In occasionr del 150º anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars, il Santo Padre, il 19 giugno 2009, solennità del sacratissimo Cuore di Gesù, ha indetto ufficialmente un anno sacerdotale, che si concluderà il 19 giugno 2010.
“Tale anno – scrive il Papa – vuole contribuire a promuovere l’impegno di interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi”.
È un anno di grazia che porterà tanti frutti e anche sante vocazioni.
Il Papa, nella lettera inviata a tutti i sacerdoti, rivolge un pensiero a tutti quelli “che offrono ai fedeli cristiani e al mondo intero l’umile e quotidiana proposta delle parole e dei gesti di Cristo”.
Sottolinea le loro fatiche apostoliche, il loro servizio infaticabile e nascosto, la loro carità verso tutti. Anche se a volte la Chiesa soffre per l’infedeltà di alcuni suoi ministri, è di conforto pensare a tante splendide figure di preti generosi e santi, di pastori umili e nascosti, a volte martiri per la loro fedeltà al Vangelo e a difesa dei diritti di ogni uomo.
La figura del Santo Curato d’Ars, che il Papa propone come modello di vita per ogni sacerdote, viene presentata – con particolare efficacia in tutti gli aspetti della sua spiritualità – fino ad evidenziare la collaborazione con i fedeli laici, coi quali formano l’unico popolo sacerdotale.
Noi abbiamo un motivo in più per gioire di questo anno sacerdotale, perché Alberto Marvelli ha avuto sempre una grande considerazione per i sacerdoti. Ha capito la centralità del sacerdozio nella vita della Chiesa e la grandezza del sacerdote per il dono dell’Eucaristia. Ha vissuto la comunione coi sacerdoti, nell’unico sacerdozio di Cristo, collaborando con loro con generosità per il Regno di Dio secondo lo spirito dell’Azione Cattolica, che il Papa definiva “la partecipazione dei laici cattolici all’apostolato gerarchico della Chiesa”.
Affidò la guida del suo cammino spirituale ad un sacerdote. Scrive nel suo Diario il 24 agosto 1939: “Ho trovato finalmente da alcuni mesi il confessore e il direttore spirituale che desideravo da tempo e ho già risentito gli effetti benefici dei suoi consigli e delle sue parole.
Era tempo che la mia vita spirituale trovasse un sostegno e un appoggio sicuro nel cuore paterno di un sacerdote. Signore, ti ringrazio”.
La sua instancabile carità si rivolgeva anche a sacerdoti e seminaristi. Diversi sacerdoti, in difficoltà economiche o di salute attestano di aver ricevuto da lui aiuto e conforto. Andava a trovare i seminaristi sfollati nella canonica di S. Giovanni, nel rigido inverno del 1944, e procurava per loro, coperte, vestiario e vettovaglie.
Il Vescovo gli propose più volte di pensare alla vocazione sacerdotale, perché vedeva in lui la stoffa di un ottimo prete. Alberto per due anni pensò e pregò perché il Signore gli mostrasse la strada. Tanta era la stima e la venerazione che aveva del Vescovo.
È vero che la santità è dono di Dio e serio impegno dell’uomo, ma accanto ad ogni santo troviamo sempre un sacerdote, guida, modello e padre.
Fausto Lanfranchi