Secondo il Governo doveva essere il miglior modo possibile per far emergere dal “nero” le tante donne straniere che in Italia si occupano di anziani e bisognosi. Doveva. Perché in realtà le richieste di regolarizzazione che sono arrivate in Prefettura, a Rimini, sono appena 1.912. Come dire, una goccia nell’oceano. Anzi, a dirla tutta, c’è stato anche chi si è approfittato di questa sanatoria. Non è una novità che molti datori di lavoro, a spendere 500 euro, non ci hanno neppure pensato. Morale, tante badanti si sono ritrovate a spasso con la spada di Damocle dell’espulsione sulla testa. Ed è su questa disperazione che qualcuno ha cercato di far cassa, proponendo richieste fittizie a cifre folli, a volte superiori anche ai 5mila euro. E se non ci credete, provate a chiedere alla Caritas dove in queste settimane è stato un continuo via vai di donne disperate. Detto questo, però, bisogna sottolineare, come del resto hanno fatto dalla stessa Prefettura, che le prime 400 domande esaminate “sono state quasi tutte presentate da datori di lavoro italiani”. Un dato che dimostrerebbe, il condizionale è d’obbligo, come queste donne svolgano effettivamente già da diverso tempo il lavoro di badante o di colf. Tornando alle domande, è interessante dare un’occhiata anche alla “mappa geografica” delle richieste. In testa, manco a dirlo, le donne provenienti dai paesi dell’est Europa: 250 moldave, 140 albanesi, 90 marocchine e, attenzione attenzione, 85 cinesi. Già, perché sembra che anche la popolazione dagli occhi a mandorla svolga questo tipo di servizio. A chi, però, è difficile da comprendere. Al di là di tutto, rimane la consapevolezza che la legge attuale non solo non ha raggiunto il suo scopo, ma ha addirittura messo ancor di più in difficoltà queste povere donne.
Francesco Barone