostile) che andava a ruba, con il resoconto della giornata calcistica!!
I tornei prendevano sempre più piede ed era un avvenimento per il paese, tuttavia l’organizzazione era sempre più complessa: regolamenti, arbitraggi, giornalino…
Così decisi di farmi dare una mano da un caro amico ex arbitro Helios Angelini che accettò di collaborare, dirigendo alcune partite e da un giovane, di nome Enzo Ragone, che era stato uno dei miei primi giocatori del calcio d’asfalto in piazza Calboli.

Premiazioni di “casa”
I tornei, che organizzai per svariati anni iniziavano verso febbraio e si concludevano a maggio con una cerimonia di premiazione che si teneva nel teatrino di casa mia, nel corso di uno spettacolo, organizzato da mia mamma, contessa Margherita Sturani, con recite, concorsi canori e scenette!!!
Verso la fine della serata, apparivo sul palco, assieme al mio amico Enzo Ragone che mi aveva aiutato nell’organizzazione, e insieme premiavamo i partecipanti con coppe, medaglie, al canto di Romagna mia!

Polisportiva Viserbella
La passione sportiva aveva ormai contagiato il paese, cosicché i tempi erano maturi per una nuova fase… Nacque così successivamente la Polisportiva Viserbella, di cui mi occupai ancora per vari anni, specie per lo specifico del calcio, mentre nuove discipline sportive venivano avanti: il ciclismo, il podismo …Era la rinascita di quel calcio viserbellese già ricco di storia (come non ricordare i Righini, i Medardo, i Rolando ed altri …) che si fece poi onore arrivando fino alla III categoria! Ed oggi, riguardando quelle vecchie foto e quei documenti, insieme a mia moglie Paola Zangheri e a mia figlia Gloria, ripenso a quelle antiche radici sportive viserbellesi, a cui anch’io, nei tempi passati ho offerto un qualche nutrimento!

Enrico Morolli