“La Chiesa è in questo Paese una presenza costantemente leale e costruttiva che non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere”. A ribadirlo è stato il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che in apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha iniziato la sua prolusione riferendosi alla vicenda che ha portato alle dimissioni del direttore di “Avvenire”, Dino Boffo. “È ancora vivo in noi – ha detto – un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente diretto ad una persona impegnata a dar voce pubblica alla nostra comunità, ha finito per colpire un po’ tutti noi: la gravità dell’attacco non può non essere ancora una volta stigmatizzata, come segno di un allarmante degrado di quel buon vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere”.
“La coerenza tra la fede e la vita – ha ammonito il cardinale – è tensione che attraversa e invera il cristianesimo, ed è in un certo qual senso la misura della sua sincerità: su questo davvero non possiamo accettare confusione, tanto meno se condotta con intenti strumentali o per perseguire obiettivi che nulla hanno a che fare con un rinnovamento complessivo della società”.
Soffermandosi poi sui 25 anni dalla riforma del Concordato tra Stato e Chiesa, il cardinale ha ribadito la “reciproca autonomia” ma anche l’“impegno condiviso di collaborazione per la promozione dell’uomo e del bene del Paese”, e ha affermato: “La Chiesa pellegrina in Italia non indietreggia, e mai rinuncerà – secondo la sua tradizione – ad un atteggiamento di apertura virtuosa collaudato negli anni, e spera che altri si affaccino o continuino ad affacciarsi nell’agorà pubblica con onestà e passione, amore disinteressato per le sorti comuni, autentica curiosità intellettuale”.
Col nichilismo “educare è impossibile”.
“Se, come esige il nichilismo, anche solo parlare di princìpi è considerata una deriva liberticida ed autoritaria e si ritiene lesivo dell’intelligenza qualsiasi riferimento ad un bene oggettivo che preceda le nostre scelte, allora davvero educare diventa un’impresa impossibile”.